Quello che vi propongo è un brano tratto da "FRATERNITA' E COMPASSIONE" di Luisella Battaglia (per "Altri Versi" di Oltre La Specie) che cita Rosa Luxemburg. Durante la sua prigionia nel carcere di Breaslavia, a pochi mesi dalla sua morte, assiste ad una scena di ordinaria violenza nei confronti di alcuni animali da soma. Questa la descrizione in una delle sue ultime lettere: "Durante le operazioni di scarico, gli animali se ne stavano esausti, completamente in silenzio, e uno, quello che sanguinava, guardava davanti a sé e aveva nel viso nero, negli occhi scuri e mansueti, un'espressione simile a quella di un bambino che abbia pianto a lungo. Era davvero l'espressione di un bambino che è stato colpito duramente e non sa per cosa né perché, non sa come sottrarsi al tormento e alla violenza bruta... [1]" e ancora: "Gli stavo davanti e l'animale mi guardava, mi scesero le lacrime - erano le sue lacrime; per il fratello più amato non si potrebbe fremere più dolorosamente di quanto non fremessi io, inerme davanti a quella silenziosa sofferenza. Quanto erano lontani, quanto irrangiungibili e perduti i verdi pascoli, liberi e rigogliosi, della Romania! [...] Oh mio povero bufalo, mio povero, amato fratello, ce ne stiamo qui entrambi così impotenti e torpidi e siamo tutt'uno nel dolore, nella debolezza, nella nostalgia."[2]
Dall'incorntro degli sguardi nasce la compassione, il riconoscimento della fraternità al di là delle frontiere di specie.[...] E tuttavia dolore, tensione, pena, amore, ansia sono sentimenti comuni a noi e a loro: di pathos è intessuta la nostra esistenza. Di qui la possibilità dell'empatia: non vi sono limiti alla nostra capacità di entrare col pensiero nella pelle di un altro, di immaginare l'esistenza di un qualsiasi essere con il quale condividiamo il sostrato della vita.
[1] Rosa Luxenburg, Un po' di compassione, trad. it. di M. Rispoli, Adelphi, Milano 2007, p.20
[2] Rosa Luxenburg, Un po' di compassione, trad. it. di M. Rispoli, Adelphi, Milano 2007, p.21
Dall'incorntro degli sguardi nasce la compassione, il riconoscimento della fraternità al di là delle frontiere di specie.[...] E tuttavia dolore, tensione, pena, amore, ansia sono sentimenti comuni a noi e a loro: di pathos è intessuta la nostra esistenza. Di qui la possibilità dell'empatia: non vi sono limiti alla nostra capacità di entrare col pensiero nella pelle di un altro, di immaginare l'esistenza di un qualsiasi essere con il quale condividiamo il sostrato della vita.
[1] Rosa Luxenburg, Un po' di compassione, trad. it. di M. Rispoli, Adelphi, Milano 2007, p.20
[2] Rosa Luxenburg, Un po' di compassione, trad. it. di M. Rispoli, Adelphi, Milano 2007, p.21
Bellissimo
RispondiElimina