Lo sperimentatore che per primo dimostrò che un topo, premendo un tasto, riesce a interrompere una scarica elettrica che lo strazia, ha portato la riprova di quanto l'umanità già sapeva da millenni: che il topo è un animale molto intelligente e l'uomo un animale molto crudele.
SPERIMENTAZIONE INCRUENTA
«Con metodi incruenti si effettuano anche gli studi di comportamento (riflessi condizionati, studi dei movimenti ecc.) basati sull'osservazione di animali mantenuti in particolari condizioni, che non comportano sofferenze.»
Questa descrizione rassicurante è tratta da un recente opuscolo propagandistico del vessillifero della vivisezione in Italia, pomposamente denominato Istituto per le Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano. Adesso vediamo quale verità queste belle parole nascondono.
Poiché quasi soltanto gli anglosassoni rivelano particolari dei loro esperimenti — gli inglesi perché vi sono costretti per legge, gli americani perché non hanno leggi inibitorie — dobbiamo ricorrere soprattutto ai lavori pubblicati da costoro, e che in Europa vengono zelantemente replicati, ogni volta che si riesce ad ottenere i sospirati sussidi.
Lo sperimentatore che per primo dimostrò che un topo, premendo un tasto, riesce a interrompere una scarica elettrica che lo strazia, ha portato la riprova di quanto l'umanità già sapeva dal millenni: che il topo è un animale molto intelligente e l'uomo un animale molto crudele.
Gli sperimentatori che ripetono questo genere di esperimenti con infinite varianti, dimostrano la verità di un vecchio adagio: che la differenza tra l'intelligenza e la stupidità sta nel fatto che l'intelligenza ha i suoi limiti.
Come la stupidità, così anche la crudeltà, sua cugina, non ha limiti.
Su New Society (Londra, 27-8-1970) James Wellard ha descritto uno dei tanti moderni
esperimenti "psicologici" intitolato "Effetto dell'alcool sui riflessi sessuali e il comportamento copulativo del cane maschio". Resi ubriachi, i cani si erano mostrati disposti all'accoppiamento, ma incapaci di effettuarlo. (Questo esperimento evidentemente non aveva insegnato nulla di nuovo agli scienziati, per cui essi hanno pensato bene di ripeterlo dopo aver reciso ai cani la spina dorsale.)
Di un altro esperimento compiuto su 200 gatti da un Jules Masserman, professore di psichiatria in un'università americana, il Wellard ha scritto:
«Per chi vuol vedere a che punto di "straccio" fisiologico possono essere ridotti i gatti mediante dolore e frustrazioni, Masserman ha aggiunto alle proprie relazioni una serie di fotografie. Eccone una didascalia: "Un animale reso nevrotico da uno scoppio d'aria al momento in cui si avvicina al cibo. Sebbene non abbia mangiato da 48 ore, l'animale ora fa disperati tentativi di evasione alla presentazione del cibo"».
Tutta la crescente serie di simili esperimenti "incruenti" riguarda la "teoria dell'apprendimento" che studia gli effetti delle "punizioni" e "ricompense" (il bastone e la carota) sugli animali, di solito a base di scosse elettriche. Se ne possono trovare descritti a bizzeffe nelle riviste specializzate, soprattutto quelle statunitensi, di cui sfogliamo adesso due alle quali s'ispirano molti vivisettori europei. La prima è Journal of Comparative and Physiological Psychology.
Seguono alcune sintesi.
Università di Princeton. 256 ratti dell'età variante da un giorno a un mese. Privati totalmente di cibo e acqua fino alla morte. Conclusione: in condizione di sete e inedia totali, i ratti dell'età di due settimane sono quasi dieci volte tanto attivi quanto i ratti adulti normali che ricevevano cibo e acqua. (JCPP apr. 1971.)
Veterans Administration Hospital, Nashville, Tennessee, e Università Vanderbilt. A 196 ratti venivano date scosse elettriche attraverso la rete metallica del pavimento. I ratti impararono a girare sempre a destra se volevano evitare le scosse. Poi, tenuti in mano dagli sperimentatori, ricevettero scosse "elettroconvulsive" (convulsivanti) attraverso gli orecchi. Queste scosse distrussero la memoria dei ratti. Gli sperimentatori dichiararono che i risultati «sembrano indicare» che «l'incubazione della paura e la consolidazione della memoria» seguono entrambe l'addestramento ma richiedono tempo. (JCPP feb. 1971.)
