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martedì 19 gennaio 2016

Antispecismo - Anarchismo

Vi propongo qualche spunto di riflessione dell'ormai lungo dibattito su antispecismo e anarchismo, tramite alcuni articoli, lettere e interventi.



Le ragioni dell’antispecismo
di Troglodita Tribe

Sempre più spesso, nel nome di una presunta tolleranza si è disposti ad ignorare anche le più plateali ingiustizie, prevaricazioni e violenze che caratterizzano il quotidiano. La parola d’ordine è sempre la stessa: nessuno può arrogarsi la pretesa di avere la verità in tasca e dunque, come ovvia conseguenza, bisogna accettare le diverse posizioni, anche se sono del tutto antitetiche alle nostre.

Che bello! Come suona bene! Una meravigliosa fanfara democratica che aleggia nell’atmosfera rassegnata dei nostri immaginari.

Eppure, qualche verità in tasca, a ben frugare, dovremmo pur averla individuata.

Quando un popolo, un’etnia, un genere, una specie vengono massacrati, schiavizzati, imprigionati, sfruttati, la verità urla assordante chiedendo di fare qualcosa. Come si fa, in questi casi, a sostenere che, in fondo, i massacratori che la pensano diversamente da noi, hanno il diritto di continuare a massacrare e schiavizzare?

Il movimento anarchico, che queste verità in tasca conosce molto bene, per sua caratteristica intrinseca non è mai stato disposto a starsene con le mani in mano. Il movimento anarchico ha sempre perseguito, attivandosi nei modi più diversi, tutta una serie di verità in tasca che si chiamano antifascismo, antirazzismo, antimilitarismo, antisessismo...identificando in molte pratiche ed ideologie la base fondante dello sfruttamento e delle repressione.

Ma in fondo, tutti i movimenti di liberazione, partono da una verità inoppugnabile, evidente, violenta.

Quando qualcuno toglie la libertà ad un altro, quando qualcuno con qualunque mezzo assoggetta un altro al suo volere, quando qualcuno persegue i suoi interessi applicando l’ideologia del dominio, deve essere contrastato. Non è possibile accettare e rassegnarsi. Occorre, invece, ribellarsi, boicottare, far sentire la propria voce. Perché la mancanza di tutto questo, in effetti, ci rende complici del dominio e dell’ingiustizia. Il dominio e l’ingiustizia, infatti, si nutrono e prosperano rigogliosi proprio grazie al silenzio, alla rassegnazione e a questo nuovo e distorto concetto di tolleranza.

Nel 1600 Renè Descartes, filosofo e scienziato, sosteneva che gli animali non potessero provare alcun tipo di emozione, che fossero come dei vegetali o degli automi che si muovevano guidati esclusivamente dal loro istinto bestiale. A ben pensarci, questa sua tesi era l’unica accettabile se si desiderava continuare a sfruttare, imprigionare, mutilare e uccidere gli animali diversi da noi. Oggi, dopo innumerevoli scoperte e studi di etologia, nessuna persona di buon senso può negare che gran parte degli animali possano provare rabbia, piacere, noia, tristezza, gioia. Quasi ogni animale rinchiuso in una gabbia cercherà in tutti i modi di uscirne nel tentativo di riconquistare la sua libertà, quasi ogni animale desidera vivere con il suo branco o il suo stormo, proprio come molti umani desiderano vivere con la propria famiglia, la propria tribù, i propri gruppi di affinità.

Siamo di fronte, quindi, a popolazioni di persone non umane che hanno un modo diverso dal nostro di interpretare il mondo.
Dominando e sfruttando queste popolazioni, gran parte degli umani applicano platealmente e pedissequamente l’ideologia razzista (o meglio specista) sostenendo che tutto ciò che è diverso da noi non ha valore, non ha pensiero, non ha cultura, non ha diritti. Può quindi essere schiacciato e assoggettato ai nostri voleri, può essere usato in qualsiasi modo per soddisfare i nostri bisogni, i nostri capricci.

Quando si sostiene di non essere d’accordo a voler estendere anche agli animali i diritti più elementari, si scorda sempre di spiegare il perché. Perché una persona umana ha il diritto alla libertà ed una non umana può essere segregata in gabbia, mutilata, alimentata forzatamente e uccisa? Forse perché l’uomo fu creato ad immagine e somiglianza di dio e gli venne concesso l’appalto per sfruttare ogni animale terrestre? Forse perché noi siamo più intelligenti e loro un po’ più stupidi? O perché siamo i più forti, i più cinici, i più arroganti? O forse perché si è sempre fatto così, e certi insegnamenti si tramandano inesorabilmente senza possibilità di discussione?

Il movimento anarchico del futuro (e si tratta di un futuro molto molto vicino) sarà ovviamente antispecista perché l’antispecismo non è nient’altro che la naturale evoluzione di questo movimento, perché l’antispecismo smaschera senza vie d’uscita l’ideologia del dominio.

Chi se n’è accorto sta già lavorando in questa direzione. Gli altri, le altre si stanno comportando da bravi conservatori che si arroccano sulle vecchie posizioni solo perché cambiare comporta degli atteggiamenti che si credono scomodi. Mai come in questo caso si comprende tanto bene come sia difficile rinunciare alla propria posizione di potere, al proprio trono che consente di essere i padroni indiscussi con tanti schiavi che esistono al solo scopo di servire i propri interessi. E visto che gli animali non possono ribellarsi da soli, appare chiaro che a compiere un passo indietro debbano essere gli umani. Un passo indietro che mandi all’aria il trono, il dominio, il potere. Una passo indietro che permetta anche alle altre popolazioni di esistere in libertà, dignità e rispetto.

Non esiste alcuna buona ragione per accettare lo sfruttamento e la schiavitù di altri esseri senzienti, soprattutto per un anarchico, per un’anarchica. Crollate miseramente tutte le motivazioni legate alla sopravvivenza, scoperti finalmente i disastri ambientali connessi indissolubilmente allo sfruttamento animale, non resta proprio più nulla. A parte, naturalmente, il gusto del dominio, il piacere del potere, la conservazione di stereotipi e di condizionamenti ereditati da vecchie culture basate sulla violenza, sulla gerarchia, sul diritto del più forte.

Francamente non occorrono particolari approfondimenti etici o filosofici per comprendere tutto questo, per avere la percezione di come lo sfruttamento animale sia la base per costruire lo sfruttamento degli uomini e delle donne. È tutto davanti ai nostri occhi. In fondo basterebbe aprirli e chiedersi il perché.

È dunque importante sottolineare che l’antispecismo e la sua pratica di lotta per la liberazione animale, non sono soltanto una forma di attivismo contro l’ingiustizia perpetrata ai danni di popolazioni non umane, ma sono anche metodi per scardinare la grammatica dello sfruttamento: quel senso di superiorità prettamente umano che consente di dominare altre razze, generi, etnie, specie e minoranze di ogni tipo.

Troglodita Tribe
FONTE



Emancipazione antispecista
di Andrea Papi

Carissima redazione (di A-Rivista anarchica),
condivido l’impostazione culturale e filosofica di Troglodita Tribe, espressa in “Le ragioni dell’antispecismo”, apparso nel n. 367 di “A” rivista anarchica. Fabio e Lella hanno perfettamente ragione nel sostenere che la sottomissione di altre specie viventi all’egemonia tirannica della specie umana fa parte delle logiche del dominio che gli anarchici, in quanto anarchici, dovrebbero combattere, anche se in verità più che di “verità in tasca” si tratta di convinzioni e sentimenti profondi. 

Già a suo tempo, soprattutto in Per un nuovo umanesimo anarchico, ma anche con qualche sostanziale cenno in Tra ordine e caos, avevo sostenuto che l’anarchismo, concezione espressa da individui umani, dovrebbe superare il limite ottocentesco di concepire l’anarchia limitata esclusivamente alle società umane. 

Oggi, fortunatamente, si sta diffondendo una nuova consapevolezza, che riconosce che il discorso dell’emancipazione sociale non può rimanere rinchiuso negli angusti ambiti delle relazioni antropocentriche, mentre necessita di estendersi a tutte le manifestazioni della complessità degli ecosistemi, secondo me addirittura in chiave cosmica e non semplicemente in chiave terrestre. La liberazione, cioè la possibilità di esprimere individualmente e collettivamente la pienezza e la gioia della libertà in tutta la sua forza e in tutte le sue implicazioni, non può non comprendere, per coerenza endemica, l’intero arco delle relazioni e della complessità differenziata, altrimenti, al di là di ogni buona volontà, non potrà che riprodurre altre forme di dominio, in quanto tali sempre aberranti.

Ciò che non condivido è la certezza di Fabio e Lella che a breve il movimento anarchico diverrà ovviamente antispecista. Può darsi, ma non è sicuro. E che lo diventi oppure no nulla toglie al valore dell’anarchismo. Che l’anarchismo, come pratica e visone del mondo, sia di per sé, per la natura intrinseca del suo concepirsi, antispecista, lo trovo quasi ovvio, proprio perché l’anarchismo è sorto come sviluppo di un sentimento condiviso contro ogni ingiustizia ed ogni forma di dominio. 

Ma il movimento anarchico non è la stessa cosa. Il movimento è l’insieme degli individui che si riconoscono nei presupposti e nei valori dell’anarchismo e che agiscono e pensano per la loro realizzazione, sia completa sia parziale. Come dunque il movimento nacque proiettato verso una problematica sociale vissuta tutta, inconsapevolmente, in chiave antropocentrica, così non è detto che a breve tutti gli individui che si riconoscono nell’anarchismo si sentiranno, quasi “per forza”, proiettati anche verso l’impostazione antispecista.
Cari/e compagni/e, personalmente concordo pienamente con voi e, nel mio piccolo, ogni volta che mi si offre l’occasione, cerco di far comprendere come lo sfruttamento e l’oppressione che la nostra specie propina alle altre specie siano da condannare e da combattere esattamente come condanniamo e combattiamo quelli contro altri esseri umani diversi per condizioni cultura e origini. Ma i processi di consapevolezza e di emancipazione sono lunghi e difficili. Ci vuole pazienza e perseveranza, oltre che capacità di comprendere le ragioni di chi ha punti vista diversi, addirittura contrari. L’intolleranza non è mai amica delle lotte di emancipazione, qualunque esse siano, anche quelle interne al nostro movimento.

