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domenica 9 agosto 2015

Presidio 2015 alla Sagra dei Osei di Sacile (PN) - Animalisti FVG

DOMENICA 23 AGOSTO 2015 SI TERRA' L'ENNESIMO PRESIDIO IN OPPOSIZIONE ALLA SAGRA DEI OSEI A SACILE (PN)

"La Sagra dei Osei (Sagra degli uccelli) è una fiera che si svolge annualmente a Sacile (PN) da quasi 800 anni. Essa è considerata, dagli addetti ai lavori, la più importante manifestazione avicola europea.
L'edizione 2015 della Sagra dei Osei di Sacile avrà luogo sabato 22 e domenica 23 agosto, differita di una settimana rispetto alla "tradizione".

Da anni il nostro impegno è quello di dire NO a questa sagra e a tutte le fiere ornitologico venatorie, informando l'opinione pubblica su cosa esse rappresentino per le migliaia di animali esposti, mercificati e venduti nell'indifferenza di chi li sa immaginare solamente rinchiusi in una gabbia.
La Sacile che vogliamo è una città in cui parole come "libertà" e "natura" possano finalmente riacquistare un senso, cessando di essere concetti di mera facciata ad uso e consumo di chi organizza e sostiene questa fiera degli uccelli.
Non smetteremo mai di chiedere la fine di questa sagra crudele e anacronistica.
Manifesteremo il nostro dissenso anche quest'anno, per dare un segnale chiaro ad organizzatori ed istituzioni e per dire, una volta per tutte, NO alla più antica fiera ornitologico venatoria d'Italia, con i suoi 742 anni di gabbie e prigionia per migliaia di animali.

Nei prossimi giorni vi informeremo su data, orario e modalità del presidio.
Grazie fin d'ora del sostegno e della partecipazione.

Animalisti Friuli Venezia Giulia"


Perché diciamo NO
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Perchè G.B. è contro la sagra dei osei? 
Gli animali ingabbiati e le fiere organizzate per venderli, mi hanno sempre profondamente indignato. La libertà mancata, le peculiarità naturali inibite, la voglia di vivere e di volare liberi e cantare non per disperazione ma per comunicare con gli altri uccelli, la mercificazione della vita, la compravvendita di corpi, la crudeltà di assoggettarli per tradizione, il continuare a tutti i costi a perpetrare una usanza secolare maniacale falsamente passionale, una delle tante purtroppo, spacciate per naturali da alcuni uomini avidi e privi di scrupoli...in tutto ciò vi è l'essenza dello specismo più becero, dell'antropocentrismo più palese, del dominio della specie umana sulle altre specie.
Siamo tutt* terrestri!
La libertà è vitale per tutt*!
Se mi sarà possibile, parteciperò al presidio di quest'anno perchè è essenziale che si scenda in piazza in tantissime persone per informare, manifestare e protestare contro questa ignobile fiera delle gabbiette chiuse, della prigionia e della mercificazione di vite.
La vita non si compra! Sempre contro ogni schiavitù!  
#NOSAGRAOSEI #BASTASCHIAVITU'

domenica 3 agosto 2014

Aceddu ‘nta iaggia ‘un canta p’amuri ma canta pi raggia. - Luca Gullo per NOSAGRAOSEI.ORG

Foto: www.omnicomprensivo.it
"Essendo siciliano, ogni volta che vedo un uccello in gabbia mi viene in mente un proverbio della terra in cui sono nato: aceddu nta iagga ‘un canta p’amuri ma canta pi raggia.
L’uccello in gabbia non canta per amore ma canta per rabbia.


Mai parole furono più vere, e se mai la rabbia dovesse essere sostituita da altro posso solo pensare ad alternative come tristezza, agonia, paura o rassegnazione.

Come molti di voi che leggono in questo momento, io sono un essere umano domestico. Lontano mille miglia da concetti come “natura” o “vita selvatica”.
Trovo confortevoli il mio divano, il mio computer ed il cibo nel mio frigorifero. Ho due gambe che, come molti di voi, uso solo quando è necessario o quando decido sia il caso di fare attività fisica. Già, noi esseri umani domestici dobbiamo ricordarci di dover fare attività fisica e la viviamo come fosse una punizione." (continua a leggere QUI!)

lunedì 14 luglio 2014

Manifesto "No Sagra Osei" - nosagraosei.org

Il vero, unico e corretto manifesto della sagra degli osei.
resta aggiornato visitando il sito: 
aiutaci a fermare la barbarie!!!


Una realtà di sopraffazione e inganno – Annamaria Manzoni

Nella caccia non vedo che un atto inumano e sanguinario, degno di uomini che conducono una vita senza coscienza, che non si armonizza con la civiltà e col grado di sviluppo , a cui noi ci crediamo arrivati. Basta immaginare la condotta dell’uomo durante la caccia per convincersi che, lasciando libero il passo ai suoi peggiori istinti, egli compie atti che, al solo pensarvi lo farebbero arrossire in altre situazioni. La sopraffazione, la perfidia, le trappole, l’imboscata, l’assalto di molti a uno solo, del forte contro il debole, il ratto dei piccini ai genitori e viceversa, sono altrettanti atti vili per se stessi…. compiuti apertamente durante la caccia”: si può proseguire parlando di costante suicidio morale dei cacciatori, dell’assenza di pietà, della gioia crudele di provocare dolore.
Sono solo alcune delle espressioni usate nel 1891 da Lev Tolstoj , che la caccia ben la conosceva per averla praticata prima che una salutare riflessione lo inducesse ad allontanarsene per sempre con il rimorso per quello che non aveva capito prima e per il male che aveva fatto.