Università di Stato della Florida. In sette scimmie rhesus dell’età tra i tre e i cinque anni è stato distrutto chirurgicamente il senso dell'olfatto, e gli occhi di due scimmie sono stati asportati, dopo di che sono stati diretti raggi X al loro viso. Lo sperimentatore ha affermato che le scimmie nei suoi esperimenti potevano vedere i raggi. (Tesi di laurea) (JCPP feb. 1972.)
Università dello Stato di New York a Buffalo. Su 105 porcellini d'India si voleva vedere l'influenza della vista sulla capacità di sfuggire alle scosse. Ad alcuni animali sono stati asportati gli occhi e sono state cucite le orbite. Altri porcellini d'India vennero sottoposti a danneggiamento della corteccia cerebrale nella parte posteriore del cervello. Un gruppo venne tenuto nel buio completo per simulare la cecità. Tutti i porcellini d'India, ognuno confinato in una scatola, erano addestrati in modo d'associare un ronzio a un'imminente scossa elettrica alle zampe: poi venivano osservate le loro «reazioni di fuga». Gli sperimentatori annunciarono che animali accecati impararono a seguire la parete della scatola per fuggire e si comportarono «con maggiore efficienza» che non gli animali integri, «tranne quando una porta o un altro ostacolo precludeva la via di uscita». (JCPP set. 1971.)
Università di Harvard (considerato il massimo ateneo americano, che forma i dirigenti di domani). Nove scimmie erano state addestrate a distinguere tra una chiave di prova illuminata e un'altra non illuminata, e linee verticali da linee orizzontali. Poi parti della corteccia cerebrale vennero rimosse mediante siringa aspiratrice. Due settimane dopo questo intervento chirurgico, le scimmie vennero piazzate in sedie di contenzione per ripetere le prove; elettrodi vennero fissati alla gamba destra. Tutte le scimmie vennero tenute senz'acqua. In seguito l'acqua veniva data come ricompensa per risposte corrette, e scosse elettriche venivano somministrate come "punizioni" per errori. Gli sperimentatori dissero che le scimmie col cervello danneggiato e non punite facevano più errori nel risolvere problemi visivi che non le scimmie normali. Quando venivano punite con scosse per gli sbagli, tre degli animali impararono a fare meno sbagli. Conclusione: punizioni per errori eliminano sensibilmente il deterioramento proveniente dal danneggiamento cerebrale. (Tesi di laurea) (JCPP apr. 1971.)
Tufts University, Massachusetts. 229 ratti vennero messi a contatto con rane. L'80% dei ratti, che appena svezzati erano stati rinchiusi in gabbie individuali, uccidevano le rane, ma solo il 49% dei ratti allevati in gruppo le uccidevano. Ratti "pacifisti" che si erano rifiutati di uccidere le rane vennero piazzati in modo da poter assistere agli attacchi contro le rane da parte dei "ratti assassini". Dopodiché 5 su 6 di questi ratti "pacifisti", che erano stati lasciati a digiuno, cominciarono a uccidere le rane, e continuarono a ucciderle anche dopo essersi saziati. (JCPP mag. 1972.)
Temple University, Filadelfia. Dopo sette giorni di digiuno, a 31 ratti vennero offerti topi vivi e ratti dell'età di due settimane. I ratti affamati uccisero e divorarono i piccoli ratti con altrettanta frequenza come divorarono i topi. Gli sperimentatori trassero la conclusione che per i ratti la fame è una potente motivazione a uccidere. (JCPP gen. 1972.)
Università di Chicago. A 15 gatti su 27 venne distrutta nella corteccia cerebrale la porzione del senso dell'olfatto mediante siringa aspiratrice. Altri animali di controllo vennero operati al cervello, ma senza danneggiarlo. Il piatto del cibo venne elettrificato, di modo che i gatti ricevevano una scossa nel muso appena lo immergevano nel cibo. Sugli otto gatti di controllo, sei non tentarono più di mangiare dopo la seconda scossa. I gatti col cervello menomato mostrarono «totale incapacità di apprendere come evitare la scossa». Conclusione: questo tipo di danneggiamento cerebrale procura un fallimento di comportamento molto attendibile. (Tesi di laurea) (JCPP apr. 1971.)
