sabato 30 maggio 2015

Dei mattatoi e delle sofferenze altrui non riconosciute - AA.VV.

Figlio di un Dio minore, senza voce, castrato dopo pochi giorni con le dita del diavolo vestito a uomo e senza anestesia, privato dei piccoli dentini da latte, senza coda perché tagliata da infame lama.

Senza dignità alcuna. 

Nato per ingrassare le nostre voglie di carne tra un panino e una birra, grigliato, saltato, imbustato, percosso, preso a calci, gassato, bollito vivo…morto? 

Inerme, come pietra e lava, di una cattedrale dolente d’odio…ma lui ha gli occhi blue e verdi come un mare che mai riposa e che posa lui dolente. 

Vorrei salvarlo e vederlo volare col vento via lontano dalla terribile lama come farfalla in una mattina di maggio. 

Posso accostarmi ora ai suoi occhi? aperti come due mari e cercare, solo provare, il suo respiro per renderlo eterno. 

A te amico mio, che vieni al mondo solo per vivere in un mondo di tenebre, vorrei stringere forte la luce dei tuoi occhi e gridare al mondo che la tua bocca tonda è sospesa nel dolore di ogni anima che ha un calvario non ancora scritto, Amico mio.
(anonimo)


E anche se solo per pochi secondi ho potuto scorgere quegli occhi,
quelle narici frementi e quelle pelli rosee, è stata una visione devastante. 

Per lunghi attimi non sono riuscita più ad ascoltare nulla di ciò che mi veniva detto… perché la mia mente continuava a seguire i maiali. Pensavo alla vita terribile che avevano dovuto patire fino a quel momento…

A quegli occhi che guardavano il paesaggio, che vedevano il sole forse per la prima – e sicuramente per l’ultima – volta.

Ecco passare di fronte ai miei occhi l’inferno, quello vero.

Sono consapevole che quelli che scriverò saranno pensieri ‘di pancia’, perché il dolore che sento dentro è reale, l’angoscia che mi attanaglia ora più che mai presente.

Con l’augurio che tutt* coloro che dicono di lottare contro le diverse forme di oppressione (e di sapere quanto queste siano tra loro inestricabilmente collegate) sentano sempre più stridente il fare queste alte ‘dichiarazioni d’intenti’ addentando la carne e il dolore di altri esseri viventi.
(informarexresistere)


Apri gli occhi, questo è un mondo sbagliato!
Siamo spettatori indifferenti di un olocausto di indescrivibili dimensioni.

Non abbiamo bisogno di uccidere per vivere, lo facciamo solo per abitudine, ma è un'abitudine che è giusto cambiare, perché non ha senso provocare dolore e morte per mangiare. 

Uccidere altri animali è un atto di sfruttamento e violenza, e lo facciamo solo perché abbiamo il potere per farlo, non perché sia giusto così o perché ce n'è sia la necessità.

Nel mondo vengono uccisi a scopo alimentare:
170 miliardi di animali ogni anno;
oltre 14 miliardi di animali ogni mese;
mezzo miliardo di animali ogni giorno;
19 milioni di animali ogni ora;
oltre 300.000 animali ogni minuto;
oltre 5.390 animali al secondo.

Nella sola Italia vengono uccisi per finire sulle nostre tavole:
2 miliardi e mezzo di animali ogni anno;
225 milioni di animali ogni mese;
8 milioni di animali ogni giorno;
oltre 300.000 animali ogni ora;
5100 animali ogni minuto;
90 animali al secondo.

Ogni minuto solo in Italia per la nostra alimentazione viene ucciso un numero di animali pari al numero di vittime dell'attentato dell'11 settembre contro le Torri Gemelle.

