domenica 26 luglio 2015

#3 Intervista a Tino Verducci: attivismo e liberazione animale.

Bio: "Tino Verducci è coinvolto nell’attivismo radicale sin dagli anni '90 con il movimento di Liberazione Animale del Regno Unito che portò alla chiusura di parecchi centri di allevamento di bestiame e di animali da pelliccia.
Dallo scorso anno Tino gestisce un centro a Londra con altri movimenti sociali, e lavora sull’auto-organizzazione, sui progetti non gerarchici per un radicale cambiamento sociale.
Oggi lavora con "Animal Justice Project”, un’organizzazione internazionale non profit con base a Londra e Los Angeles impegnata a porre fine alla sperimentazione sugli animali e altre forme di specismo. E’ inoltre abituale relatore in Europa e negli Stati Uniti."











Tino sarà relatore alla Animal Rights National Conference 2015 per "Animal Justice Project" che si terrà a Washington (USA) dal 30.7.15 al 2.8.15.





Cominciamo questa interessantissima intervista a Tino Verducci per sapere e capire di più sul movimento per la liberazione animale in altri paesi del pianeta.

G.B.: Tutti coloro che si stanno impegnando nella lotta per liberazione animale, umana e della terra hanno avuto ad un certo punto della loro vita come una scintilla illuminante che ha permesso loro di aprire gli occhi sulla realtà delle immani ingiustizie che i più deboli subiscono ogni giorno. Quale è stata la tua "scintilla"? come e perchè hai cominciato a lottare contro le ingiustizie del sistema imperante?

T.V.: In verità ho avuto due “scintille”, la prima nel settembre/ottobre del 1985. Ero all’Oktoberfest a Monaco di Baviera e vedendo migliaia di persone che mangiavano insieme, all’improvviso ho pensato quanti animali sarebbero stati uccisi durante l’Oktoberfest e da quel momento sono diventato vegetariano.
La seconda scintilla, è avvenuta nel Marzo del 1987 durante la conferenza
“Noi e gli altri animali” http://www.radioradicale.it/scheda/20234/20259-convegno-noi-e-gli-altri-animali. Tra gli speakers c’era un portavoce del Animal Liberation Front che spiegava le tattiche e le liberazioni. Il suo discorso mi ha ispirato tanto che il primo dicembre dello stesso anno mi sono trasferito qui in Inghilterra.


G.B.: Quale è stato il successo o l'insuccesso che hai vissuto e che ti ha segnato più di tutti?

T.V.: Appartengo alla “vecchia guardia” del movimento, del movimento che è stato inspirato da Ronnie Lee, Keith Mann, John Curtin e tutti gli attivisti degli anni '90 che avevano la liberazione animale nel sangue.
Vedere chiudere Consort beagles, Save the Hillgrove Cats, Save the Newchurch Guinea Pigs ha fatto credere che si poteva raggiungere la liberazione animale. Poi subito dopo la campagna SHAC della repressione susseguente le connessioni con attivisti europei e americani
L’insucesso? Sono pessimista e ci sono tantissimi insuccessi ma, il momento più triste e stato il 16 Aprile 2014, mentre veniva annunciata la condanna a Debbie Vincent, per 6 anni di prigione per associazione di idee.
E’ stato un momento scioccante anche perchè c’era sempre stato un buon rapporto con Debbie.


G.B.: La tua vita attualmente è strettamente connessa alla realtà di Animal Justice Project (sbaglio?) che sta cercando di opporsi in questi giorni all'ampliamento del B&K in UK (allevamento di animali destinati ai laboratori di vivisezione, Marshall, Green Hill.). Ritengo veramente importante la campagna che state realizzando contro la suddetta multinazionale. Tuttavia, oltre all'informazione, alle manifestazioni ed ai sit-in di protesta cos'altro si potrebbe fare di incisivo e risolutorio per evitare l'ampliamento della struttura di B&K?