Università di California, Los Angeles. Una cannula venne impiantata permanentemente nel cervello di 55 conigli di un gruppo di 93. Una cannula venne inserita nella vena giugulare destra degli altri 38 conigli, elettrodi vennero inseriti nel retto e il cervello venne danneggiato. 16 conigli morirono come conseguenza della chirurgia cerebrale prima dell'inizio dell'esperimento. Soluzioni di sale, zucchero o urea in forte concentrazione vennero iniettate nel cervello. Conclusione: cellule nervose che regolano il desiderio di bere sono largamente distribuite nel cervello e danneggiamenti del cervello possono ridurre il desiderio di bere. (Tesi di laurea) (JCPP gen. 1971.)
Università di Utah. Il cervello di 38 gatti venne danneggiato chirurgicamente e poi vi vennero impiantati elettrodi. I gatti ricevettero scosse elettriche in bocca e nel cervello. Conclusione: le scosse nel cervello fanno dimenticare ai gatti le scosse ricevute in bocca e la corrente elettrica sembra agire come una lesione confondendo l'organizzazione degli impulsi delle cellule cerebrali. (JCPP ott. 1971.)
Gli esperimenti seguenti fatti nel 1973 sono tratti tutti da Journal of the Experimental Analysis of Behavior.
Scuola di Medicina dell'Università della Florida. A tre scimmie immobilizzate in sedie di contenzione vennero fissati elettrodi alle gambe, la coda venne rasata e tirata attraverso un buco dietro la sedia e attaccata ad altri elettrodi. Le scimmie potevano evitare una scossa elettrica della durata di otto secondi alla gamba premendo un bottone, e potevano evitare una scossa molto più forte alla coda (scossa che la scimmia avverte fin nel cervello) abbassando una leva, ma soltanto dopo un intervallo di nove secondi. Dopo che erano state "punite" con una scossa alla coda per avere evitato la scossa alla gamba, le scimmie impararono a sopportare per otto secondi la scossa più debole onde evitare la più intensa "punizione" elettrica alla coda. (JEAB gen. 1973.)
Scuola Medica dell'Istituto Johns Hopkins. L'impiego di scosse elettriche, incannulazioni e altre preparazioni chirurgiche rende difficile l'immobilizzazione prolungata di grossi primati come il babbuino. Perciò è stata messa a punto dal celebre Istituto Johns Hopkins una nuova sedia che mantiene il babbuino in posizione seduta. Vari animali con tubi impiantati nelle arterie «permangono in buone condizioni dopo un anno e mezzo di continua sperimentazione...». Sul davanti la sedia è chiusa da una sbarra di acciaio piazzata dinanzi al grembo dell'animale per impedirgli di uscire dalla sedia. Un collare e una catena ne controllano i movimenti. Ogni animale è provvisto di una cinta metallica attraverso la quale gli vengono somministrate le scosse elettriche. Tubi di ferro impediscono all'animale di curvarsi all'indietro o abbassare il capo. Tre animali svilupparono ernie addominali poco dopo essere stati confinati nella sedia. (JEAB gen. 1971.)
Ufficio d'Igiene Mentale dell'Illinois. 12 scimmie vennero impiegate in tre esperimenti, 6 scimmie due volte. Gli animali immobilizzati in sedie di contenzione ricevettero ogni 30 o 60 secondi, per una durata di 3 o 6 minuti, attraverso la coda, scosse elettriche varianti in intensità dai 160 ai 300 volt. Un tubo venne piazzato a portata delle scimmie, e gli sperimentatori constatarono che queste addentavano con maggior frequenza il tubo «al momento in cui stava per avvicinarsi la prossima scossa». Morsi erano la «reazione preferita» in seguito alle scosse. 6 delle 12 scimmie non vennero impiegate nel terzo esperimento, o perché erano già state impiegate in altri esperimenti oppure «perché erano decedute». (JEAB mag. 1972.)