Andrea Papi
(Forlimpopoli - Fc)

Un caro ringraziamento ad Andrea Papi che, con la sua lettera pubblicata sul penultimo numero di A rivista (“A” 368, febbraio 2012), si trova in pieno accordo con noi circa il fatto che l’anarchismo, per sue intrinseche ragioni, sia da considerarsi inevitabilmente antispecista. 

Molto interessante anche la sua precisazione sulla basilare differenza tra l’anarchismo (in quanto idea) e il movimento anarchico fatto di persone che si riconoscono nei presupposti e nei valori di quell’idea.

Le persone non sono mai perfette e quindi ci vuole pazienza e perseveranza e soprattutto tolleranza.
Ma è proprio su questo termine, tolleranza, che secondo noi si gioca gran parte dello specismo
fortemente radicato non solo nel movimento anarchico vecchio stampo, ma anche in gran parte di quegli ambienti che si considerano evoluti e impegnati nella costruzione di una società libera.

La tolleranza, infatti, viene inquadrata, sempre e comunque, come un valore positivo e irrinunciabile. Ma ovviamente non è così. Tolleranza e intolleranza dovrebbero alternarsi in relazione alle situazioni.
Essere intolleranti non è solo sinonimo di prepotenza o arroganza.

L’intolleranza nei confronti dell’ingiustizia è un atteggiamento irrinunciabile per qualunque persona che scelga di non essere complice delle prepotenze e delle violenze che ogni forma di potere, puntualmente, applica. La tolleranza nei confronti dell’ingiustizia è sempre complicità. Soprattutto quando ci sono delle vittime. Vittime del razzismo, del sessismo, vittime delle dittature, vittime senza voce che possono solo contare su chi osa non tollerare le ingiustizie attraverso l’attivismo, la sensibilizzazione, il boicottaggio, la denuncia e la chiara affermazione della propria coscienza.

Questo, naturalmente, non significa rifiutare a priori opinioni diverse dalle nostre. Ma ci sentiamo di sottolineare che quando un comportamento o un’opinione politica o un atteggiamento sono già dichiaratamente intolleranti, non possono invocare, a loro volta, il diritto alla tolleranza. Sarebbe come dire che un razzista chiede di poter continuare con le sue discriminazioni e le sue violenze per una questione di tolleranza. O che un uomo desideri veder tollerato il suo buon diritto a dominare, picchiare, violentare sua moglie perché, secondo la sua opinione, l’uomo è un essere superiore e può fare della donna tutto ciò che vuole.

E per quanto riguarda lo specismo, che è il dominio su tutti gli animali non umani, sta avvenendo esattamente questo. Ci sono in ballo prigionie, mutilazioni, segregazioni al buio per l’intera esistenza, alimentazioni forzate, deportazioni, agonie. Nei casi migliori sfruttamento intensivo e uccisione quando non servi più. È davvero accettabile che una persona che si rispecchia in un’idea così alta come l’anarchismo, possa, non solo chiedere tolleranza di fronte a tali brutali e plateali ingiustizie, ma ne sia anche il complice, il mandante? 

Noi abbiamo sempre identificato nel movimento anarchico quell’insieme di persone che non ci stanno, che non accettano di adattarsi tanto facilmente alle plateali ingiustizie che governano questo mondo. Da quando abbiamo iniziato a vivere cercando di seguire questa non accettazione, che è anche una non rassegnazione, la nostra vita, naturalmente, si è fatta anche un po’ più difficile, povera, complicata, ma gli orizzonti che si sono aperti sono stati (e sono) anche un ossigeno di una qualità sempre più alta a cui oggi difficilmente riusciremmo a rinunciare. Abbiamo quindi una grande opinione dell’idea anarchica e del suo movimento a livello storico. Ma oggi non possiamo non constatare l’assordante silenzio che sta operando nei confronti dell’ideologia del dominino strettamente connessa allo specismo.

E tutto questo, per noi, è assolutamente intollerabile.

Troglodita Tribe
FONTE

Altro interessante documento è il seguente:
Benefit per le/i prigionier*: solidali con alcun*, oppressori con altr*
di Alcune individualità antispeciste – azione-antispecista@krutt.org

"...le ossa, il grasso, i muscoli e i tessuti di esseri che un tempo
sono stati vivi e che sono stati massacrati 
per assicurarsi parti dei loro corpi. 
Questa scena vi travolge e, di colpo, scoppiate a piangere. 
Il dolore, la tristezza, lo shock vi sopraffanno, 
magari anche soltanto per pochi istanti. 
E, per un attimo, siete in lutto, siete in lutto 
per tutti gli animali senza nome che stanno di fronte a voi." 
James Stanescu, Questione di specie

La catena alimentare, la legge della natura, l'oppressione del più forte verso il più debole, la disuguaglianza, il dominio: il nostro è un mondo basato sulla prevaricazione che noi non accettiamo.

C'è chi dona la propria vita per un mondo liberato: tant* sono le/i compagn* che ci hanno lasciato e che ci lasceranno, uccis* o schiacciat* da una realtà che ci opprime ogni giorno. Tant* altr*, sacrificando la propria vita, finiscono in carcere: in gabbia. Dedichiamo la nostra esistenza a combattere le ingiustizie messe in atto dai più forti e spesso ci sentiamo impotenti di fronte a tanta violenza.

Mentre siamo impegnati nelle nostre lotte, dobbiamo fare i conti anche con la repressione, facendo sentire meno soli le/i prigionier* con lettere, presidi sotto le carceri, iniziative e benefit per pagare le spese legali. Spesso, però, in questi benefit si serve carne, probabilmente perché ci si dimentica, o forse, più superficialmente, non si pensa che il contenuto di questo o quel piatto prima era un animale, un essere vivo e senziente come noi e come noi pieno di aspettative di vita, pensieri, felicità, tristezze e desideri. Istinto di libertà. 

Come si può lottare per la libertà sfruttando la schiavitù di altri esseri che, come noi, desiderano solo essere liberi? Finiamo in carcere perché non vogliamo un mondo di oppressione, senza renderci conto che, spesso, siamo noi gli oppressori. Accettare questo dato di fatto è il primo passo verso una consapevolezza generale che può permettere di realizzare un cambiamento, il cambiamento: quello verso la liberazione totale. 

La società in cui viviamo rende impossibile una vera coerenza, ma ciò non può e non deve sminuire i piccoli e i grandi passi che facciamo, possiamo e dobbiamo fare, se davvero vogliamo che la liberazione totale non sia un semplice slogan, ma diventi una realtà. I nostri spazi, liberati dal mondo e dalla società capitalistica, fino a che punto sono veramente liberi? 

La lotta non è, e non deve essere, rivolta solo contro l'esterno. Deve essere rivolta anche al nostro interno, contro le pratiche di abuso e di potere che spesso, più o meno inconsciamente, reiteriamo a nostra volta nei confronti di noi stess*, delle/dei compagn* e negli spazi liberati. Quella contro noi stess*, contro le strutture di dominio che ci sono state inculcate dalla cultura e dalla società, è forse la lotta più difficile da combattere. 

Ci impegniamo con tutte le forze per cambiare modo di vivere, per adottare un linguaggio, per intrecciare relazioni dove non ci sia posto per idee razziste e fasciste, machiste e maschiliste, omofobe e capitaliste. Siamo empatici con i deboli e con chi viene sopraffatto, perché apparteniamo tutti a una grande categoria: quella delle/degli oppress*, delle/degli sfruttat*. 

Il rifiuto di collocarsi e collocare altr* in una scala gerarchica non può essere la scelta individuale di un singolo. Se così fosse, ne conseguirebbe che potremmo accettare e perfino rispettare ogni tipo di comportamento fascista. È una scelta che coinvolge necessariamente le/gli altr*, una scelta politica. 

Decidere di non cucinare e mangiare cibo ottenuto dallo sfruttamento e dalla morte degli animali è prima di tutto, infatti, una scelta politica, un'azione diretta e concreta contro ogni dominio. In quei piatti ci sono violenza e sfruttamento, la stessa violenza e lo stesso sfruttamento che ci consumano ogni giorno, sottraendoci tempo, vita e salute, trasformandoci in prodotti selezionabili nei banchi di quel supermercato chiamato capitalismo. 

Rifiutarsi di consumare qualsiasi prodotto derivato dalla schiavitù e dalla prigionia di altri individui, umani e non umani, è l'unico modo per sottrarsi alla struttura oppressiva di ogni gerarchia, per eliminare definitivamente ogni forma di sfruttamento e di dominio dalle nostre pratiche politiche. 

Distruggiamo tutte le prigioni, non solo quelle degli animali umani. Perché fino a quando esisteranno gabbie e sbarre, nessun* potrà mai essere liber*.

Alcune individualità antispeciste – azione-antispecista@krutt.org


martedì 20 ottobre 2015

"Così perfetti e utili" presentazione del libro e dibattito + Osteria Vegan - La Scintilla



Serata su ecologismo, questione animale e antispecismo:
Ore 20.00 Osteria Vegan: Laboratorio libertario per palati antispecisti (a breve il menu).
Ore 21.30 Presentazione del libro "Così perfetti e utili: genealogia dello sfruttamento animale" e dibattito libero con l'autrice, da anni attivista del movimento di liberazione animale.
"Una ricerca tra gli archivi del sapere di utilizzo animale nella storia. Come cambia il potere sugli animali con l'emergere delle nuove scienze biologiche? Come cambia con l'avvento dell'industrializzazione? In che relazione è questo potere, apparentemente non politico, con l'indirizzo biopolitico della società otto-novecentesca? Benedetta promuove una prospettiva liberazionista per l'antispecismo e il movimento animalista, che include umani e non umani in una medesima prospettiva di liberazione antiautoritaria."