T.V.: Ho collaborato con Animal justice Project facendo delle ricerche su due campagne e ho stima per il loro lavoro ma non sono un loro portavoce.
Al  momento non c’è nessuna campagna attiva contro B&K (eccetto petizioni e email che non cambiano assolutamente nulla). Questo è un problema generale in Inghilterra, siamo d'accordo che la repressione ha tolto i più attivi del movimento militante ma, non ci sono persone con esperienza e idee per riportare il movimento indietro di 15/20 anni.
Cosa si puo’ fare per evitare l’ampliamento?
Prima di tutto il governo conservatore (e quello di prima laburista) sostengono la vivisezione e faranno di tutto per sostenere il mondo che loro chiamano “scienza”. Dobbiamo ricordare che per ben due volte il permesso era stato negato e probabilmente c’è stata una pressione al governo per cambiare decisione.
Questo allevamento si costruirà in un posto piccolo del nord est inglese e facendo continue proteste darà molto fastidio agli abitanti (motivo principale per cui era stato respinto l’ampliamento già due volte). Penso che questo sia l’unico modo per spingere gli abitanti ad una protesta di massa; ma ne dubito perchè B&K chiederà una ingiunzione subito per evitare proteste (c’è una storia di 100 stabilimenti che sono ricorsi a queste protezioni di legge per evitare proteste).


G.B.: Se qualcun* volesse aiutare l'attuale campagna contro B&K, come e cosa potrebbe fare?

T.V.: Rimanere in contatto con Animal Justice Project per “updates” sulla campagna. https://www.facebook.com/animaljusticeproject  http://www.animaljusticeproject.com.


G.B.: Cosa ne pensi dei movimenti animalisti? e di quello antispecista? Raccontaci un po' dei movimenti in UK e in USA...

T.V.: In Inghilterra come negli USA non si usa spesso la parola "antispecista" come la usate voi in Italia. In generale, sia negli USA che in Inghilterra, durante gli ultimi 8-9 anni le autorità hanno reso l'attivismo militante virtualmente impossibile. Tuttavia, allo stesso tempo abbiamo visto che le investigazioni hanno indotto il panico nelle industrie e provocato ridicole accuse contro gli attivisti coinvolti, (Austria e Spagna sono buoni esempi), ma il fatto sta che le campagne di maggior successo degli ultimi anni non hanno coinvolto qualsiasi azione illegale.
Quando si parla di perdita di numeri, posso dirvi che ho guardato il movimento UK essere decapitato numerose volte quindi non è una sorpresa che l'attivismo nel Regno Unito stia crollando.
La sfida è di trovare un nuovo modo di fare le cose, piuttosto che perseguendo le stesse idee vecchie fallite perché i nostri più grandi successi sono venuti sempre quando abbiamo cambiato il nostro approccio, e i nostri fallimenti più grandi sono venuti avendo perseguito tattiche non riuscite.

Se si studia la storia del movimento di quel periodo con le diverse leghe di liberazione dei primi anni '80 fino ai giorni nostri, il Regno Unito nella sua forma attuale nesessita di nuove idee piuttosto che ripetere quelle che non funzionano più.
È solo quando gli attivisti possono incontrarsi e condividere idee che portano nuovi approcci, si può sperare in un cambiamento.
Questo principio è stato usato negli USA dopo il SHAC7 e gli arresti ELF e sta portando attivisti nel movimento.

Abbiamo bisogno di costruire ponti con persone normali, non cercando di rieducare razzisti, Ronnie Lee aveva fatto questa proposta nel 1990 quando il sostegno pubblico per i diritti degli animali era comparativamente minuscolo.
Tuttavia, in questi tempi con i social media, c'è più sostegno per i diritti degli animali, ma per qualche motivo il movimento animalista non ha il sostegno concreto e dobbiamo guardare a noi stessi e pensare a quello che stiamo facendo realisticamente... e mi dispiace dire che la gente indossando un passamontagna marchiato e altre persone seminude (269 Life),  non è il look che dobbiamo adottare in futuro!

Dobbiamo, evidenziare le sofferenze degli animali, dobbiamo  creare un movimento hardcore di attivisti disposti a fare qualsiasi cosa per portare alla liberazione degli animali non umani.
Gli animali non hanno tempo per noi per educare i 7 miliardi di persone, molti dei quali non gli frega di nulla degli animali.
Dobbiamo uscire dal nostro guscio, dobbiamo uscire dal nostro “confort” e fare come le “suffragette” (https://it.wikipedia.org/wiki/Suffragette) che lottavano per il cambiamento all'interno della società: è il modo migliore e più efficace per portare cambiamenti agli animali non umani.
Dobbiamo uscire nelle strade e iniziare dialoghi con persone normali; quando mi riferisco a persone "normali", voglio dire le persone che non sono attive per i diritti degli animali e sono rappresentativi di una sezione trasversale della società e che dobbiamo interagire con loro.
Io non sto sostenendo cortei silenziosi che poi, generalmente riescono a trasmettere il messaggio desiderato, anche se almeno con un corteo funebre si fanno associazioni mentali immediate sulla morte degli animali che non fai quando guardi un umano marchiato.

