Nei giorni dal 29 agosto al 2 settembre 2014 si prevede una animata protesta contro le uccisioni, le torture, le catture e le deportazioni di delfini a Taiji in Giappone.
L'EVENTO FACEBOOK con alcune iniziative per protestare contro questa immane tragedia:
"In questi giorni di fervente passione per il destino dell'orsa Daniza, non possiamo comunque dimenticare che come ogni anno il 1° settembre avrà inizio la spietata caccia ai delfini di Taiji, città di poche migliaia di persone affacciata sul Pacifico nella prefettura di Wakayama, nel Giappone occidentale, saltata alla ribalta internazionale lo scorso gennaio a causa della cattura di “Angel”, una piccola delfina albina strappata alla madre, brutalmente uccisa, e all’Oceano per diventare un fenomeno da baraccone all’interno del delfinario Whale Museum di Taiji.
In quei giorni furono catturati e per la maggior parte uccisi, circa 250 delfini. Numerose personalità internazionali, tra le quali anche l’ambasciatrice americana in Giappone Caroline Kennedy, espressero il loro totale disaccordo con questo metodo di caccia “disumano”
Il film-documentario del 2009 "The Cove", vincitore di un Oscar, ha portato Taiji, all'attenzione
mondiale, dopo aver mostrato la crudeltà con cui vengono uccisi decine di delfini e altri cetacei intrappolati in quella che ormai viene definita “La Baia della Morte”.
Attivisti da tutto il mondo si uniscono ogni anno ai Cove Guardians di Sea Shepherd e al gruppo di Ric O’Barry’s Dolphin Project per testimoniare e diffondere le crudeli immagini della caccia e della cattura di delfini o piccole balene destinati al lucroso mercato dei delfinari.
Come L’Altro con Sé vogliamo partecipare alla protesta internazionale che ha luogo in questi giorni con queste modalità:
1) invitandovi al nostro mail bombing (da oggi stesso) e/o a inviare un fax e/o fare una telefonata agli indirizzi e numeri indicati.
2) invitandovi a partecipare ai seguenti presidi:
Milano: http://on.fb.me/1C8UZbj
Perugia: http://on.fb.me/1lzv87N
Soverato: http://on.fb.me/1pPjkOt
3) partecipando domenica 31 agosto al Tweetstorm internazionale che avrà inizio alle ore 9 ora locale.
Poco prima dell’orario indicato pubblicheremo il sito dove potrete trovare tutti i tweet già compilati e solo da inviare. Per partecipare bisogna avere un account Twitter, se non lo avete lo potete creare in pochi minuti.
INDICAZIONI PER MAIL BOMBING
Riteniamo sia utile mettere a conoscenza i giornali di quanto sta per accadere invitandoli a scrivere un articolo inviando questo scritto o altro di vostro pugno:
Indirizzi mail da copiare e incollare in blocchi:
tg1_direzione@rai.it, tg1.sdr@rai.it, mediaset@mediaset.it, programmi@la7.it, redazionetg5@mediaset.it, tg1.cronaca@rai.it, redazione@ildue.it, tgfin@mediaset.it, televideo@rai.it, economia@corrieredelmezzogiorno.it, lettere@corriere.it, larepubblica@repubblica.it, tg1_direzione@rai.it, redazione.internet@ansa.it, grr@rai.it,posta@liberazione.it, segreteria.redazione@agi.it, primopiano@rai.it, lettere@metroitaly.it, info@geapress.org, redazione@geapress.org, online@quotidiano.net, direzione@quotidiano.net, redazioneweb@ilmessaggero.it, ditelo@ilmattino.it,
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Testo:
"Come partecipante alla protesta internazionale denominata Japan Dolphin’s Day http://bit.ly/1sAQsYL organizzata da Japan Dolphin’s Project invito la vostra gentile redazione a scrivere un articolo su quanto sotto descritto:
IL 1° SETTEMBRE AVRA’ DI NUOVO INIZIO LA MATTANZA ANNUALE DI TAIJI
A gennaio 2014 la caccia ai delfini di Taiji, città di poche migliaia di persone affacciata sul Pacifico nella prefettura di Wakayama, nel Giappone occidentale, è saltata alla ribalta internazionale a causa della cattura di “Angel”, una piccola delfina albina strappata alla madre, uccisa, e all’Oceano per diventare un fenomeno da baraccone all’interno di un delfinario. In quei giorni furono catturati e per la maggior parte uccisi, circa 250 delfini. Numerose personalità internazionali, tra le quali anche l’ambasciatrice americana in Giappone Caroline Kennedy, espressero il loro totale disaccordo con questo metodo di caccia “disumano”.