Aspettiamo (puntuali!) tutti gli interessati per gustare in compagnia prelibatezze vegane, di cui potrete portarvi a casa le ricette, e per arricchire il dibattito sulle tematiche sollevate dal libro di Benedetta con la loro partecipazione!

FONTE

domenica 26 luglio 2015

#3 Intervista a Tino Verducci: attivismo e liberazione animale.

Bio: "Tino Verducci è coinvolto nell’attivismo radicale sin dagli anni '90 con il movimento di Liberazione Animale del Regno Unito che portò alla chiusura di parecchi centri di allevamento di bestiame e di animali da pelliccia.
Dallo scorso anno Tino gestisce un centro a Londra con altri movimenti sociali, e lavora sull’auto-organizzazione, sui progetti non gerarchici per un radicale cambiamento sociale.
Oggi lavora con "Animal Justice Project”, un’organizzazione internazionale non profit con base a Londra e Los Angeles impegnata a porre fine alla sperimentazione sugli animali e altre forme di specismo. E’ inoltre abituale relatore in Europa e negli Stati Uniti."











Tino sarà relatore alla Animal Rights National Conference 2015 per "Animal Justice Project" che si terrà a Washington (USA) dal 30.7.15 al 2.8.15.





Cominciamo questa interessantissima intervista a Tino Verducci per sapere e capire di più sul movimento per la liberazione animale in altri paesi del pianeta.

G.B.: Tutti coloro che si stanno impegnando nella lotta per liberazione animale, umana e della terra hanno avuto ad un certo punto della loro vita come una scintilla illuminante che ha permesso loro di aprire gli occhi sulla realtà delle immani ingiustizie che i più deboli subiscono ogni giorno. Quale è stata la tua "scintilla"? come e perchè hai cominciato a lottare contro le ingiustizie del sistema imperante?

T.V.: In verità ho avuto due “scintille”, la prima nel settembre/ottobre del 1985. Ero all’Oktoberfest a Monaco di Baviera e vedendo migliaia di persone che mangiavano insieme, all’improvviso ho pensato quanti animali sarebbero stati uccisi durante l’Oktoberfest e da quel momento sono diventato vegetariano.
La seconda scintilla, è avvenuta nel Marzo del 1987 durante la conferenza
“Noi e gli altri animali” http://www.radioradicale.it/scheda/20234/20259-convegno-noi-e-gli-altri-animali. Tra gli speakers c’era un portavoce del Animal Liberation Front che spiegava le tattiche e le liberazioni. Il suo discorso mi ha ispirato tanto che il primo dicembre dello stesso anno mi sono trasferito qui in Inghilterra.


G.B.: Quale è stato il successo o l'insuccesso che hai vissuto e che ti ha segnato più di tutti?

T.V.: Appartengo alla “vecchia guardia” del movimento, del movimento che è stato inspirato da Ronnie Lee, Keith Mann, John Curtin e tutti gli attivisti degli anni '90 che avevano la liberazione animale nel sangue.
Vedere chiudere Consort beagles, Save the Hillgrove Cats, Save the Newchurch Guinea Pigs ha fatto credere che si poteva raggiungere la liberazione animale. Poi subito dopo la campagna SHAC della repressione susseguente le connessioni con attivisti europei e americani
L’insucesso? Sono pessimista e ci sono tantissimi insuccessi ma, il momento più triste e stato il 16 Aprile 2014, mentre veniva annunciata la condanna a Debbie Vincent, per 6 anni di prigione per associazione di idee.
E’ stato un momento scioccante anche perchè c’era sempre stato un buon rapporto con Debbie.


G.B.: La tua vita attualmente è strettamente connessa alla realtà di Animal Justice Project (sbaglio?) che sta cercando di opporsi in questi giorni all'ampliamento del B&K in UK (allevamento di animali destinati ai laboratori di vivisezione, Marshall, Green Hill.). Ritengo veramente importante la campagna che state realizzando contro la suddetta multinazionale. Tuttavia, oltre all'informazione, alle manifestazioni ed ai sit-in di protesta cos'altro si potrebbe fare di incisivo e risolutorio per evitare l'ampliamento della struttura di B&K?

T.V.: Ho collaborato con Animal justice Project facendo delle ricerche su due campagne e ho stima per il loro lavoro ma non sono un loro portavoce.
Al  momento non c’è nessuna campagna attiva contro B&K (eccetto petizioni e email che non cambiano assolutamente nulla). Questo è un problema generale in Inghilterra, siamo d'accordo che la repressione ha tolto i più attivi del movimento militante ma, non ci sono persone con esperienza e idee per riportare il movimento indietro di 15/20 anni.
Cosa si puo’ fare per evitare l’ampliamento?
Prima di tutto il governo conservatore (e quello di prima laburista) sostengono la vivisezione e faranno di tutto per sostenere il mondo che loro chiamano “scienza”. Dobbiamo ricordare che per ben due volte il permesso era stato negato e probabilmente c’è stata una pressione al governo per cambiare decisione.
Questo allevamento si costruirà in un posto piccolo del nord est inglese e facendo continue proteste darà molto fastidio agli abitanti (motivo principale per cui era stato respinto l’ampliamento già due volte). Penso che questo sia l’unico modo per spingere gli abitanti ad una protesta di massa; ma ne dubito perchè B&K chiederà una ingiunzione subito per evitare proteste (c’è una storia di 100 stabilimenti che sono ricorsi a queste protezioni di legge per evitare proteste).


G.B.: Se qualcun* volesse aiutare l'attuale campagna contro B&K, come e cosa potrebbe fare?

T.V.: Rimanere in contatto con Animal Justice Project per “updates” sulla campagna. https://www.facebook.com/animaljusticeproject  http://www.animaljusticeproject.com.


G.B.: Cosa ne pensi dei movimenti animalisti? e di quello antispecista? Raccontaci un po' dei movimenti in UK e in USA...

T.V.: In Inghilterra come negli USA non si usa spesso la parola "antispecista" come la usate voi in Italia. In generale, sia negli USA che in Inghilterra, durante gli ultimi 8-9 anni le autorità hanno reso l'attivismo militante virtualmente impossibile. Tuttavia, allo stesso tempo abbiamo visto che le investigazioni hanno indotto il panico nelle industrie e provocato ridicole accuse contro gli attivisti coinvolti, (Austria e Spagna sono buoni esempi), ma il fatto sta che le campagne di maggior successo degli ultimi anni non hanno coinvolto qualsiasi azione illegale.
Quando si parla di perdita di numeri, posso dirvi che ho guardato il movimento UK essere decapitato numerose volte quindi non è una sorpresa che l'attivismo nel Regno Unito stia crollando.
La sfida è di trovare un nuovo modo di fare le cose, piuttosto che perseguendo le stesse idee vecchie fallite perché i nostri più grandi successi sono venuti sempre quando abbiamo cambiato il nostro approccio, e i nostri fallimenti più grandi sono venuti avendo perseguito tattiche non riuscite.

Se si studia la storia del movimento di quel periodo con le diverse leghe di liberazione dei primi anni '80 fino ai giorni nostri, il Regno Unito nella sua forma attuale nesessita di nuove idee piuttosto che ripetere quelle che non funzionano più.
È solo quando gli attivisti possono incontrarsi e condividere idee che portano nuovi approcci, si può sperare in un cambiamento.
Questo principio è stato usato negli USA dopo il SHAC7 e gli arresti ELF e sta portando attivisti nel movimento.

Abbiamo bisogno di costruire ponti con persone normali, non cercando di rieducare razzisti, Ronnie Lee aveva fatto questa proposta nel 1990 quando il sostegno pubblico per i diritti degli animali era comparativamente minuscolo.
Tuttavia, in questi tempi con i social media, c'è più sostegno per i diritti degli animali, ma per qualche motivo il movimento animalista non ha il sostegno concreto e dobbiamo guardare a noi stessi e pensare a quello che stiamo facendo realisticamente... e mi dispiace dire che la gente indossando un passamontagna marchiato e altre persone seminude (269 Life),  non è il look che dobbiamo adottare in futuro!

Dobbiamo, evidenziare le sofferenze degli animali, dobbiamo  creare un movimento hardcore di attivisti disposti a fare qualsiasi cosa per portare alla liberazione degli animali non umani.
Gli animali non hanno tempo per noi per educare i 7 miliardi di persone, molti dei quali non gli frega di nulla degli animali.
Dobbiamo uscire dal nostro guscio, dobbiamo uscire dal nostro “confort” e fare come le “suffragette” (https://it.wikipedia.org/wiki/Suffragette) che lottavano per il cambiamento all'interno della società: è il modo migliore e più efficace per portare cambiamenti agli animali non umani.
Dobbiamo uscire nelle strade e iniziare dialoghi con persone normali; quando mi riferisco a persone "normali", voglio dire le persone che non sono attive per i diritti degli animali e sono rappresentativi di una sezione trasversale della società e che dobbiamo interagire con loro.
Io non sto sostenendo cortei silenziosi che poi, generalmente riescono a trasmettere il messaggio desiderato, anche se almeno con un corteo funebre si fanno associazioni mentali immediate sulla morte degli animali che non fai quando guardi un umano marchiato.

