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mercoledì 8 luglio 2015

I SEMI IN MANO A CINQUE MULTINAZIONALI di Alexis Myriel

Il 95% dei semi è in mano a cinque multinazionali presenti anche sul mercato dell'agrochimica. Il rapporto del gruppo europeo Greens European Free Alliance fornisce il quadro della situazione e lancia un appello alla UE: "Le regole vanno cambiate".

giovedì 12 marzo 2015

I contadini del Brasile dicono NO agli alberi transgenici! - Salviamo la Foresta

Le piantagioni industriali sono una minaccia per la natura e le persone (Foto: Salva la Selva-KS)
Ecologisti e contadini sudamericani lanciano l’allarme. In Brasile, gli alberi transgenici minacciano gli esseri umani e la natura. Il governo brasiliano potrebbe approvare l’implementazione di enormi piantagioni agroindustriali di eucalipti geneticamente modificati. Aiutateci affinché questo non avvenga firmando la nostra azione
Grazie per la diffusione che farete della nostra azione tra le vostre reti di contatti

Saluti cordiali

Elisa Norio
Salviamo la Foresta

Approfondimento
Il 5 marzo, migliaia di contadini hanno occupato i terreni della compagnia FuturaGene nello stato brasiliano di SãoPaulo. Hanno manifestato contro l'implementazione di piantagioni industriali di eucalipti geneticamente modificati, sradicando migliaia di alberi transgenici che la compagnia coltiva in serra.

Altri 300 contadini hanno occupato gli uffici della Commissione di Biosicurezza (CTNBio) nella capitale Brasilia. La commissione che dipende dal Ministero per la Scienza, Tecnologia ed Innovazione avrebbe deciso lo stesso giorno se autorizzare la coltivazione di alberi transgenici.
(continua a leggere QUI!)


Altre informazioni
L’occupazione della compagnia Suzano a Itapetininga-SP, ha segnato la giornata dell’8 marzo, Giornata Internazionale delle Donne, ormai emblematica in Brasile da anni, soprattutto per l’attività delle contadine del Movimiento Sem Tierra.

Sotto l’egida di Mulheres em luta: pela soberania alimentar, contra a violência e o agronegócio!-Donne in azione per la sovranità alimentare, contro la violenza e l’agroindustria – la mobilitazione di massa è apparsa in diverse zone del paese per mostrare l’opposizione nei confronti della concentrazione di terra e la gestione del mercato agrario da parte di poche compagnie multinazionali, che impediscono il diritto di accesso alla terra a milioni di famiglie del paese, che si battono attivamente e pacificamente per una riforma agraria che ancora non arriva.


Occupazione tenuto nella Itapetininga-SP Suzano, che segna il cammino di lotte dell'8 marzo. Donne in lotta: per la sovranità alimentare, contro la violenza e l'agrobusiness! il video..

martedì 5 agosto 2014

Il Cile può salvare le foreste dell'Ecuador - Salviamo la Foresta

L'orso con glli occhiali è in pericolo di estinzione
"La grande compagnia statale Codelco si è unita alla statale mineraria ecuatoriana Enami per estrarre rame nelle foreste di montagna dell'Ecuador. Fiumi cristallini, biodiversità e numerose comunità verranno distrutte per sempre. Le comunità locali si oppongono da sempre al progetto.

Firmando la nostra petizione solidarizzate con le comunità per fare appello al governo cileno affinchè si ritiri da subito dal progetto minerario di Inag e non sostenga la distruzione delle foreste e le violazioni dei diritti umani
Grazie per la diffusione che farete della nostra azione tra i vostri conoscenti e reti sociali
Saluti cordiali
Elisa Norio
Salviamo la Foresta"

Approfondimento:
Il progetto minerario Llurimagua minaccia le foreste di montagna, le sorgenti d'acqua della zona di Intag, nel Cantón Cotacachi in Ecuador. In queste foreste, tra le più biodiverse del mondo, vivono gli orsi con gli occhiali, i galletti delle rocce, giaguari, le scimmie cappuccino marroni e le scimmie ragno, queste ultime altamente in pericolo di estinzione.

Il governo ecuatoriano parla di estrazione mineraria “responsabile” e segue l'esempio di Codelco nel deserto cileno di Atacama. Però, le foreste di Intag costituiscono un ecosistema diverso. La miniera segnerà la loro distruzione e la contaminazione con metalli pesanti come il piombo, cadmio e arsenico e la ricollocazione di quattro comunità. Questo hanno constatato alcuni esperti giapponesi, che hanno studiato la zona negli anni 90 e vi trovarono il rame.

Da allora, la maggioranza della popolazione del Cantón Cotacachi – che mai furono consultati sul progetto – rifiutano la miniera. Due compagnie straniere hanno dovuto abbandonare la zona nel passato: Bishimetals negli anni 90 e Ascendant Copper nel 2007. I gravi conflitti causati queste due compagnie hanno radicato l'opposizione alla miniera nella valle di Intag.

Lo sviluppo del progetto ha causato violazioni di diritti fondamentali, come il recente arresto e l'incarcerazione di Javier Ramírez, presidente della comunità di Junín. Da allora Salviamo la Foresta chiede, assieme ad oltre 140 organizzazioni, la sua liberazione, senza avere risposta alcuna dalle autorità.

Il governo ecuatoriano è insensibile a qualsiasi reclamo e la zona è invasa da forze di sicurezza dello Stato che vigilano, intimídano e criminalizzano chi protesta. Per questo, facciamo appelloal governo cileno affinchè si ritiri da subito dal progetto minerario di Intag (Ecuador) e non sostenga violazioni dei diritti umani.