Per qualcuno non ancora completamente convinto che simili esperimenti sono ispirati a squilibri mentali gravi, un altro paio di esempi:
Università della Carolina del Nord. Esperimento finanziato dalla ditta farmaceutica svizzera Hoffmann la Roche insieme col Ministero della Sanità statunitense (US Public Health Service). Vennero impiegati piccioni il cui peso corporeo era stato ridotto all'80% di quello normale mediante nutrizione controllata. Ai piccioni vennero applicati elettrodi intorno all'osso pubico (vicinanza organi genitali) per la somministrazione di scosse elettriche. I piccioni erano stati addestrati in modo da beccare una leva per ottenere il cibo, poi venivano "puniti" con una scossa elettrica per avere beccato. Vari farmaci vennero iniettati nei muscoli pettorali per accertarne l'effetto sul numero di beccate che gli uccelli facevano mentre venivano puniti. Tra i farmaci impiegati: morfina, pentobarbital, anfetamina, mescalina, cloropromazina. Un piccione morì subito per un farmaco troppo concentrato e venne rimpiazzato con un altro piccione dello stesso peso. Alla fine gli sperimentatori annunciarono che la maggior parte dei farmaci provati aumentavano la media bassa delle beccate, sia di quelle "punite" che di quelle "non punite", ma aggiunsero che « siccome tanti fattori possono influenzare gli effetti di farmaci sul comportamento punito, qualsiasi descrizione semplicistica circa gli effetti di un farmaco su di un comportamento "punito" rappresenta probabilmente una esagerata semplificazione». (JEAB gen. 1973.) Scienza o follia?
Università di Harvard. Esperimento finanziato dal Laboratorio di Relazioni Sociali dell'Università di Harvard e dalla Fondazione Rockefeller, su 30 cani randagi. Si voleva vedere « l'effetto di scosse elettriche sul salto di una barriera». Ogni cane venne messo in un piccolo scompartimento delimitato da alte pareti. Scosse elettriche vennero date attraverso i piedi. Gli sperimentatori riferirono che quando un cane riceveva una scossa di "alto voltaggio", appena al disotto della capacità di paralizzare i muscoli, esso «si metteva ad arrancare freneticamente, urtando la parete o cercando di scavalcarla... contemporaneamente emette va gridi striduli, sbavava, urinava, defecava, e muoveva rapidamente gli occhi». Inoltre il pelo si ergeva, i muscoli tremavano, il respiro diventava irregolare e affannoso, e prima o poi i tentativi vigorosi del cane lo mettevano in grado di sormontare la barriera. Riferirono che avrebbero voluto descrivere l'intero avvenimento come «un'esperienza traumatica» e definire tutto ciò che il cane impara da tale esperienza come «apprendimento traumatico»... Gli sperimentatori «valutavano l'indice emotivo» dei cani, «classificando» i seguenti sintomi: urinare, defecare, scorreggiare, salivare, gridare, piagnucolare, abbaiare, guaire, graffiare, tremare, ansimare; dichiararono che erano stati incapaci di notare alterazioni «viscerali» in mancanza di strumenti adatti; conclusero che nel tentare di spiegare i risultati, «si rivelarono varie inadeguatezze nelle attuali teorie dell'apprendimento». (Monografie Psicologiche. Intero volume N° 354, 1953.)
Scienza o follia?
Tutti questi esperimenti "sul comportamento" e tutti quelli a base di scosse elettriche come i succitati, vengono fatti senza la minima anestesia e possono protrarsi per anni; il che rende particolarmente sconcertante il seguente passaggio dell'Enciclopedia Americana (1972) sotto la voce "Vivisezione": «Significativi progressi in tecnica anestetica e in neurofisiologia — per lo più risultati di esperimenti animali — hanno permesso allo scienziato di sviluppare metodi altrettanto umani come quelli usati nella pratica medica».
Chi ha scritto tali parole mente, sapendo di mentire. E così uno dei più diffusi mezzi d'informazione mondiale della nostra epoca vuol dare a intendere che gli animali da laboratorio non devono sottostare a sofferenze e vengono trattati con i medesimi riguardi che i pazienti umani (paganti): asserzione emblematica dell'ipocrisia che regna nel mondo della vivisezione e che i vivisezionisti, a giusto titolo, considerano indispensabile per la sopravvivenza della loro lucrosa pratica.