La connotazione della caccia come attività crudele e incivile è oggi nel nostro paese estremamente diffusa, tanto che i cacciatori sono oggi una minoranza del tutto esigua, non più di 7/800 mila: una progressiva consapevolezza ha indotto un numero sempre crescente di persone non solo a non praticarla in prima persona, ma ad esprimerne una secca e definitiva condanna. Incredibilmente una classe politica sorda alle istanze dei cittadini, di cui dovrebbe essere l’espressione e interpretare la volontà, è succube e prona a una minoranza aggressiva e astorica. Di conseguenza è necessario ancora mobilitarsi per far valere i propri diritti di cittadini, ma soprattutto interpretare quelli di tutti gli animali, indifesi e senza voce, che ne sono le vittime incolpevoli.
E’ proprio su questa scia che si situa la Sagra degli Osei, celebrata con orgoglio a Sacile, provincia di Pordenone, che mette in mostra la prima domenica dopo ferragosto migliaia di “uccelli da richiamo”: espressione già di per sé latrice di una realtà di sopraffazione e inganno: già, perché questi uccelli , privati della libertà, rinchiusi in gabbie anguste, obbligati a spezzare il proprio volo contro le sbarre che incontrano cercando un sud, che li richiama nei periodi di migrazione, devono servire a loro insaputa e loro malgrado a tradire, con un canto, che è di desiderio, altri uccelli, e così portarli giusto giusto sulla traiettoria dei pallettoni dei cacciatori, armati e bardati per una guerra unilateralmente dichiarata, pronti ad atterrare con grande spreco di mezzi esserini di pochi grammi, incantati nel loro volo dalle lusinghe inconsapevoli di altri come loro e prima di loro vittime essi stessi. Non servono commenti: la realtà di prepotenza, sopraffazione e crudeltà è talmente evidente che ogni parola suonerebbe superflua.

Vale allora solo la pena di fare qualche riflessione sull’orgoglio esibito dalla comunità di Sacile, che celebra soddisfatta quella che cinicamente definisce “ festa della natura” con migliaia di uccelli prigionieri in gabbie piccole e sovraffollate: il tutto nel vanto di una tradizione, che 738 anni di storia non hanno scalfitto. Quello che in realtà ha luogo, nella “festa”, è un obnubilamento delle coscienze: l’enorme ingiustizia praticata nei confronti di vittime indifese non viene colta e l’attenzione del gentile pubblico, degli osservatori , dei media e, ahimè, anche dei bambini è chiamata a concentrarsi sul valore della tradizione. Ignorano evidentemente i responsabili che il termine stesso di “tradizione” fa riferimento ad un patrimonio di conoscenze, comportamenti, credenze, abitudini che viene tramandato di generazione in generazione per il significato positivo che comporta; e che il concetto stesso è dinamico perché si deve confrontare con una realtà intorno che è in costante mutamento .
Molte cose sono cambiate da quel 1271 a cui, piace tanto ricordare, risale l’odierna sagra: nel nostro mondo occidentale le donne si sono nel frattempo viste attribuire l’anima, loro negata per secoli, e (addirittura!) diritti civili e possibilità di votare; i bambini sono stati messi al riparo da sistemi educativi basati sull’uso di verga e bastone e protetti da immani sfruttamenti grazie ad una dichiarazione universale che li ha riconosciuti meritevoli di ben altri trattamenti; i folli non sono più esiliati dal consesso sociale perché indegni; i colpevoli di qualunque delitto non vengono da tempo esposti al pubblico ludibrio sulle pubbliche piazze. E via tormentando.

I diligenti organizzatori della sagra degli osei dovrebbero acquisire informazione che, nel frattempo, anche gli animali, proprio grazie ad ampi movimenti che hanno recepito le istanze insite in un radicato mutamento di convinzioni e di atteggiamenti, hanno acquisito diritti un tempo loro negati, in nome dei quali l’infierire e l’incrudelire su di loro non è più accettato dalle legge, ma neppure dalle coscienze: e non può essere un vacuo richiamo alla tradizione a cancellare l’ingiustizia del loro imprigionamento, la crudeltà dell’impedimento a volare al ritmo della loro natura. Dovrebbero anche interrogarsi sul modello etico che stanno proponendo a tutti quei bambini, che di certo saranno invitati ad ammirare lo spettacolo: un modello che esalta l’oppressione dl più forte a danno del più debole, esorta a disconoscere i segnali di sofferenza che gli uccelli mandano, educa all’insensibilità. Non è più, se mai lo è stato, tempo per tanta barbarie: è un’altra la società che va costruita, di altri modelli vi è imprescindibile bisogno: sono quelli in cui le differenze di specie siano occasione di allegra curiosità, in cui la natura venga rispettata nella sua variegata ricchezza, in cui la prevaricazione, su chiunque sia debole, desti disgusto. Tutti noi vogliamo e di sicuro lo vogliono tutti quei bambini la cui emotività non sia ancora stata travolta da una dissennata educazione alla insensibilità, vedere gli uccelli volare liberi, allontanarsi da noi insieme ai loro amici e verso di noi ritornare, se lo vogliono, a stormi, perché di noi si possono fidare. E’ il momento di celebrarla la natura non di umiliarla. E di un richiamo alla tradizione, utile solo a nascondere la grande ingiustizia in atto, francamente non sappiamo cosa farcene.


741 anni di schiavitù possono bastare??? 
Per quanto tempo ancora dovremo assistere a questi scempi???
#NOSAGRAOSEI