Ogni anno solo in Italia viene ucciso un numero di animali pari alla metà della popolazione mondiale.
(Marco Cioffi)


Noi non abbiamo il vostro potere, il vostro denaro. 
Ma abbiamo la forza delle nostre idee, il coraggio e la sfrontatezza di chi sa di essere nel giusto. Noi ci svegliamo ogni giorno con il cuore colmo di dolore per tutte le vite rubate, calpestate, martoriate, annientate da questo sistema malato, questa società ingiusta e crudele...e quel dolore si trasforma in forza dirompente, irreferenabile impulso ad opporci e lottare per abbattere ogni vostra cattedrale, ogni muro di ogni maledetto lager e campo di sterminio. Affinchè il grido di dolore e disperazione di un intero popolo di schiavi, di oppressi, di martiri, possa squarciare il cielo come un'uragano ed ogni lacrima versata da chi, dentro quelle maledette mura ci ha lasciato ogni speranza, insieme alla vita che gli è stata rubata, diventi parte di un fiume in piena, che porterà con se tutta la violenza e la grandezza di un sogno...il nostro sogno, il loro sogno...che cresce dentro noi, insieme a noi. Non potete fermarci. Noi siamo il mondo che vive.
(Alessandro Veg Di Rienzo)


Quando un giorno lontano i mattatoi chiuderanno ci sarà un targa con su scritto: In questo luogo hanno sofferto il terrore della morte e l’agonia non mostri sanguinari, feroci predatori ma miti e servizievoli nostri compagni di viaggio. In questo luogo fu negata la fratellanza biologica universale, fu disprezzata la vita e la sofferenza, fu calpestata la pietà, fu ucciso il rimorso, derisa la compassione, schernito l’amore, in questo luogo di orrore e di barbarie, in questo campo di perenne sterminio, in questa fucina di crudeltà e di insensibilità, in questo luogo in cui trionfarono a lungo non la civiltà ma l’arroganza più vile e regressiva, non l’amore ma l’egoismo più impietoso e distruttivo, non la giustizia ma l’ignoranza e la morte.
(autore sconosciuto)


La compassione non ha nulla a che fare con l'estremismo.
Sentimenti di compassione possono acquisire caratteri e parvenze estremiste solo in occhi pervasi da un profondo stato di alienazione e da un asettico cinismo interiore, anestetizzato al dolore altrui.

Estremista è invece la mano che taglia la gola ad un piccolo vitello strappato alla madre.

Estremista è la mano che scarnifica e dissangua innocenti vite senzienti che non hanno mai conosciuto, e mai conosceranno, un solo raggio di sole.

Estremisti sono 50 anni di pubblicità e di offuscamento mentale di massa che hanno mostrano alberi della carne, ruscelli naturali di latte tra rocce di alta montagna e topolini che fabbricano parmigiano.

Estremismo è parlare di amore, di pace e di giustizia mentre ci si rende responsabili, con il proprio silenzio e le proprie scelte personali, dello sterminio di innumerevoli creature innocenti, sensibili come l’uomo al dolore, alla disperazione, al terrore della morte.

Estremismo è parlare di pace con la bocca piena delle vittime della violenza.

Estremismo è strappare gli Animali alle loro famiglie, imprigionarli, fecondarli, separarli, privarli di qualsiasi cosa rendesse la loro vita degna di essere vissuta, ed infine, incolonnarli verso la morte, facendogli sentire i lamenti dei loro fratelli morenti mentre terrorizzati aspettano il proprio turno.

Estremista è lo spietato atteggiamento di negazione ad oltranza di tutto ciò.

ESTREMISTA è la mano che ogni giorno alimenta, finanzia e partecipa a tutto questo e nel buio della mente continua a dormire sonni tranquilli.
[Gaspare Messina - http://laverabestia.org/]


Io sono 1474,
di quando sono nato ricordo che all'inizio avevo freddo e paura.
Ricordo poi mia madre che la vidi per la prima volta e mi senti amato,ero felice e l'unica cosa che desideravo era di essere amato, ma ancora non sapevo che ben presto avrei dovuto dimenticare i miei pochi sogni..

Non sapevo ancora che sarei stato per il breve resto della mia vita nient'altro che un numero. 

Io sono 1474 ed oggi è il mio ultimo giorno di vita.

Mi piacerebbe potervi raccontare qualcos'altro di me, ma purtroppo non ho vissuto niente che valga la pena d'essere raccontato.

Ho vissuto tutta la mia vita in una piccola stalla ad aspettare che qualcosa cambiasse..E questo non era proprio quello che speravo.

Avrei voluto raccontarvi di chi ho amato e di chi mi ha amato, avrei voluto raccontarvi la mia vita, ma ho da raccontarvi solo come è finita.