Tratto da: Imperatrice Nuda al capitolo "SPERIMENTAZIONE INCRUENTA"
> http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf
Il pdf di Imperatrice Nuda scaricabile anche da questo link: > http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf
Questa descrizione rassicurante è tratta da un recente opuscolo propagandistico del vessillifero della vivisezione in Italia, pomposamente denominato Istituto per le Ricerche Farmacologiche "Mario Negri" di Milano. Adesso vediamo quale verità queste belle parole nascondono.
Poiché quasi soltanto gli anglosassoni rivelano particolari dei loro esperimenti — gli inglesi perché vi sono costretti per legge, gli americani perché non hanno leggi inibitorie — dobbiamo ricorrere soprattutto ai lavori pubblicati da costoro, e che in Europa vengono zelantemente replicati, ogni volta che si riesce ad ottenere i sospirati sussidi.
Lo sperimentatore che per primo dimostrò che un topo, premendo un tasto, riesce a interrompere una scarica elettrica che lo strazia, ha portato la riprova di quanto l'umanità già sapeva dal millenni: che il topo è un animale molto intelligente e l'uomo un animale molto crudele.
Gli sperimentatori che ripetono questo genere di esperimenti con infinite varianti, dimostrano la verità di un vecchio adagio: che la differenza tra l'intelligenza e la stupidità sta nel fatto che l'intelligenza ha i suoi limiti.
Come la stupidità, così anche la crudeltà, sua cugina, non ha limiti.
Su New Society (Londra, 27-8-1970) James Wellard ha descritto uno dei tanti moderni
esperimenti "psicologici" intitolato "Effetto dell'alcool sui riflessi sessuali e il comportamento copulativo del cane maschio". Resi ubriachi, i cani si erano mostrati disposti all'accoppiamento, ma incapaci di effettuarlo. (Questo esperimento evidentemente non aveva insegnato nulla di nuovo agli scienziati, per cui essi hanno pensato bene di ripeterlo dopo aver reciso ai cani la spina dorsale.)
Di un altro esperimento compiuto su 200 gatti da un Jules Masserman, professore di psichiatria in un'università americana, il Wellard ha scritto:
«Per chi vuol vedere a che punto di "straccio" fisiologico possono essere ridotti i gatti mediante dolore e frustrazioni, Masserman ha aggiunto alle proprie relazioni una serie di fotografie. Eccone una didascalia: "Un animale reso nevrotico da uno scoppio d'aria al momento in cui si avvicina al cibo. Sebbene non abbia mangiato da 48 ore, l'animale ora fa disperati tentativi di evasione alla presentazione del cibo"».
Tutta la crescente serie di simili esperimenti "incruenti" riguarda la "teoria dell'apprendimento" che studia gli effetti delle "punizioni" e "ricompense" (il bastone e la carota) sugli animali, di solito a base di scosse elettriche. Se ne possono trovare descritti a bizzeffe nelle riviste specializzate, soprattutto quelle statunitensi, di cui sfogliamo adesso due alle quali s'ispirano molti vivisettori europei. La prima è Journal of Comparative and Physiological Psychology.
Seguono alcune sintesi.
Università di Princeton. 256 ratti dell'età variante da un giorno a un mese. Privati totalmente di cibo e acqua fino alla morte. Conclusione: in condizione di sete e inedia totali, i ratti dell'età di due settimane sono quasi dieci volte tanto attivi quanto i ratti adulti normali che ricevevano cibo e acqua. (JCPP apr. 1971.)
Veterans Administration Hospital, Nashville, Tennessee, e Università Vanderbilt. A 196 ratti venivano date scosse elettriche attraverso la rete metallica del pavimento. I ratti impararono a girare sempre a destra se volevano evitare le scosse. Poi, tenuti in mano dagli sperimentatori, ricevettero scosse "elettroconvulsive" (convulsivanti) attraverso gli orecchi. Queste scosse distrussero la memoria dei ratti. Gli sperimentatori dichiararono che i risultati «sembrano indicare» che «l'incubazione della paura e la consolidazione della memoria» seguono entrambe l'addestramento ma richiedono tempo. (JCPP feb. 1971.)
Università di Stato della Florida. In sette scimmie rhesus dell’età tra i tre e i cinque anni è stato distrutto chirurgicamente il senso dell'olfatto, e gli occhi di due scimmie sono stati asportati, dopo di che sono stati diretti raggi X al loro viso. Lo sperimentatore ha affermato che le scimmie nei suoi esperimenti potevano vedere i raggi. (Tesi di laurea) (JCPP feb. 1972.)
