Mosaic II by M.C. Escher, 1957 |
"Si riceve da Asamblea Antiespecista de Madrid e condividendone in pieno i contenuti si divulga:
Riflessioni sulle posture apolitiche, l’irruzione del fascismo e il “va bene tutto” nei movimenti animalisti.
LO SPECISMO NON È UN’ISOLA
Considerando che non esiste un movimento animalista come tale, ma una gran varietà d’individui e gruppi con diverse tendenze, metodi e addirittura obiettivi, vogliamo mettere al centro della discussione qualcosa che crediamo che sia comune e fondamentale per qualunque persona che si preoccupi della situazione degli altri animali nella nostra società: preoccuparsi per una situazione ingiusta, prendere una posizione rispetto alla questione e iniziare una lotta attiva per cambiare questa situazione, comporta infatti scegliere una posizione e una prassi politica.
Nel caso antispecista, questa posizione si traduce nel dar priorità a questioni fondamentali come il rispetto verso la vita e la libertà degli altri individui, al di là di questioni arbitrarie e al di là di leggi e privilegi.
In questo senso ci preoccupa osservare come in determinati ambiti si tolleri in maniera acritica o, addirittura, si accetti apertamente che persone con ideologie e prassi autoritarie partecipino alla lotta animalista, con la giustificazione di “Non ci interessa la scelta politica della gente fin quando aiuti gli animali” (questa me la sento dire spesso).
Spesso, per spiegare il nostro rifiuto verso il massacro degli animali non umani lo paragoniamo con quello che è successo in altri momenti o luoghi a gruppi umani, come per esempio l’Olocausto nazista.
Nonostante ciò, capovolgendo la situazione, ci sembra che la difesa degli animali non umani non abbia niente a che vedere con le problematiche umane e tolleriamo che coloro che giustificherebbero l’Olocausto difendano gli animali al nostro fianco.
Difendere gli animali è fare politica e adottare una posizione politica differente verso un gruppo o un altro, è discriminazione."
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