Negli USA, il movimento Direct Action Everywhere (DxE) è diventato un culto.
Ma non sono d'accordo con loro: DxE sostiene di essere focalizzato su azione diretta ovunque e il loro obiettivo primario è di fare proteste all'interno di Whole Foods, Chipotles e Trader Joes - tre aziende che hanno promesso "trattamenti umani agli animali" ai loro clienti.
DxE  non prende di mira le grandi compagnie tipo, Walmart 3,000 negozi, McDonalds 18,000, KFC 30,000 e Burger King 12,000 oppure compagnie di allevamenti intensivi come Tyson/Smithfield.
DxE usa gridare e strillare invece di discuterne con calma con la gente per poi  promuovere l’obiettivo del veganismo pubblico.
DxE inoltre usa “leaders” e una “open policy” che ha già visto ragazze usate per sesso.
Se noi vogliamo lottare per un mondo antispecista dobbiamo togliere questi individui.
Se noi attivisti sembriamo normali, persone sane e felici, poi più persone vorranno diventare come noi. Se noi ci facciamo vedere arrabbiati, lunatici, misogini e razzisti o partecipiamo a rituali bizzarri e alienanti è molto meno probabile che le persone vogliano diventare attiviste. 


G.B.: cosa ne pensi delle grandi organizzazioni planetarie che si occupano di animali?

T.V.: Dipende dai nostri obbiettivi, le grandi organizzazione sono multi millionarie e rimarranno sempre cosi perchè sanno come fare soldi.
Quando inizi a pagare il personale per la tua organizzazione, inizi a pensare diversamente perchè il tuo primo obbiettivo è fare soldi e il secondo è quello di aiutare gli animali. Per fare quest’ultimo non puoi portare avanti un discorso abolizionista perchè le persone non ti seguiranno e daranno donazioni.
Purtroppo negli ultimi anni abbiamo visto il crescere di buone organizzazioni a livello di movimenti autonomi che hanno cambiato la loro prerogative.
Molta colpa è di persone tipo, Nick Cooney che ha portato l’idea di come fare più soldi con il suo libro “Change of Hearts”, oppure un altro brutto esempio è Animal Charity Evaluator, che dice puoi salvare un numero di animali per ogni euro donato.
Se sei un attivista, sai che l’unico animale salvato è quello liberato.
Però non posso, non ammettere che molte persone si sono avvicinate al movimento di liberazione animale grazie a queste grandi organizzazioni e molte lavorano bene.


G.B.: quali sono le difficoltà incontrate nel rendere efficaci le campagne di Animal Justice Project?

T.V.: Le campagne lanciate finora da Animal Justice Project sono state abbastanza efficaci; siamo andati nei piu’ grandi giornali inglesi come il Sunday Times, in radio e televisione.
AJP cerca di fare qualcosa di diverso in Inghilterra/USA e per ora siamo soddisfatti per come le campagne si sono sviluppate. Stiamo preparando altre campagne per attirare migliaia e migliaia di persone, però è un lavoro lento perchè siamo in pochi.
Dal 31 Luglio saremo a Washinghton per cercare di portare la nostra voce oltre Oceano perchè crediamo che abbiamo qualcosa di diverso e nuovo da offrire al movimento di liberazione animale.


G.B.: per chiudere ...un ultimo tuo pensiero/idea/aneddoto ce lo puoi lasciare?

T.V.: La mia ultima parola è quella che gli attivisti dovrebbero imparare più psicologia sociale perché sprechiamo troppo tempo a fare sempre gli stessi errori.

G.B. ringrazia infinitamente Tino per l'interessantissima intervista: è sempre costruttivo scambiare punti di vista ed esperienze diverse e per questo vi invito a leggere attentamente ed a ringraziare Tino per la sua disponibilità!

sabato 11 luglio 2015

Restiamo Animali di Lorenzo Guadagnucci

Tra le letture da non perdere metto in elenco anche questo libro di Lorenzo Guadagnucci "Restiamo animali" che mi ripropongo di acquistare entro breve.

Restiamo animali

"Chi sceglie la nonviolenza come stile di vita non può nutrirsi di animali. "La scelta vegana non è che la premessa, forse la condizione per ciò che davvero conta, ossia l’impegno per costruire una società più giusta".

Lorenzo Guadagnucci, giornalista e attivista, in questo libro spiega come “la scelta vegana non è che la premessa, forse la condizione per ciò che davvero conta, ossia l’impegno per costruire una società più giusta. 

‘Restiamo animali’, diciamo a noi stessi, perché siamo coscienti d’essere ospiti - e non dominatori - del pianeta Terra, compagni di viaggio di tutti gli altri viventi, ai quali dobbiamo rispetto. 

Non stiamo parlando di diete, né di precetti di natura religiosa, ma di una prospettiva di cambiamento culturale e politico. 

Il cuore dell’animalismo, direi meglio dell’antispecismo, è qui. 

È una lotta contro l’ingiustizia”. 

"Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana." 
Albert Einstein 

"Il modo perfettamente 'razionale' in cui noi uomini alleviamo gli animali per ucciderli è un ottimo esempio della barbarie della ragione." 
Tiziano Terzani 

"Verrà il tempo in cui l’uomo non dovrà più uccidere per mangiare, e anche l’uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto." 
Leonardo da Vinci 

Lorenzo Guadagnucci è tra i promotori del Comitato Verità e Giustizia per Genova e del gruppo Giornalisti contro il razzismo, e uno degli autori della trasmissione “Restiamo Animali”, in onda su Controradio-Popolare Network. Ha pubblicato, tra l’altro, i libri Noi della Diaz (Terre di mezzo/Altreconomia), Lavavetri (Terre di mezzo) e L’eclisse della democrazia (con Vittorio Agnoletto, Feltrinelli).

Dice di sè: "Faccio il giornalista, lavoro alla redazione cultura/spettacoli del Quotidiano nazionale, a Firenze. Sono fra i promotori del Comitato Verità e Giustizia per Genova e del gruppo Giornalisti contro il razzismo. Ho scritto dei libri sul commercio equo e solidale, le forme di altreconomia, sul G8 di Genova del 2001, sull’autoritarismo che monta, sul razzismo a mezzo stampa e i modi per contrastarlo, sulla questione animale come questione di giustizia. Sono amico della nonviolenza, antispecista e quindi vegano. 
Penso che la difesa dei diritti umani sia impossibile se non diventa affermazione dei diritti del vivente." (Info)

venerdì 10 luglio 2015

Lo specismo non è un’isola: antispecismo, animalismo e fascismo - Asamblea Antiespecista de Madrid

Mosaic II by M.C. Escher, 1957
G.B. condivide in toto quanto scritto da Asamblea Antiespecista de Madrid e riportato da Veganzetta in cui si riflette sulle infiltrazioni fasciste, spesso qualunquiste e indifferenti ad ideologie discriminatorie, nel movimento animalista e antispecista.





"Si riceve da Asamblea Antiespecista de Madrid e condividendone in pieno i contenuti si divulga:

Riflessioni sulle posture apolitiche, l’irruzione del fascismo e il “va bene tutto” nei movimenti animalisti.

LO SPECISMO NON È UN’ISOLA

Considerando che non esiste un movimento animalista come tale, ma una gran varietà d’individui e gruppi con diverse tendenze, metodi e addirittura obiettivi, vogliamo mettere al centro della discussione qualcosa che crediamo che sia comune e fondamentale per qualunque persona che si preoccupi della situazione degli altri animali nella nostra società: preoccuparsi per una situazione ingiusta, prendere una posizione rispetto alla questione e iniziare una lotta attiva per cambiare questa situazione, comporta infatti scegliere una posizione e una prassi politica.
Nel caso antispecista, questa posizione si traduce nel dar priorità a questioni fondamentali come il rispetto verso la vita e la libertà degli altri individui, al di là di questioni arbitrarie e al di là di leggi e privilegi.
In questo senso ci preoccupa osservare come in determinati ambiti si tolleri in maniera acritica o, addirittura, si accetti apertamente che persone con ideologie e prassi autoritarie partecipino alla lotta animalista, con la giustificazione di “Non ci interessa la scelta politica della gente fin quando aiuti gli animali” (questa me la sento dire spesso).
Spesso, per spiegare il nostro rifiuto verso il massacro degli animali non umani lo paragoniamo con quello che è successo in altri momenti o luoghi a gruppi umani, come per esempio l’Olocausto nazista.
Nonostante ciò, capovolgendo la situazione, ci sembra che la difesa degli animali non umani non abbia niente a che vedere con le problematiche umane e tolleriamo che coloro che giustificherebbero l’Olocausto difendano gli animali al nostro fianco. 
Difendere gli animali è fare politica e adottare una posizione politica differente verso un gruppo o un altro, è discriminazione."

giovedì 28 maggio 2015

#OccupyMcDonaldsTOUR: l'antispecismo non è un business - Earth Riot (Convivenza Pacifica)







McDonald's col suo panino vegano attualmente commercializzato e proposto nei suoi punti vendita è quanto di più meschino la grande multinazionale potesse proporre: il tentativo di mercificare la lotta antispecista e di annullare la portata rivoluzionaria del veganismo ha provocato il nostro netto dissenso. Da qui è nata la campagna #OccupyMcDonaldsTOUR.

(leggi QUI! l'articolo di Earth Riot per intero)

















FONTE

Secondo weekend antispecista in Valchiusella - Oltre la Specie

Il 20 e 21 giugno 2015 si terrà il secondo weekend antispecista a Traversella in Valchiusella.

Dopo l'entusiasmante esperienza dello scorso anno, non era possibile non replicare!

Quest’anno il filo conduttore della due giorni sarà la presentazione e l’analisi di alcune modalità di lotta per rintracciare possibili spunti per strategie e tattiche per la liberazione animale. Il tutto condito con belle passeggiate nei boschi, proiezione di film, pasti succulenti e un clima di festosa amicizia.

Il luogo è sempre il soggiorno montano di Traversella e si potrà arrivare già dal venerdì sera in loco. Il soggiorno montano può ospitare solo 45 persone per la notte quindi se siete interessati a partecipare occorre prenotare al più presto.