Università dello Stato di New York a Buffalo. Su 105 porcellini d'India si voleva vedere l'influenza della vista sulla capacità di sfuggire alle scosse. Ad alcuni animali sono stati asportati gli occhi e sono state cucite le orbite. Altri porcellini d'India vennero sottoposti a danneggiamento della corteccia cerebrale nella parte posteriore del cervello. Un gruppo venne tenuto nel buio completo per simulare la cecità. Tutti i porcellini d'India, ognuno confinato in una scatola, erano addestrati in modo d'associare un ronzio a un'imminente scossa elettrica alle zampe: poi venivano osservate le loro «reazioni di fuga». Gli sperimentatori annunciarono che animali accecati impararono a seguire la parete della scatola per fuggire e si comportarono «con maggiore efficienza» che non gli animali integri, «tranne quando una porta o un altro ostacolo precludeva la via di uscita». (JCPP set. 1971.)
Università di Harvard (considerato il massimo ateneo americano, che forma i dirigenti di domani). Nove scimmie erano state addestrate a distinguere tra una chiave di prova illuminata e un'altra non illuminata, e linee verticali da linee orizzontali. Poi parti della corteccia cerebrale vennero rimosse mediante siringa aspiratrice. Due settimane dopo questo intervento chirurgico, le scimmie vennero piazzate in sedie di contenzione per ripetere le prove; elettrodi vennero fissati alla gamba destra. Tutte le scimmie vennero tenute senz'acqua. In seguito l'acqua veniva data come ricompensa per risposte corrette, e scosse elettriche venivano somministrate come "punizioni" per errori. Gli sperimentatori dissero che le scimmie col cervello danneggiato e non punite facevano più errori nel risolvere problemi visivi che non le scimmie normali. Quando venivano punite con scosse per gli sbagli, tre degli animali impararono a fare meno sbagli. Conclusione: punizioni per errori eliminano sensibilmente il deterioramento proveniente dal danneggiamento cerebrale. (Tesi di laurea) (JCPP apr. 1971.)
Tufts University, Massachusetts. 229 ratti vennero messi a contatto con rane. L'80% dei ratti, che appena svezzati erano stati rinchiusi in gabbie individuali, uccidevano le rane, ma solo il 49% dei ratti allevati in gruppo le uccidevano. Ratti "pacifisti" che si erano rifiutati di uccidere le rane vennero piazzati in modo da poter assistere agli attacchi contro le rane da parte dei "ratti assassini". Dopodiché 5 su 6 di questi ratti "pacifisti", che erano stati lasciati a digiuno, cominciarono a uccidere le rane, e continuarono a ucciderle anche dopo essersi saziati. (JCPP mag. 1972.)
Temple University, Filadelfia. Dopo sette giorni di digiuno, a 31 ratti vennero offerti topi vivi e ratti dell'età di due settimane. I ratti affamati uccisero e divorarono i piccoli ratti con altrettanta frequenza come divorarono i topi. Gli sperimentatori trassero la conclusione che per i ratti la fame è una potente motivazione a uccidere. (JCPP gen. 1972.)
Università di Chicago. A 15 gatti su 27 venne distrutta nella corteccia cerebrale la porzione del senso dell'olfatto mediante siringa aspiratrice. Altri animali di controllo vennero operati al cervello, ma senza danneggiarlo. Il piatto del cibo venne elettrificato, di modo che i gatti ricevevano una scossa nel muso appena lo immergevano nel cibo. Sugli otto gatti di controllo, sei non tentarono più di mangiare dopo la seconda scossa. I gatti col cervello menomato mostrarono «totale incapacità di apprendere come evitare la scossa». Conclusione: questo tipo di danneggiamento cerebrale procura un fallimento di comportamento molto attendibile. (Tesi di laurea) (JCPP apr. 1971.)