Negli USA, il movimento Direct Action Everywhere (DxE) è diventato un culto.
Ma non sono d'accordo con loro: DxE sostiene di essere focalizzato su azione diretta ovunque e il loro obiettivo primario è di fare proteste all'interno di Whole Foods, Chipotles e Trader Joes - tre aziende che hanno promesso "trattamenti umani agli animali" ai loro clienti.
DxE  non prende di mira le grandi compagnie tipo, Walmart 3,000 negozi, McDonalds 18,000, KFC 30,000 e Burger King 12,000 oppure compagnie di allevamenti intensivi come Tyson/Smithfield.
DxE usa gridare e strillare invece di discuterne con calma con la gente per poi  promuovere l’obiettivo del veganismo pubblico.
DxE inoltre usa “leaders” e una “open policy” che ha già visto ragazze usate per sesso.
Se noi vogliamo lottare per un mondo antispecista dobbiamo togliere questi individui.
Se noi attivisti sembriamo normali, persone sane e felici, poi più persone vorranno diventare come noi. Se noi ci facciamo vedere arrabbiati, lunatici, misogini e razzisti o partecipiamo a rituali bizzarri e alienanti è molto meno probabile che le persone vogliano diventare attiviste. 


G.B.: cosa ne pensi delle grandi organizzazioni planetarie che si occupano di animali?

T.V.: Dipende dai nostri obbiettivi, le grandi organizzazione sono multi millionarie e rimarranno sempre cosi perchè sanno come fare soldi.
Quando inizi a pagare il personale per la tua organizzazione, inizi a pensare diversamente perchè il tuo primo obbiettivo è fare soldi e il secondo è quello di aiutare gli animali. Per fare quest’ultimo non puoi portare avanti un discorso abolizionista perchè le persone non ti seguiranno e daranno donazioni.
Purtroppo negli ultimi anni abbiamo visto il crescere di buone organizzazioni a livello di movimenti autonomi che hanno cambiato la loro prerogative.
Molta colpa è di persone tipo, Nick Cooney che ha portato l’idea di come fare più soldi con il suo libro “Change of Hearts”, oppure un altro brutto esempio è Animal Charity Evaluator, che dice puoi salvare un numero di animali per ogni euro donato.
Se sei un attivista, sai che l’unico animale salvato è quello liberato.
Però non posso, non ammettere che molte persone si sono avvicinate al movimento di liberazione animale grazie a queste grandi organizzazioni e molte lavorano bene.


G.B.: quali sono le difficoltà incontrate nel rendere efficaci le campagne di Animal Justice Project?

T.V.: Le campagne lanciate finora da Animal Justice Project sono state abbastanza efficaci; siamo andati nei piu’ grandi giornali inglesi come il Sunday Times, in radio e televisione.
AJP cerca di fare qualcosa di diverso in Inghilterra/USA e per ora siamo soddisfatti per come le campagne si sono sviluppate. Stiamo preparando altre campagne per attirare migliaia e migliaia di persone, però è un lavoro lento perchè siamo in pochi.
Dal 31 Luglio saremo a Washinghton per cercare di portare la nostra voce oltre Oceano perchè crediamo che abbiamo qualcosa di diverso e nuovo da offrire al movimento di liberazione animale.


G.B.: per chiudere ...un ultimo tuo pensiero/idea/aneddoto ce lo puoi lasciare?

T.V.: La mia ultima parola è quella che gli attivisti dovrebbero imparare più psicologia sociale perché sprechiamo troppo tempo a fare sempre gli stessi errori.

G.B. ringrazia infinitamente Tino per l'interessantissima intervista: è sempre costruttivo scambiare punti di vista ed esperienze diverse e per questo vi invito a leggere attentamente ed a ringraziare Tino per la sua disponibilità!

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