Il costo totale (comprendente pernottamento, colazioni, pranzi e cene) sarà di 50 euro. La prenotazione è obbligatoria e va fatta mandando una mail a animalistanata@libero.it

Il programma prevede una passeggiata il sabato mattina. 
Sabato pomeriggio e sera: proiezione del film “Dell’arte della guerra” e un dibattito con la presenza dei protagonisti del film (che sono gli operai dell’INNSE che nel 2009 vissero 8 giorni sul carroponte nel tentativo di evitare lo smantellamento della loro fabbrica). 
Domenica mattina partenza per una escursione guidata, pranzo al sacco e incontro con attivisti curdi che ci racconteranno la loro esperienza di lotta nella Rojava. 
La sera proiettermo il film Milk.

A breve sarà pronta la locandina.

martedì 21 aprile 2015

Cena per le bambine - Vitadacani Onlus

SABATO 25 APRILE 2015 ORE 20.30 PRESSO VITADACANI ONLUS via Mattei 140, 20020
Arese
si terrà l'appuntamento mensile con la cena presso il nostro parcocanile di Arese dedicata alle Bambine. Una cena da non perdere, 100% benefit, 100% cruelty free.
Un menù 100% vegetale, studiato per soddisfare i palati vegani ed onnivori, non mancate!

La cena si terrà presso il Parcocanile, in via Giannetto Mattei 140 Arese (Mi).

> Contributo richiesto 15 euro (escluse bevande)
> Prenotazioni a tofubanzai@gmail.com
> Per info: 349.0581076
> Inizio cena ore 20:30

MENU 100% vegetale
ANTIPASTO
Tortino di asparagi con porri, panna e zafferano
Crocchette di miglio
Cuoricini di non-formaggio al veg parmigiano
PRIMO
Crespelle al forno con funghi e besciamella
SECONDO
Scaloppine di seitan
Insalatina di carciofi olive e prezzemolo
DOLCE
Torta al cocco
con assaggio di liquorino al cioccolato

BIO di Vitadacani Onlus (FONTE)
"L’associazione Vitadacani è un’associazione di volontariato senza scopo di lucro che opera in difesa dei diritti animali. Si batte contro l’abbandono, il randagismo, la vivisezione, l’importazione, l’esportazione e il traffico di animali e ogni forma di sfruttamento e maltrattamento degli stessi (dalla caccia, ai circhi, alle pellicce, ai combattimenti di animali, agli allevamenti intensivi).

Vitadacani si occupa anche del progetto “Le bambine”. Chi sono queste “bambine”? Ecco la loro storia in un contributo che ci ha inviato Vitadacani:

“Le bambine sono un branco di macachi fasciculares, dodici per l’esattezza – Pepe, la tredicesima, è morta 2 anni fa, di cui (della quale...n.d.b.) abbiamo deciso, per una serie di assurde contingenze, di farci carico. Sono tutte femmine, relativamente piccole di dimensioni (più o meno come un gatto), per questo ribattezzate affettuosamente le bambine.

Sono state salvate da un destino beffardo che le avrebbe portate sui tavoli dei laboratori o nelle gabbie di collezioni private.
Poco si sa in effetti del loro passato se non che, nel 2010, sono arrivate sulla nostra strada, in senso lato… e non solo, perché materialmente le abbiamo trovate, recuperate, caricate in macchina e accompagnate all’oasi dove ora vivono in pace. Il Parco Faunistico di Piano dell’Abatino, una perla stupenda, vicino a Rieti. All’interno di questo splendido centro, grazie all’intervento di Icare Europe e a una donazione privata, negli ultimi anni è stata realizzata una struttura per il recupero e la riabilitazione di primati salvati dai laboratori.

Non sappiamo perché le bambine siano nel nostro paese, cosa sarebbe loro successo non fossero state in qualche modo ritirate da noi. Di solito, vengono strappate dalla foresta, dalla vita libera, dai templi, dove sono presenze magiche di solenni guardiani, per finire in un laboratorio o in un orribile zoo o collezione privata. Non sappiamo quale sia il caso delle bambine, né da quale foresta, paese, parte del mondo provengano. Ciò che sappiamo e che ci importa è che ora Akù, Monique, Viola, Accio, Capitanarlock, Acktarus, Giada, Mora, Lara, Andy, Mia e Shiva abitano una grande voliera, baciate dal sole, in mezzo ad una natura quasi selvaggia”.

WEB SITE DI VITADACANI ONLUS

mercoledì 1 aprile 2015

Serata Antispecista a Bologna - Earth Riot (Convivenza Pacifica)

UN APPUNTAMENTO A CUI NON SI PUO' MANCARE E' LA SERATA ANTISPECISTA ORGANIZZATA DA EARTH RIOT (CONVIVENZA PACIFICA) ALL'XM24 IN VIA FIORAVANTI 24 A BOLOGNA GIOVEDI' 16 APRILE 2015 ALLE 20.00.
#Agripunk finalmente anche a Bologna! 
Ore 20.00 > Cena vegan benefit per Agripunk: i ragazz* dalla Toscana ci parleranno del loro progetto di liberazione animale, umana e della Terra, un rifugio per animali da reddito nato sulle ceneri di un ex allevamento Amadori.
www.agripunk.it

A seguire la presentazione di No Expo antispecista e Queer, con la rete #LiberatidaExpo], Frangette Estreme, Bella Veg, Earth Riot.
> Ore 22.00 - Concerti Punk con: The Moo-Rays - The Dirty Jobs - Vaargin

domenica 29 marzo 2015

Dominio


Brano tratto da Instinct – Istinto primordiale - 1999 diretto da Jon Turteltaub. Con Donald Sutherland, Anthony Hopkins, George Dzundza, Maura Tierney, Cuba Gooding Jr. 

La scheda info su Coming Soon e su Wikipedia

"La libertà esiste al di là di quei recinti che ci costruiamo da soli."

venerdì 27 marzo 2015

Se l'antispecismo e l'ideale di una società diversa... - Rita Ciatti

Spunti di riflessione e stimoli per avviare una costruttiva discussione scritti da Rita Ciatti, blogger e attivista antispecista. Idee su strategie per rendere più efficace la lotta allo specismo imperante attaccandolo da più parti. (G.B.)
___________________
"Se l'antispecismo e l'ideale di una società diversa - senza più discriminazioni, sfruttamento, dominio ecc. - hanno una possibilità di realizzarsi è quella di lavorare su più fronti:
- economico/politico: facendo richieste abolizioniste forti dal basso e anche a livello istituzionale, ad esempio trovo utile usare le leggi esistenti sugli allevamenti come grimaldello per mettere in difficoltà economica gli allevamenti, i circhi ecc., imponendo di rispettare quelle norme che, se davvero venissero fatte rispettare, porterebbero alla chiusura immediata diverse strutture; ad esempio i circhi non sono quasi mai a norma e ho trovato molto utile la campagna Liberi con una firma: iniziativa di delibera popolare che chiede al comune di Roma di legiferare in materia di attendamento dei circhi per esigere il rispetto della normativa UE; normativa che se venisse rispettata di fatto renderebbe il territorio romano terra minata per molti circhi o quasi tutti. Se altre città seguissero l'esempio, l'intera Italia diventerebbe terra ostile per i circhi.
Nota importante: può sembrare un controsenso appellarsi a quelle istituzioni e leggi che proprio sono responsabili del tipo di società che vorremmo decostruire, ma penso che alcune battaglie specifiche contro determinate forme di sfruttamento possano e debbano essere contestualizzate. Quindi chiedere al ministero dell'agricoltura e allevamento di far chiudere gli allevamenti di visoni, insieme a campagna mirate dal basso (ottima la campagna Visoni Liberi) in cui si sensibilizza anche la collettività, per me è una strategia molto utile. 
Certamente far chiudere un settore dello sfruttamento degli animali NON ha ancora cambiato la società fondata sulla logica di dominio dei corpi animali (sia umani, che non), però ha assestato un piccolo scossone a livello economico a chi lucra su questo commercio; lo stesso discorso si può fare per la vivisezione e trovo ottima, ad esempio, la campagna contro la KLM (la campagna si chiama "Senza Ritorno" ed è mirata al boicottaggio ed alla informazione su AirFranceKLM che trasporta animali verso i laboratori di vivisezione ed espatria immigrati senza documenti. - n.d.b.) perché di fatto, ostacolando l'approvvigionamento di animali diretti ai laboratori, si crea un danno economico forte. Sovente poi in economia si verifica il cosiddetto effetto domino per cui se parti di un settore cominciano ad andare a crisi, facile che l'intero settore poi capitoli definitivamente.
A tutte queste azioni DEBBONO accompagnarsi teorie serie di lotta contro l'INTERO sistema e un approfondito lavoro intellettuale e filosofico volto a cambiare per sempre il nostro rapporto con gli altri animali, non più di dominio, ma di solidarietà, rispetto, cooperazione, altrimenti rimarranno casi isolati e basta e potrebbero concretizzarsi tremila altre forme di sfruttamento in altri settori, magari non ancora scoperti.
- sociale: organizzarsi quindi in movimenti sempre più ampi di critica e lotta contro il sistema capaci di fare pressioni forti, significative. Teorizzare e sforzarsi di concretizzare nuove maniera di vivere in società, non più improntate al dominio e basate su logiche di potere dall'alto, ma in cui si responsabilizzi la collettività a livello individuale (ossia, la politica è cosa di ognuno, e ognuno lavora per la società in cui vive senza calpestare la libertà del prossimo; capire che tutti saremo liberi quando appunto TUTTI saremo davvero liberi. Tautologico? No. Semplice e logico).
- psicologico: sensibilizzazione, informazione, ovviamente con modalità di un certo tipo, efficaci e chiare negli scopi da raggiungere. Ad esempio lo scopo dell'antispecismo non è fare proselitismo vegano. Il veganismo è un effetto dell'essere antispecisti, non il mezzo, né tanto meno il fine. Molto efficace invece la diffusione di immagini e video tratte da investigazioni sotto copertura o quelle azioni volte a mettere in luce i processi, i meccanismi e la violenza sistemica delle pratiche di sfruttamento, tra cui presidi e campagne mirate. A patto che non siano sporadici, ma ben inseriti in un preciso obiettivo.
- filosofico: diffondere e continuare a teorizzare un pensiero critico che metta definitivamente in ginocchio l'antropocentrismo e lo specismo, nonché le dinamiche di dominio sulla natura e sugli individui senzienti e che apra a un diverso rapporto con l'animalità. Per animalità si intende tanto quella di tutti gli individui senzienti che abitano il pianeta, tanto quanto la nostra che abbiamo rimosso sotto secoli di sovrastrutture culturali.
- culturale QUINDI in senso ampio, intendendo tutto ciò che la nostra specie produce sia di intellettuale, che di materiale (quindi dobbiamo lavorare e incidere un cambiamento prospettico anche nell'arte, letteratura, cinema, linguaggio ecc.: tutta l'arte ad esempio è antropocentrica e raramente ha rappresentato gli animali come individui senzienti, ma quasi sempre come simboli o allegorie a rappresentare vizi e passioni umane ecc.).