Università di California, Los Angeles. Una cannula venne impiantata permanentemente nel cervello di 55 conigli di un gruppo di 93. Una cannula venne inserita nella vena giugulare destra degli altri 38 conigli, elettrodi vennero inseriti nel retto e il cervello venne danneggiato. 16 conigli morirono come conseguenza della chirurgia cerebrale prima dell'inizio dell'esperimento. Soluzioni di sale, zucchero o urea in forte concentrazione vennero iniettate nel cervello. Conclusione: cellule nervose che regolano il desiderio di bere sono largamente distribuite nel cervello e danneggiamenti del cervello possono ridurre il desiderio di bere. (Tesi di laurea) (JCPP gen. 1971.)
Università di Utah. Il cervello di 38 gatti venne danneggiato chirurgicamente e poi vi vennero impiantati elettrodi. I gatti ricevettero scosse elettriche in bocca e nel cervello. Conclusione: le scosse nel cervello fanno dimenticare ai gatti le scosse ricevute in bocca e la corrente elettrica sembra agire come una lesione confondendo l'organizzazione degli impulsi delle cellule cerebrali. (JCPP ott. 1971.)
Gli esperimenti seguenti fatti nel 1973 sono tratti tutti da Journal of the Experimental Analysis of Behavior.
Scuola di Medicina dell'Università della Florida. A tre scimmie immobilizzate in sedie di contenzione vennero fissati elettrodi alle gambe, la coda venne rasata e tirata attraverso un buco dietro la sedia e attaccata ad altri elettrodi. Le scimmie potevano evitare una scossa elettrica della durata di otto secondi alla gamba premendo un bottone, e potevano evitare una scossa molto più forte alla coda (scossa che la scimmia avverte fin nel cervello) abbassando una leva, ma soltanto dopo un intervallo di nove secondi. Dopo che erano state "punite" con una scossa alla coda per avere evitato la scossa alla gamba, le scimmie impararono a sopportare per otto secondi la scossa più debole onde evitare la più intensa "punizione" elettrica alla coda. (JEAB gen. 1973.)
Scuola Medica dell'Istituto Johns Hopkins. L'impiego di scosse elettriche, incannulazioni e altre preparazioni chirurgiche rende difficile l'immobilizzazione prolungata di grossi primati come il babbuino. Perciò è stata messa a punto dal celebre Istituto Johns Hopkins una nuova sedia che mantiene il babbuino in posizione seduta. Vari animali con tubi impiantati nelle arterie «permangono in buone condizioni dopo un anno e mezzo di continua sperimentazione...». Sul davanti la sedia è chiusa da una sbarra di acciaio piazzata dinanzi al grembo dell'animale per impedirgli di uscire dalla sedia. Un collare e una catena ne controllano i movimenti. Ogni animale è provvisto di una cinta metallica attraverso la quale gli vengono somministrate le scosse elettriche. Tubi di ferro impediscono all'animale di curvarsi all'indietro o abbassare il capo. Tre animali svilupparono ernie addominali poco dopo essere stati confinati nella sedia. (JEAB gen. 1971.)
Ufficio d'Igiene Mentale dell'Illinois. 12 scimmie vennero impiegate in tre esperimenti, 6 scimmie due volte. Gli animali immobilizzati in sedie di contenzione ricevettero ogni 30 o 60 secondi, per una durata di 3 o 6 minuti, attraverso la coda, scosse elettriche varianti in intensità dai 160 ai 300 volt. Un tubo venne piazzato a portata delle scimmie, e gli sperimentatori constatarono che queste addentavano con maggior frequenza il tubo «al momento in cui stava per avvicinarsi la prossima scossa». Morsi erano la «reazione preferita» in seguito alle scosse. 6 delle 12 scimmie non vennero impiegate nel terzo esperimento, o perché erano già state impiegate in altri esperimenti oppure «perché erano decedute». (JEAB mag. 1972.)
