domenica 25 maggio 2014

Da Mr Boycott al consumo critico - G.B.

C. C. Boycott (credits: vanity fair magazine)
Nel quotidiano usiamo spesso termini e parole che hanno origini sconosciute.
Una di queste, per chi lotta per un mondo più giusto per tutt*, è "boicottaggio", un'azione che tende a screditare, ad indebolire, al sottrarsi alla complicità, ad essere critici verso un'azienda produttrice, una persona, una organizzazione di persone o verso un insieme di multinazionali o governi.
Il termine deriva dal cognome di Mr. Charles Cunningham Boycott imprenditore dell'800 in Irlanda al servizio di Lord Erne, grande proprietario terriero, venne messo al bando per lo sfruttamento a cui sottoponeva i contadini.
I contadini, organizzati nella Irish Land League, cominciarono a fargli terra bruciata intorno: i vicini non gli avrebbero parlato, i negozi non lo avrebbero servito, i carpentieri non gli avrebbero aggiustato la casa ed i postini si sarebbero rifiutati di consegnargli la sua posta.
Dopo qualche tempo fu licenziato e fu costretto ad andarsene dall'Irlanda.

Altro termine di fantasia derivato da "boycott", mutato in "buycott", venne coniato da Jeff Coen nel 2005 perchè le persone comprassero la benzina della compagnia Citgo proveniente dal Venezuela di Hugo Chavez, unico presidente di una nazione ad essere stato eletto democraticamente tra i vari paesi produttori di petrolio. 
Si è trattata quindi di una azione di consumo critico, vale a dire in opposizione al consumo compulsivo ed inconsapevole, come comprare cose che non servono, di cui si può fare a meno e macchiati, in origine, da sfruttamento di persone, animali e risorse planetarie. 
Altri esempi di consumo critico si possono ritrovare nel commercio equosolidale ("fair trade" in inglese), o nei mercatini dove si vendono prodotti riciclati o riutilizzati e quindi sostenibili sia dal punto di vista etico sia dal punto di vista ecologico. 
Qualcuno ha coniato il motto "voti ogni volta che fai la spesa", a sottolineare che un consumo consapevole può avere e realizzare fini politici o etici. 
Ovviamente la consapevolezza presuppone una informazione pulita e scevra da interessi e profitti spinti dall'avidità dei produttori. 
Il consumo critico può è deve comprendere anche il risparmio (finanza etica) o l'acquisto di servizi come trasporti o telecomunicazioni.

Noi vegani etici attuiamo quotidianamente il boicottaggio di attività e prodotti irrispettosi della vita, sia umana sia non umana, come prassi dell'antispecismo in contrapposizione allo specismo imperante, basato su schiavitù, sofferenza e morte di esseri viventi senzienti. Mi ritengo fortunato, anche se spesso è difficile, ad avere acquisito questa consapevolezza, consapevolezza che può esserci solo se si è informati correttamente e che cambia la vita ed il modo di pensare.

(le info sono state tratte da Wikipedia


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