Perdonate l'estrema sintesi. 
Sono punti che lancio per una discussione costruttiva con tutti voi.
E non dimentichiamo mai che il fine non giustifica i mezzi, ma sono i mezzi ad indicare il fine."
(Rita Ciatti)
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Un ringraziamento forte a Rita: la lettura dei suoi scritti è sempre di stimolo a migliorare e a migliorarsi.

FONTE: Colpiamo ovunque, senza pietà!

giovedì 8 gennaio 2015

Presidi antispecisti contro DHL e AirFrance-KLM - Antispecisti Pratesi

"Da ormai oltre un anno la campagna contro il trasporto di animali ‘Senza RitornoGateway to Hell’ va avanti con determinazione anche in Italia con proteste contro le due aziende che al momento sono maggiormente responsabili di questa tratta: Air France – KLM, l’ultima azienda aerea commerciale coinvolta nel trasporto verso i laboratori nonchè responsabile della deportazione di migranti privi di documenti, e DHL principale partner commerciale dell’azienda cargo ABX Air che sta di fatto mantenendo in piedi il rifornimento di animali dal sud est asiatico verso gli Stati Uniti.


Nel fine settimana che va dal 16 al 18 Gennaio la campagna "Senza Ritorno" lancia un appuntamento nazionale, con proteste già confermate nelle zone di Milano e Firenze.


Nella zona di Firenze sono state organizzate le seguenti proteste:

Per venerdì 16 gennaio è previsto, dalle 14 alle 17, un presidio contro DHL – ABX Air presso il negozio DHL Express in Via E. Majorana, 63 a Sesto Fiorentino (FI), zona Osmannoro. Per raggiungere il presidio, da Prato autobus CAP CF per Firenze (partenza dalla stazione di Prato Centrale); da Firenze autobus CAP CF per Prato (partenza da Largo Fratelli Alinari, zona stazione Santa Maria Novella). 
Evento FB

Domenica 18 gennaio, invece, dalle 10,30 alle 17,30, saremo davanti all’aeroporto Amerigo Vespucci di Firenze per protestare contro Air France – KLM, il trasporto degli animali per la vivisezione e la deportazione dei migranti senza documenti. Per raggiungere il presidio, da Prato autobus LAM-MT per Firenze (partenza dalla stazione di Prato Centrale), da Firenze autobus CAP LAM-MT per Prato (partenza da Largo Fratelli Alinari, zona stazione Santa Maria Novella).
Evento FB

Maggiori informazioni sulle ragioni delle proteste: 
> Gateway to hell

RICORDIAMO A TUTT* CHE LIBERAZIONE ANIMALE È LIBERAZIONE DA OGNI FORMA DI DOMINIO, SFRUTTAMENTO, DISCRIMINAZIONE. NON TOLLERIAMO NESSUN COMPORTAMENTO E/O ATTITUDINE SPECISTA, FASCISTA, RAZZISTA, SESSISTA, OMOFOBA, TRANSFOBICA.

LASCIA A CASA BANDIERE E SIMBOLI DI PARTITI E ASSOCIAZIONI E PORTA IN PIAZZA LA TUA RABBIA."

lunedì 1 dicembre 2014

Tavolo antispecista per delle feste più buone - Earth Riot (Convivenza Pacifica)

DOMENICA 14 DICEMBRE DALLE ORE 10.30 ALLE ORE 14.00 A BOLOGNA - VIA INDIPENDENZA 20, SI TERRA' UN TAVOLO INFORMATIVO ANTISPECISTA ORGANIZZATO DA Earth Riot (Convivenza Pacifica).

Sarà un "presidio controinformativo per denunciare tutti i crimini connessi all'industria della carne, allo sfruttamento ittico, al mercato dell'olio di palma e delle produzioni intensive in generale.

Ma non mancherà l'aspetto propositivo: nel corso dell'iniziativa distribuiremo menù nonviolenti, tante ricette etiche e sostenibili per delle feste più buone.

Il tutto verrà accompagnato dalla presenza di assaggi vegan palm oil free a offerta libera.
Il ricavato di questa iniziativa verrà impiegato per cucinare cibo nonviolento che distribuiremo a Bologna domenica 21 dicembre alle persone senza fissa dimora.


Verso una scelta di vita nonviolenta"

____________________________
Un elogio a Earth Riot, che condivido profondamente, da Stefania Centonze: "Ancora una volta la voce degli Earth Riot_ers scuote l'anima e i timpani, con determinazione, accuratezza, con umiltà, con grande garbo, con la nonviolenza che implica una grande pazienza, e chiede che le persone coinvolte in lotte contro il sistema si uniscano in lotte trasversali, non a compartimenti stagni, che i sensibili facciano ancora un altro passo, senza paura, senza scuse, mettendosi in discussione fino in fondo, aprendo e non chiudendo... questi umani sono avanti anni luce, gentili e profondamente rivoluzionari. Leggeteli, ascoltateli, discuteteli, sono risorse umane troppo preziose per non dedicare attenzione.
http://www.earthriot.org/"
...e c'è ancora speranza!!!

giovedì 30 ottobre 2014

VERBOGRAMMI - Un e-book per aiutare animali e bambini - Barbara Bacca

E' con stima e ammirazione per Barbara Bacca che vi comunico questo evento da lei organizzato a favore di animali e bambini. 
Una sua passione privata diventa un modo per aiutare chi ha bisogno senza alcuna discriminazione di specie. 
Seguite l'evento su facebook e le istruzioni che di seguito riporto direttamente dall'evento.

"Cari amici,
ho pensato di tradurre in aiuto concreto “antispecista” una mia passione privata, ossia la scrittura. Inizio con “VERBOGRAMMI”, una breve selezione di mie poesie appena pubblicata, disponibile sin da ora in versione .pdf e da mercoledì 29.10 anche in formato EPUB per Kindle e e-reader vari.



Se acquistato contattandomi direttamente, il prezzo di copertina sarà di €2,99, indipendentemente dal formato digitale scelto (.pdf, .epub, ecc.).
Se acquistato su Amazon, vi sarà la maggiorazione per compensare la percentuale trattenuta da Amazon stesso.

Due euro saranno destinati in beneficenza. 
L’importo restante sarà per la copertura delle spese derivate dalla pubblicazione.
L’elenco dei possibili beneficiari è in costante aggiornamento. Se volete segnalarmi associazioni SERIE e TRASPARENTI, sarò lieta di inserirle, a condizione naturalmente che non violino in alcun caso l’etica di un rigoroso rispetto per ogni creatura e siano totalmente svincolate da fini di lucro.

Prego coloro che acquisteranno “VERBOGRAMMI” di darmene comunicazione via e-mail, indicando le associazioni beneficiarie scelte (max. 2), in modo da consentirmi anche di inviare loro la ricevuta delle donazioni effettuate a loro nome.

Potete richiedere l’e-book direttamente qui (indicando il nome o l’indirizzo attraverso il quale avete effettuato il versamento) o scrivendo a info@urloanimale.org oppure a info@barbarabacca.it, sempre fornendomi gli estremi necessari per l’individuazione del versamento da voi effettuato.
Vi è naturalmente anche l’opzione di acquistare il libro per fare un regalo. In tal caso è sufficiente specificare anche l’e-mail del destinatario e l’eventuale dedica. Invierò l’e-book mettendovi in CC (ai fini della più assoluta trasparenza) e oltre ad illustrare al destinatario lo scopo benefico dell’e-book da voi donatogli e a fornire una breve descrizione dell’attività delle associazioni beneficiarie, se lo desiderate, allegherò anche le ricevute dei relativi versamenti.

Dato lo scopo benefico di questa iniziativa, vi prego di non “volantinare” l’e-book acquistato e piuttosto di promuoverne l’acquisto fra i vostri contatti e conoscenti, in modo da favorire gli aiuti alle associazioni beneficiarie, Buoni Propositi per l'anno nuovo e quali anche pochi centesimi possono significare moltissimo.

