domenica 11 maggio 2014

Ales Atto II - Sad Cévennes - Comité Radicalement Anti-corrida (CRAC)

31 MAGGIO 2014 - ALES (F)

Il 31 maggio, saremo di nuovo insieme in Alès per chiedere la fine della corrida in città senza alcuna tradizione ispanica che proclama Porte des Cevennes. 
Già, dobbiamo essere il più possibile, in tutto il mondo a contatto Max Roustan, sindaco di Ales. Così abbiamo scritto la seguente lettera in sei lingue. Diverse versioni possono essere visualizzati facendo clic sui collegamenti sottostanti. Sentitevi liberi di copiare e distribuire loro ampiamente nelle e-mail, social network, fax o posta ordinaria.




"Max Roustan
Place de l’Hôtel de ville
30115 Alès Cedex BP345
France
Email : communication@ville-ales.net
Fax : +33 466 561 031

Egregio Signor Sindaco,

Apprendo da amici francesi che la sua città organizza delle corride. E’ particolarmente rivoltante che in un paese moderno, lei faccia tenere degli spettacoli di tortura con dei vitelli o dei tori. Abbiamo visto dei video che dimostrano come questi animali siano totalmente spiazzati e che soffrano fisicamente e psicologicamente. Alcuni, in modo particolare i più giovani, hanno talmente paura che si immobilizzano nell’arena, non sapendo cosa fare per scappare di fronte al supplizio.

Il sud della Francia è una regione particolarmente apprezzata dai turisti stranieri, ma se le corride continuassero, lo farò sapere ad amici e parenti cosa si organizza in modo che la sua città sia boicottata. Trovo questa situazione tanto più inconcepibile che, da 19 anni alla guida di Alès, lei abbia fatto sapere in lungo ed in largo che lei ama gli animali ma che, comunque, lei autorizza il mantenimento delle corride. Ci sono pertanto altri comuni nel sud della Francia dove i sindaci le hanno finalmente fatte sparire, pur avendo legalmente il diritto di mantenerle.

Lei potrebbe, per esempio, come già stato fatto a Barcellona, trasformare l’arena in un luogo di alta cultura ed accrescere considerevolmente la fama della sua città dichiarandola anticorrida. Lei non ignora, sicuramente, che una grande maggioranza dei suoi concittadini si oppone alla corrida e che, nella maggior parte dei paesi del mondo, la corrida è illegale perché percepita per quello che è: uno spettacolo di tortura animale ingiustificabile. Il fatto che, inoltre, sia una tradizione spagnola di un’altra epoca rende la sua sopravvivenza in Francia incomprensibile agli occhi della maggioranza degli abitanti del nostro pianeta.

Senza le corride, Alès, potrebbe divenire una città turistica rassicurante ed attraente, dove i turisti amerebbero recarsi. Noi, in qualsiasi posto noi vivessimo, avremmo sicuramente piacere a frequentare la vostra arena per assistere ad un bel concerto od ad una animazione regionale, piuttosto che ad una corrida dove noi non andremo mai.

Quindi, la prego, in nome della reputazione internazionale della sua città ed in nome di un minimo di rispetto verso l’infanzia, sia quella dei vitelli sia dei bambini che potrebbero assistere allo spettacolo, di ben volere annullare definitivamente queste corride o « novilladas ». Creda bene che, in questo caso, saremo numerosi ad incoraggiare la gente di tutti i paesi a visitare la sua regione e la sua città, già così attraente del resto.

Voglia gradire, Signor Sindaco, i miei distinti saluti.
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Versione in francese

Monsieur le Maire,

Je viens d’apprendre par des amis français que votre ville organise des corridas. Il est particulièrement choquant que, dans un pays moderne, vous teniez des spectacles de torture avec des veaux ou des taureaux. Nous avons vu des vidéos qui montrent que ces animaux sont totalement perdus et qu’ils souffrent physiquement et psychiquement. Certains, surtout parmi les plus jeunes, ont tellement peur qu’ils s’immobilisent dans l’arène, ne sachant plus quoi faire pour échapper à leur supplice.

Le Sud de la France est une région particulièrement appréciée des touristes étrangers, mais si les corridas continuent, je ferai savoir autour de moi ce que vous organisez afin que votre ville soit boycottée. Je trouve cette situation d’autant plus inconcevable que, depuis 19 ans à la tête d’Alès, vous avez fait savoir largement que vous aimez les animaux mais que vous autorisez néanmoins la tenue de corridas. Il y a pourtant d’autres communes du sud de la France dont les maires les ont finalement fait disparaître, bien qu’ayant légalement le droit de les maintenir.

Vous pourriez par exemple, comme cela a été fait à Barcelone, transformer vos arènes en un haut-lieu culturel et accroître considérablement le rayonnement de votre ville en la déclarant anti-corrida. Vous n’ignorez pas qu’une large majorité de vos concitoyens s’oppose à la corrida et que dans la plupart des pays du monde, la corrida est illégale car perçue pour ce qu’elle est : un spectacle de torture animale injustifiable. Le fait que, de plus, ce soit une tradition espagnole d’un autre âge rend sa survivance en France incompréhensible aux yeux de la plupart des habitants de notre planète.

Sans les corridas, Alès pourrait devenir une ville touristique apaisée et attractive, où les touristes aimeraient à se rendre. Nous, partout où nous vivons, aurons bien davantage de plaisir à venir en vacances dans vos arènes pour assister à un beau concert ou une animation régionale, plutôt qu’à une corrida où nous n’irons jamais.

Aussi, je vous prie, au nom de la réputation internationale de votre ville et au nom d’un minimum de respect envers l’enfance, tant celle des veaux que celle des enfants qui pourront assister au spectacle, de bien vouloir annuler définitivement ces corridas ou novilladas. Croyez bien que, dans ce cas, nous serons nombreux à encourager les gens de tous pays à venir visiter votre région et votre ville, si attrayante par ailleurs.

Veuillez agréer, Monsieur le Maire, l’expression de mes salutations distinguées."

SCRIVETE SCRIVETE SCRIVETE
USATE E.MAIL, FAX O POSTA ORDINARIA
BASTA CORRIDA!!!

STAMPA LOCALE

Il video della manifestazione del 2013. 5000 manifestanti denunciano una pratica barbara purtroppo 
ancora perpetrata nel 2013 in nome della "tradizione" e della "cultura".  Il messaggio degli attivisti è chiaro e forte: "se ci saranno ancora le corride ad Alès il prossimo anno, ci sarà la guerra!"

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