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giovedì 28 maggio 2015

Ultima ora - Sì all'uguaglianza nei matrimoni civili, svolta storica in Irlanda - Amnesty International

Come in altre parti del mondo, anche in Italia i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate(Lgbti) spesso rischiano di essere violati.

Oltre a una radicata cultura discriminatoria, il mancato riconoscimento nella legislazione italiana delle famiglie costituite da persone dello stesso sesso impedisce il godimento dei diritti necessari all’autorealizzazione, alimenta la stigmatizzazione e la discriminazione e favorisce gli abusi nei confronti delle persone Lgbti.

38 associazioni chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi e ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, di garantire che sia eliminata ogni forma di discriminazione nella legislazione italiana sul matrimonio civile, aprendolo anche alle coppie dello stesso sesso, riconoscendo i matrimoni e le unioni celebrate all'estero e assicurando pari diritti ai figli delle persone dello stesso sesso.

lunedì 7 luglio 2014

Paraguay la terra è degli Avá Guaraní - Salviamo la Foresta

"Dove andiamo? Questo è il nostro posto.
Se ci cacciano, ritorneremo",
ha detto il leader Ramón López.                                                                                                          Foto: Conapi

"In queste settimane, gli indigeni Avá Guaraní hanno subito due attacchi nel loro territorio. Alla base, l'inesorabile progredire dell'allevamento estensivo e la coltivazione di soia per l'esportazione. Solidarizzate con la comunità Y'apo e chiedete al governo del Paraguay di fermare la deforestazione provocata da queste attività, firmando questa petizione

>>>>> FIRMA ADESSO <<<<<

Ora potete seguirci anche su Twitter: @SalviamoForesta e potrete condividere così le nostre petizioni.

Grazie per la diffusione che farete di questa azione tra le vostre reti di contatti.

Saluti cordiali

Elisa Norio
Salviamo la Foresta"

"In tutto il Paraguay, 900.000 persone sono state sfollate per l'avanzare della frontiera agricola. Di recente è accaduto a cento famiglie Avá Guaraní, della comunità indigena Y'apo, a Corpus Christi, nella regione di Canindeyú. Significa deforestazione in funzione dell'espansione della monocoltura di soia e dell'allevamento.

Il 20 maggio, 300 poliziotti antisommossa hanno invaso la comunità Y'apo, distruggendo e bruciando le loro case, il loro jerokyhá (tempio), gli oggetti sacri, quelli personali e comunitari. I danni sono irreparabili e il dolore delle persone della comunità, profondo. Si sono visti obbligati a rifugiarsi nella loro foresta. Non hanno opposto resistenza. In giugno c'era stata una nuova incursione di 50 agenti privati, armati, uno di loro è morto e numerosi indigeni furono feriti.

“L'intenzione è di cacciare gli indigeni dal loro territorio per poi fare spazio all'allevamento e alla soia, dove di fatto c'è già ” denuncia la madre Raquel Peralta, della Coordinazione Nazionale della Pastorale Indigena (Conapi), organizzazione che dipende dalla Conferenza Episcopale del Paraguay (CEP).

La compagnia Laguna SA ha comprato 5000 ettari di terra abitata dagli indigeni ed ha effettuato tagli intensivi di alberi nella vicina comunità indigena e in tutta la zona di Yvyrarovana, vicino alla riserva naturale di Mbaracayú, che sta subendo la deforestazione per la conversione in piantagioni di soia.

L'85% della terra del Paraguay è nelle mani del 2,5% di proprietari, creando di fatto questi gravi conflitti in relazione all'accesso alla terra. In Paraguay si ricorda ancora il massacro di Curuguaty, nella stessa regione, dove in un conflitto simile, due anni fa, morirono 11 persone.

Unisciti alla petizione di Salviamo la Foresta per solidarizzare e reclamare l'ingiustizia."

domenica 1 giugno 2014

Diritto di protestare e dissentire - appello di Amnesty International

In Brasile continuano ad essere calpestati i più elementari diritti alla protesta, al dissenso e ad una vita dignitosa. 
La gente scende in strada per protestare contro l'aumento dei prezzi ed i servizi, come le scuole, sono di scarsissima qualità. 
Chi non è abbiente, viene espulso dagli alloggi di fortuna a disposizione. Chi abitava nelle favelas è stato allontanato con violenza e le baracche sono state distrutte. 
Tutto questo a causa dei Mondiali di calcio che nulla lasceranno al Brasile ed a chi ha bisogno del pane per sopravvivere e farà arricchire ancora di più chi è già inutilmente ricco. 
E' ora di dire basta alla presidente Rousseff. 
Basta alle discriminazioni. 
Basta alla repressione poliziesca. 
Basta allo sperpero di denaro pubblico. (G.B.)

"São Paulo, giugno 2013. Un fotografo assiste a una manifestazione e viene colpito da un proiettile di gomma: perde un occhio.

São Paulo, gennaio 2014. La polizia usa gas lacrimogeni, esplode proiettili di gomma e aggredisce un ragazzo di 27 anni: riporta diverse fratture alle ossa e perde quattro denti.

Questi sono solo alcuni degli episodi di violenza che si ripetono da un anno in Brasile.

Nel paese dove stanno per iniziare i Mondiali di calcio, migliaia di persone continuano a manifestare contro l'aumento dei prezzi e la scarsa qualità dei servizi pubblici, e la polizia risponde usando la forza oltre i limiti consentiti dalla legge.

Con la campagna "Brasile, niente gioco scorretto", ti chiediamo di spedire un cartellino giallo alla presidente Rousseff e al presidente del Congresso Calheiros.

Protestare non è un crimine!
Dai un cartellino giallo alle autorità brasiliane
>"


#IONONLOGUARDO #NaoVaiTerCopa #FIFAGOHOME


FONTE