Grazie di cuore a nome di tutti gli innocenti che riceveranno la vostra donazione.
Barbara


ELENCO BENEFICIARI UMANI E NON UMANI

(in continuo aggiornamento sull'evento fb):

BURREN CHERNOBYL PROJECT:
Associazione irlandese che sostiene gli orfanotrofi che accolgono bambini nati con disabilità fisiche o mentali e gli adulti e le famiglie in cui vivono bambini o ragazzi disabili.
http://www.burrenchernobyl.ie/

I.A.P.L. Onlus - Andrea Cisternino
Associazione che soccorre e salva i randagi ucraini dalla violenza e dalla strada.
http://iaplonlus.wordpress.com/

I-Care - PROGETTO ITALIA SENZA VIVISEZIONE
Centro Internazionale per le Alternative nella Ricerca e nella Didattica
http://www.italia-senza-vivisezione.org/index.php/i-care

Progetto per costruzione di un rifugio in Croazia, a Dubrownik
Maggiori dettagli: https://www.indiegogo.com/projects/can-we-give-them-home-for-christmas

ASSOCIAZIONE PROMETEO:
Lotta alla pedofilia e sostegno alle vittime
http://www.associazioneprometeo.org/

RIFUGIO “I Fratelli Minori” – LIDA Sez. Olbia
Rifugio che accoglie, cura e segue con amore gli animali randagi che soccorre, in un contesto di continua emergenza.
http://www.lidaolbia.it/

Ecco le opzioni di pagamento per l’acquisto:

- Versamento mediante Paypal
Indirizzo: barbara.bacca@gmail.com

- Versamento su CC
Conto intestato a Barbara Bacca - IBAN: IT39S0301503200000003128532

Nei prossimi giorni attiverò anche una Poste Pay."

sabato 4 ottobre 2014

Dr. Steve Best in London - LARC

Le moderne aziende stanno lottando per mantenere un segreto. La maggior parte degli animali utilizzati per i prodotti alimentari negli Stati Uniti sono allevati in "allevamenti intensivi", nascosti nel profondo di aree remote della campagna. Speciesism: The Movie, regista Mark Devries, indaga su tutto ciò. Il documentario porta gli spettatori in situazioni a volte divertenti, a volte spaventose, strisciando in mezzo ai cespugli che nascondono queste fabbriche, volando in aereo sopra le loro lagune tossiche di "letame", e trovandosi faccia a faccia con i proprietari.

Ma questo è solo l'inizio. Nel 1975, un giovane scrittore ha pubblicato un libro sostenendo che non esistono giustificazioni per gli esseri umani che considerano più importanti i membri della loro specie. Si cominciò lentamente a guadagnare l'attenzione. Oggi, un numero rapidamente crescente di individui di spicco e attivisti politici stanno adottando le sue conclusioni. Essi hanno definito l'assunzione di superiorità umana specismo. E, di conseguenza, si pongono queste fabbriche di animali tra i più grandi mali della nostra storia. Speciesism: The Movie porta gli spettatori faccia a faccia con i leader di questo movimento in via di sviluppo, e, per la prima volta in un film, esamina completamente lo scopo di ciò che stanno facendo.

DOMENICA 5 OTTOBRE 2014 ORE 16.00 CI SARA' LA PROIEZIONE DI SPECIESISM: THE MOVIE ED ALLE 18.00 UN WARM UP DEL DR. STEVE BEST VIA SKYPE PER LA RIVOLUZIONE NEL REGNO UNITO. 
NON CE' ALTRO DA FARE CHE RAGGIUNGERE LONDRA ALL'INDIRIZZO: LARC (London Activist Resource Centre), 62 Fieldgate Street, E1 1ES, London. NON POTRAI MAI PIU' GUARDARE GLI ANIMALI ALLO STESSO MODO...E NEPPURE GLI UMANI.



UN APPELLO AI VOLONTARI ATTIVISTI CHE CONOSCONO L'INGLESE: QUI C'E' LA POSSIBILITA' DI METTERE A DISPOSIZIONE IL PROPRIO SAPERE PER IMMETTERE I SOTTOTITOLI AL FILM.

mercoledì 10 settembre 2014

Da dove vengono i vegani? di Marco Cioffi

Dovremmo chiederlo a Pitagora, infatti sia i pitagorici che i platonici condannavano la sarcofagia, cioè il cibarsi di carne, di cui essi ne riconoscevano già l'analogia con l'antropofagia (il cannibalismo) e non possiamo certo dire che costoro non erano elementi razionali, perché erano principalmente queste le argomentazioni che li spinsero a mettere in pratica ciò che teorizzavano, l'astinenza dal mangiar carne. 
Se dovessimo quindi disegnare una cornice storica per questa corrente filosofica che oggi si concretizza nel veganismo (ma non solo, come vedremo più avanti) dobbiamo partire all'incirca da cinque secoli prima della nascita di Cristo, quindi in un periodo storico che fino ad oggi racchiude circa 2500 anni di disquisizioni filosofiche e pubblicazioni di trattati sull'argomento, purtroppo però poco conosciute al mainstream.

L'immagine di Pitagora (570 a.C. circa - 495 a.C. circa) come iniziatore del vegetarianismo è legata ai versi delle Metamorfosi di Ovidio, che lo descrivono come il primo a scagliarsi contro l'abitudine di cibarsi di animali, da lui reputata un'inutile causa di stragi, dato che già la terra offre piante e frutti sufficienti a nutrirsi senza spargimenti di sangue.

Platone, nelle Leggi, parla di una felice età arcaica in cui gli uomini avevano un particolare rispetto per la vita e non uccidevano gli animali né per nutrirsene né per offrire sacrifici agli dèi; nella Repubblica, Platone prescrive ai membri della città ideale una dieta vegetariana, affinché vivano in equilibrio.

Plutarco (filosofo greco 45 d.C. - 120 d.C.) quasi cinquecento anni più tardi scrisse "Del mangiar carne. Trattati sugli animali" in cui s'interrogava sulle pratiche che portarono gli esseri umani verso tale pratica, descrivendone ed analizzando minuziosamente le prassi, ed esortando, in un passo quasi profetico: "Ma voi, uomini d’oggi, da quale follia e da quale assillo siete spronati ad aver sete di sangue, voi che disponete del necessario con una tale sovrabbondanza? [..] Non vi vergognate di mischiare i frutti coltivati al sangue delle uccisioni? Dite che sono selvatici i serpenti, le pantere e i leoni, mentre voi stessi uccidete altre vite, senza cedere affatto a tali animali quanto a crudeltà. Ma per loro il sangue è un cibo vitale, invece per voi è semplicemente una delizia del gusto". 

Più avanti, su questa linea temporale, incontriamo Porfirio (filosofo greco 234 d.C.- 305 d.C.) che scrisse "Astinenza dagli animali", un trattato davvero completo, in cui fornì anche una serie di prove sperimentali a favore dell'intelligenza e della dignità degli animali, nel tentativo di mostrare un mondo possibile, fatto di convivenza pacifica, poiché secondo l'autore, questo potrebbe essere tenuto assieme da un senso alto di giustizia per uomini e animali. 

Passa qualche altro secolo e durante il rinascimento, Leonardo Da Vinci, che già in giovane età iniziò a rinunciare al cibarsi di carne, dichiarò: "Verrà il tempo in cui l'uomo non dovrà più uccidere per mangiare, ed anche l'uccisione di un solo animale sarà considerato un grave delitto [..] considereremo l'uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo."

Facendo un salto temporale, arriviamo ad un importantissimo periodo storico che coinvolse contemporaneamente l'indipendenza degli Stati Uniti con la Rivoluzione Americana e la Francia con la Rivoluzione Francese, tra i lumi accesi del pensiero illuminista. Infatti proprio nel 1789 Jeremy Bentham nel suo "Introduzione ai principi della morale e della legislazione" scrisse: Un cavallo o un cane adulti sono senza paragone animali più razionali, e più comunicativi, di un bambino di un giorno, o di una settimana, o persino di un mese. Ma anche ammesso che fosse altrimenti, cosa importerebbe? Il problema non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?".

Un secolo più tardi, mentre il mondo era in piena rivoluzione industriale, Lev Tolstoj (filosofo russo 1828-1910) dichiarò: “E’ orribile non solo la sofferenza e la morte di questi animali ma il fatto che l’uomo, senza alcuna necessità, fa tacere in sé il sentimento di simpatia e compassione verso gli altri esseri viventi”, riflessione presente all'interno de "Il primo gradino. Saggio sull'alimentazione vegetariana", scritto come prefazione di ”The Ethics of Diet” di Howard Williams. Nella suddetta prefazione troviamo anche questa sua attenta riflessione: "se l’uomo cerca seriamente e sinceramente di progredire verso il bene, la prima cosa di cui si priverà, sarà l’alimentazione carnea [..] il suo uso è immorale perché comporta una azione contraria alla morale: l’assassinio”. 

Nel 1928, quindi proprio tra le due guerre mondiali, Henry Beston (naturalista e scrittore americano) in "The Outermost House" scrisse: "Non si devono misurare gli animali col metro umano. Sono creature complete e finite, dotate di un'estensione dei sensi che noi abbiamo perso o non abbiamo mai posseduto, e che agiscono in ottemperanza a voci che noi non udremo mai. Non sono confratelli, non sono subalterni; sono altre nazioni, catturate con noi nella rete della vita e del tempo, compagni di prigionia nello splendore e nel travaglio di questa terra."

Gandhi, che in quel periodo era già parte attiva del movimento vegetariano londinese scrivendo articoli per la London Vegetarian Society, dichiarò che: “E' vergognoso che l’uomo sia carnivoro. È vero: egli può vivere e vive sfruttando gli altri animali, ma questo è un bel misero modo di vivere, come sanno coloro che mettono in trappola un coniglio o uccidono agnelli, e colui che insegnerà all'uomo a convertirsi a una dieta sana e non violenta sarà considerato un benefattore per l’umanità" e quindi suggerì che "La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali."

Poco più in là, subito dopo il periodo buio del nazismo, nel 1972, Isaac B. Singer (Premio Nobel per la Letteratura, ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti) pubblicò: "Nemici. Una storia d'amore", in cui confessò che: " Ciò che i Nazisti hanno fatto agli Ebrei, gli umani lo stanno facendo agli animali." 

Anche altri sopravvissuti all'Olocausto nazista si espressero similmente, come Alex Hershaft, che dichiara: "Nel pieno della nostra vita edonistica, ostentata e tecnologica, tra gli splendidi monumenti della storia, dell'arte, della religione e del commercio, esistono delle "scatole nere". Queste "scatole nere" sono i laboratori di ricerca biomedica, gli allevamenti e i macelli: aree separate, anonime, dove la nostra società conduce i suoi sporchi affari fatti di violenza e sterminio di innocenti esseri senzienti. Queste sono le nostre Dachau, Buchenwald e Birkenau. Come i bravi cittadini tedeschi, abbiamo le idee chiare su cosa accade lì dentro, ma non vogliamo saperne nulla." 