Tuttavia è tutto ciò che posso raccontarvi perchè ciò che ho vissuto, non so voi, ma io non lo chiamo "vita".

VI RACCONTO TUTTO QUESTO NELLA SPERANZA CHE LA PAURA CHE HO NEGLI OCCHI E CHE HO DENTRO VI INSEGNI AD AMARE I MIEI FRATELLI...ADDIO.
(autore sconosciuto)


UN VITELLINO APPENA NATO.
Guardateci negli occhi prima di mangiarci e vi leggerete dentro tanto amore e tanta dolcezza, cose che voi umani non possedete più presi come siete dal guadagno facile ed immediato sulla pelle di poveri esseri viventi come noi nati per compiacere il vostro palato.

Sono nato ieri sera; immediatamente sono stato allontanato dalla mia mamma, portato sul cemento e mi è stato messo uno stretto laccio al collo.

Non riesco a stare in piedi, sono spaventato, voglio la mia mamma, il suo calore, sentire le sue labbra, e invece sento solo le mani di una donna che mi prende per il collo e mi dice “su, stai in piedi, maledetto” ed io ho paura, tremo, non riesco ad alzarmi.

Si avvicina un’altra donna; mi si accovaccia vicino e inizia ad accarezzarmi. Sento le sue mani leggere sul mio corpo ed inizia a sussurrarmi dolci parole: “coraggio piccolino, lo so che ti manca la mamma ed hai paura. Sei qui da solo ed hai paura, ma devi farti coraggio”.

Mi abbraccia e cerca di farmi stare in piedi, ma io proprio non riesco. Sono ancora sporco della placenta della mamma, sono appena nato e già inizio a conoscere la malvagità degli uomini.

Perchè mi avete separato dalla mia mamma? Perchè? Io ho bisogno di lei, ho bisogno del suo latte, dei suoi insegnamenti, del suo muso che mi accarezza e invece…. nulla.

Sono qui da solo, buttato sul nudo pavimento e non so cosa fare. Anche la mia mamma mi cerca, vorrebbe leccarmi, aiutarmi, darmi il suo latte e invece è dall’altra parte della stalla, allungata sul pavimento, ancora dolorante per il parto e per la separazione dal suo piccolino.

Chissà quanti figli ha messo al mondo e subito le sono stati allontanati per fare la mia fine. Intanto la signora continua ad accarezzarmi piano piano, dolcemente e la paura un pò passa, ma poi quando resterò solo chi mi aiuterà?

Quando diventerà buio ed avrò paura chi verrà a farmi coraggio?

Vedo altri vitellini come me in un recinto, ma non posso avvicinarmi a loro: non so camminare e sono già legato con una corda al collo. Come posso raggiungere i miei fratellini per farci un pò di coraggio, per scaldarci un pò? Non posso. Dovrò stare qui da solo chissà fino a quando.

Un pò distante da me c’è un altro vitellino nato due giorni fa; lui sta già in piedi e anche lui ha una corda al collo stretta come la mia e non può muoversi.

Dovremo stare qui da soli, con le nostre paure, fino a quando un camion non verrà a prenderci per portarci in un posto che gli uomini chiamano “allevamenti”; lì staremo qualche mese fino a quando qualcuno non verrà a prenderci e ad ucciderci per fare di noi della "carne".

Questa sarà la mia breve vita: mi hanno fatto venire al mondo per essere ucciso dopo pochi mesi; pochi, ma sufficienti per conoscere quanto sia sconfinata la malvagità dell’uomo.

Guardami negli occhi e pensa: anch’io sono un cucciolo bisognoso della sua mamma, di imparare da lei a camminare, a mangiare, di conoscere il mondo, e invece sono qui, sul nudo pavimento, incapace di fare qualunque cosa se non di soffrire.

E tutto perchè qualcuno deve mangiare le mie carni.

Chissà quanto tempo ci vorrà ancora prima che gli umani imparino a rispettare tutti gli esseri viventi senzienti e a non mangiarli, ma ad amarli. Per me non ci sarà più tempo, ma forse per i miei fratelli… chissà…
(da LA VERA BESTIA - Animal Video Community)

Nessun commento:

Posta un commento