Per qualcuno non ancora completamente convinto che simili esperimenti sono ispirati a squilibri mentali gravi, un altro paio di esempi:
Università della Carolina del Nord. Esperimento finanziato dalla ditta farmaceutica svizzera Hoffmann la Roche insieme col Ministero della Sanità statunitense (US Public Health Service). Vennero impiegati piccioni il cui peso corporeo era stato ridotto all'80% di quello normale mediante nutrizione controllata. Ai piccioni vennero applicati elettrodi intorno all'osso pubico (vicinanza organi genitali) per la somministrazione di scosse elettriche. I piccioni erano stati addestrati in modo da beccare una leva per ottenere il cibo, poi venivano "puniti" con una scossa elettrica per avere beccato. Vari farmaci vennero iniettati nei muscoli pettorali per accertarne l'effetto sul numero di beccate che gli uccelli facevano mentre venivano puniti. Tra i farmaci impiegati: morfina, pentobarbital, anfetamina, mescalina, cloropromazina. Un piccione morì subito per un farmaco troppo concentrato e venne rimpiazzato con un altro piccione dello stesso peso. Alla fine gli sperimentatori annunciarono che la maggior parte dei farmaci provati aumentavano la media bassa delle beccate, sia di quelle "punite" che di quelle "non punite", ma aggiunsero che « siccome tanti fattori possono influenzare gli effetti di farmaci sul comportamento punito, qualsiasi descrizione semplicistica circa gli effetti di un farmaco su di un comportamento "punito" rappresenta probabilmente una esagerata semplificazione». (JEAB gen. 1973.) Scienza o follia?
Università di Harvard. Esperimento finanziato dal Laboratorio di Relazioni Sociali dell'Università di Harvard e dalla Fondazione Rockefeller, su 30 cani randagi. Si voleva vedere « l'effetto di scosse elettriche sul salto di una barriera». Ogni cane venne messo in un piccolo scompartimento delimitato da alte pareti. Scosse elettriche vennero date attraverso i piedi. Gli sperimentatori riferirono che quando un cane riceveva una scossa di "alto voltaggio", appena al disotto della capacità di paralizzare i muscoli, esso «si metteva ad arrancare freneticamente, urtando la parete o cercando di scavalcarla... contemporaneamente emette va gridi striduli, sbavava, urinava, defecava, e muoveva rapidamente gli occhi». Inoltre il pelo si ergeva, i muscoli tremavano, il respiro diventava irregolare e affannoso, e prima o poi i tentativi vigorosi del cane lo mettevano in grado di sormontare la barriera. Riferirono che avrebbero voluto descrivere l'intero avvenimento come «un'esperienza traumatica» e definire tutto ciò che il cane impara da tale esperienza come «apprendimento traumatico»... Gli sperimentatori «valutavano l'indice emotivo» dei cani, «classificando» i seguenti sintomi: urinare, defecare, scorreggiare, salivare, gridare, piagnucolare, abbaiare, guaire, graffiare, tremare, ansimare; dichiararono che erano stati incapaci di notare alterazioni «viscerali» in mancanza di strumenti adatti; conclusero che nel tentare di spiegare i risultati, «si rivelarono varie inadeguatezze nelle attuali teorie dell'apprendimento». (Monografie Psicologiche. Intero volume N° 354, 1953.)
Scienza o follia?
Tutti questi esperimenti "sul comportamento" e tutti quelli a base di scosse elettriche come i succitati, vengono fatti senza la minima anestesia e possono protrarsi per anni; il che rende particolarmente sconcertante il seguente passaggio dell'Enciclopedia Americana (1972) sotto la voce "Vivisezione": «Significativi progressi in tecnica anestetica e in neurofisiologia — per lo più risultati di esperimenti animali — hanno permesso allo scienziato di sviluppare metodi altrettanto umani come quelli usati nella pratica medica».
Chi ha scritto tali parole mente, sapendo di mentire. E così uno dei più diffusi mezzi d'informazione mondiale della nostra epoca vuol dare a intendere che gli animali da laboratorio non devono sottostare a sofferenze e vengono trattati con i medesimi riguardi che i pazienti umani (paganti): asserzione emblematica dell'ipocrisia che regna nel mondo della vivisezione e che i vivisezionisti, a giusto titolo, considerano indispensabile per la sopravvivenza della loro lucrosa pratica.
Tratto da: Imperatrice Nuda al capitolo "SPERIMENTAZIONE INCRUENTA"
> http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf
Il pdf di Imperatrice Nuda scaricabile anche da questo link: > http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf
Capitoli di IMPERATRICE NUDA:
> http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src
_________________________
vedi anche: > http://www.hansruesch.net/
> http://www.facebook.com/photo.php?fbid=508213929256458&set=a.508213905923127.1073741842.469925656418619&type=3&src
_________________________
vedi anche: > http://www.hansruesch.net/
Nessun commento:
Posta un commento