Anche Albert Einstein fu una vittima di questo periodo oscuro dell'umanità; sappiamo che verso gli ultimi anni della sua vita iniziò il suo percorso vegetariano, ed in una delle sue citazioni più importanti affrontò proprio una profonda riflessione morale, dove scrisse: "Il nostro compito deve essere quello di liberarci da questa prigionia ampliando il nostro circolo di compassione per abbracciare tutte le creature viventi e l’intera natura nella sua bellezza. Nessuno è capace di ottenere completamente questo obiettivo, ma lo sforzo per raggiungere un tale risultato è di per sé parte della liberazione e una base della propria sicurezza interiore." 

In quello stesso periodo, precisamente nel 1984, Milan Kundera pubblica "L'insostenibile leggerezza dell'essere" in cui afferma che : "Subito all'inizio della Genesi è scritto che Dio creò l’uomo per affidargli il dominio sugli uccelli, i pesci e gli animali. Naturalmente la Genesi è stata redatta da un uomo, non da un cavallo. [..] Non esiste alcuna certezza che Dio abbia affidato davvero all'uomo il dominio sulle altre creature. È invece più probabile che l’uomo si sia inventato Dio per santificare il dominio che egli ha usurpato sulla mucca e sul cavallo. [..] L’umanità sfrutta le mucche come il verme solitario sfrutta l’uomo: si è attaccata alle loro mammelle come una sanguisuga. L’uomo è un parassita della mucca; questa è probabilmente la definizione che un non-uomo darebbe dell’uomo nella sua zoologia." 

Più recentemente, nel 1993, un eclettico etologo, Roberto Marchesini in "Oltre il muro" ci fa notare come: "Una mostruosità del nostro secolo è stata la costituzione degli allevamenti intensivi e lo sviluppo di una complessa disciplina di tortura che si chiama zootecnia. Il lager zootecnico non solo ha rimosso qualsiasi senso di responsabilità umana nei confronti degli animali domestici, ma ha fatto di più: ha volutamente ignorato le loro caratteristiche di esseri senzienti. Questa attività è letteralmente un crimine legalizzato."

Come possa accadere normalmente tutto questo, ce lo spiega bene la psicoterapeuta Annamaria Manzoni, che in un'intervista afferma: "In primo luogo non si può prescindere dal nostro essere totalmente immersi in una cultura antropocentrica, per cui il concetto stesso di animale è svilito e identificato non con quello di essere vivente, sofferente e senziente, ma con quello di entità che è di fatto reificata, ridotta allo stato di cosa. Solo questa rappresentazione dell’animale permette per esempio che la gente possa tranquillamente accordarsi per “andare a mangiare il pesce”, oppure organizzi gioiose grigliate o celebri con soddisfazione piatti stagionali come lenticchie con zampone o polenta con capriolo. I termini sono scollegati dall'animale che sono, le vittime indifese non sono neppure pensate, non vivono nemmeno nell'immaginario, non possiedono esistenza propria." 

Cosa c'è dunque dietro al veganismo?

Il veganismo ("vegan" è un neologismo coniato nel 1944 da Donald Watson ) è l'ideologia che si contrappone al "carnismo" (termine -coniato dalla psicologa e sociologa Melanie Joy - che definisce l'ideologia che giustifica come normale, naturale e necessario uccidere gli animali). Il veganismo è dunque basato sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento ed uccisione degli animali (per alimentazione, abbigliamento, spettacolo e ogni altro scopo)
Il veganismo è dettato da principi etici di rispetto per la vita animale ed è basato sul pensiero antispecista e su una visione non-violenta della vita. 
Il veganismo può essere considerato la prassi della teoria antispecista e, nella pratica quotidiana, si traduce nel rifiuto di acquistare, usare e consumare, tutti i prodotti derivanti dallo sfruttamento e uccisione degli animali. Scopo del veganismo è quello di non partecipare allo sfruttamento e all'uccisione sistematica ed intenzionale degli animali, evitando il sostegno ad attività quali l’allevamento degli animali, la sperimentazione sugli animali, la caccia, il circo e così via. Un vegano etico pertanto rifiuta l’idea che l’uomo abbia il diritto di disporre della vita degli altri animali come meglio crede.
Ci sono anche persone che praticano solamente una "dieta vegan" (quindi che seguono solamente una dieta vegetale), per motivi personali, quindi solo per un interesse salutista, ma questa è un'altra cosa, e a meno che questa scelta personale non includa le suddette motivazioni etiche, non riguarda il veganismo, che è etico. 

Torniamo alla struttura del pensiero che regge tali comportamenti, ovvero l'antispecismo, che è il movimento filosofico, politico e culturale che si oppone allo specismo (la discriminazione che penalizza le differenze di specie).
Verso la fine del 1800, in un clima di promozione di diritti per un numero sempre maggiore di individui in precedenza soggetti a discriminazione, quali le donne e gli schiavi, il filosofo Jeremy Bentham, fu il primo a proporre di seguire un'impostazione etica fondata su un criterio capace di includere tutti gli animali all'interno di una medesima comunità morale.

Il primo autore a parlare di «specismo» fu lo psicologo Richard D. Ryder (nel 1970). Egli sostenne l'esigenza di smascherare il più grave errore morale che contraddistingue la società occidentale antropocentrica, ossia il rifiuto di riservare un trattamento egualitario agli esseri non umani solo per ragioni connesse all'assenza di un legame di specie.

Passarono ancora cinque anni per arrivare al pensiero dei filosofi capostipiti dell'antispecismo, ovvero Peter Singer e Tom Regan, che proseguirono e approfondirono la ricerca del più coerente e difendibile criterio di demarcazione morale, dando il via all'origine del movimento antispecista, Singer nel 1975 pubblicò "Liberazione Animale" e Regan ventinove anni dopo scrisse "Gabbie Vuote", considerati i testi fondanti di questa corrente filosofica, ormai però superati da studi e pubblicazioni realizzate da altri autori, che ne hanno espresso recenti evoluzioni del pensiero. 

Helmut Friedrich Kaplan (filosofo e psicologo austriaco), attribuisce al movimento di liberazione animale un'importanza analoga a quella del movimento per la liberazione degli schiavi o al movimento di emancipazione femminile. Secondo Kaplan il movimento di liberazione animale deve superare l'idea ormai consolidata di una “umanizzazione dello sfruttamento animale”, e puntare semplicemente alla fine di questo sfruttamento. Kaplan considera lo specismo, non meno del razzismo e del sessismo, una pericolosa e ingiustificabile intolleranza, perpetrata soprappensiero da una grandissima fetta della popolazione. 

Arrivando ai giorni nostri, ed esplorando la filosofia del nostro continente, è possibile approfondire con alcuni importanti contributi filosofici, che ci arrivano da pensatori quali: Massimo Filippi (neuroscienziato), Marco Maurizi (filosofo), Leonardo Caffo (filosofo), Annamaria Manzoni (psicoterapeuta), Roberto Marchesini (etologo), che pubblicando diversi libri ed articoli in merito, hanno arricchito e perfezionato la corrente filosofica nostrana, e non solo. 

Alcuni importanti personaggi che fino ad oggi, hanno contribuito, con il loro esempio e/o i loro scritti a consolidare la cornice storica del veganismo, sono stati:
Nell'antichità: Pitagora, Aristotele, Ippocrate, Ovidio, Platone, Epicuro, Seneca, Socrate, Plutarco
Nel 1500: Leonardo Da Vinci
Nel 1600: Baruch Spinoza
Nel 1700: Voltaire, Jean-Jacques Rousseau, Isaac Newton
Nel 1800: Fëdor Michajlovič Dostoevskij, Leone Tolstoi, Percy Bysshe Shelley, Charles Darwin, Henry David Thoreau, Richard Wagner, Mark Twain, Friedrich Nietzsche, Arthur Schopenhauer, Gustave Flaubert, Victor Hugo 
Nel 1900: Einstein, Franz Kafka, Martin Luther King, Albert Schweitzer, Simone Weil, Maria Montessori, George Bernard Shaw, Percy B. Shelley, Mahatma Gandhi, Charles Chaplin, Sigmund Freud, Carl Gustav Jung, Isaac B. Singer, Lévi Strauss, Peter Singer, Tom Regan, Helmut Friedrich Kaplan, Milan Kundera

Bibliografia e letture consigliate:
  • Annamaria Manzoni - Noi abbiamo un sogno.Riflessioni ed emozioni nel rispetto degli animali 
  • Annamaria Manzoni - In direzione contraria. Pensieri, parole e passioni dalla parte degli animali 
  • Melanie Joy - Perché amiamo i cani, mangiamo i maiali e indossiamo le mucche
  • Peter Singer - Liberazione animale
  • Tom Regan - Gabbie vuote. La sfida dei diritti animali 
  • Milan Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere
  • Charles Patterson - Un'eterna Treblinka.Il massacro degli animali e l'Olocausto 
  • Ralph Acampora - Fenomenologia della compassione 
  • Leonardo Caffo - Soltanto per loro. Un manifesto per l'animalità attraverso la politica e la filosofia 
  • Marco Maurizi - Al di là della natura. Gli animali, il capitale e la libertà
  • Leonardo Caffo - Il maiale non fa la rivoluzione. Manifesto per un antispecismo debole
  • Massimo Filippi e Filippo Trasatti - Crimini in tempo di pace. La questione animale e l'ideologia del dominio
  • Jim Mason - Un mondo sbagliato. Storia della distruzione della natura, degli animali e dell'umanità 
  • Masson Jeffrey M. - Il maiale che cantava alla luna. La vita emotiva degli animali da fattoria 
  • Jonathan Safran Foer - Se niente importa. Perché mangiamo animali? 
  • Jeremy Rifkin - Ecocidio: ascesa e caduta della cultura della carne 
  • Plutarco - Del mangiar carne, trattati sugli animali
  • Porfirio - Astinenza dagli animali 


Sul web:


FONTE