Il film-documentario del 2009 "The Cove", vincitore di un Oscar, ha portato Taiji, all'attenzione mondiale, dopo aver mostrato la crudeltà con cui vengono uccisi decine di delfini intrappolati in quella che ormai viene definita “La Baia della Morte”.
Attivisti da tutto il mondo si uniscono ogni anno ai Cove Guardians di Sea Shepherd e al gruppo di Ric O’Barry’s Dolphin Project per testimoniare e diffonder le crudeli immagini della caccia e della cattura di delfini o piccole balene destinati al lucroso mercato dei delfinari.
Oltretutto bisogna rilevare che la modalità di uccisione dei delfini è molto crudele e non sarebbe mai giuridicamente accettata in un qualsiasi macello in tutto il mondo, Giappone incluso.
Si può vedere QUI il video che documenta il metodo di uccisione
Attraverso la recisione del midollo spinale, causato infilando una pesante asta di ferro in un punto situato subito dietro lo sfiatatoio, si porta il delfino ad una sofferenza lunga e dolorosa, che può durare anche 20 minuti fino alla morte liberatoria.
Nonostante la caccia venga difesa dal governo giapponese per l’uso alimentare della carne di delfino, cosa peraltro non vera dato che molti giapponesi non si nutrono di delfini dato l’alto contenuto di mercurio presente nelle loro carni, essa serve in realtà a catturare decine e decine di cetacei da vendere ai delfinari e parchi acquatici di tutto il mondo.
Ogni delfino o altro cetaceo addestrato può arrivare ad avere un valore di 250.000 dollari rendendo evidente la vera ragione della caccia e del massacro annuale.
D’altronde, un regolamento interno stabilisce che non si possono catturare cetacei per la cattività se questi non vengono anche immessi nel mercato alimentare. Un magnifico stratagemma per crearsi un alibi e appare ovvio che qualche chilo di carne di delfino non può valere quanto un delfino addestrato e pronto a procurare lucrosi guadagni nei luoghi di sfruttamento di tutto il mondo.
Ritengo che questa pratica crudele debba avere fine al più presto e che gli animali marini debbano vivere liberi nel loro ambiente naturale. L’Oceano.
Ringraziandovi per la cortese attenzione, distintamente vi saluto
Nome e Cognome"
Riteniamo sia altresì utile manifestare ai referenti nazionali giapponesi, ambasciate e consolati, il nostro pensiero.
Tel o fax
Via Quintino Sella 60, 00187 Roma
Tel: (+39) 06-487-991
Fax: (+39) 06-487-3316
Mail Roma
info@jfroma.it;
Consolato Generale del Giappone
Via Privata Cesare Mangili 2/4,
20121 Milano, Italia
Tel: (+39) 02-6241141
Fax: (+39) 02-6597201
Mail Milano
ryojikan@micronet.it
info@giapponeinitalia.org
Se telefonate usate toni contenuti che provochino empatia e comprensione. Non è detto che la persona all’altro capo del telefono sia d’accordo con il massacro quindi non trattatela come un nemico. Lasciate un breve messaggio dicendo “Sono addoloratat* che il primo settembre abbia di nuovo inizio a Taiji la terribile caccia ai delfini. Vi prego di voler rinunciare a questo terribile atto in nome del progresso e della civiltà” Oppure parole vostre ma educate.
Potete anche mandare un fax scrivendo quanto sopra.
Potete inoltre scaricare un disegno (basta cercare sul web disegni delfini) e farlo colorare ai vostri bambini scrivendo un breve messaggio del tipo “Il delfino è mio amico – Stop Taiji” “io amo i delfini vivi e liberi – Stop Taiji” o altro
Se mandate una mail usate questo testo o altro di vostro pugno mettendo un oggetto a piacere:
Please Stop the Senseless Murder and Captivity of Dolphins
Gentlemen,
I am writing in anticipation to plea that you stop the dolphins hunts to slaughter or selling to dolphinariums and aquariums worldwide, that is going to start in Taiji and Japan.
Sensible and intelligent people like Japan people should stop this cruel manner to consider dolphins and other cetaceans and leave them have their own lives in their natural home.The Ocean.
Dolphins are extremely intelligent, self aware, sentient mammals; Swim with Dolphins program are also bad for the Dolphins. They are being subjected to perform for humans or participate even if they are not in the mood to interact with the swimmers. They may also become ill by the contact with humans.
If I may, I suggest that Eco tourism - whale and dolphin watching - would be beneficial for the town and the people of Taiji and the rest of Japan.
Thanking you in anticipation of a response.
Sincerely,
Nome e cognome
Firmiamo le Petizioni internazionali:
1) https://takeaction.takepart.com/actions/cove-help-save-japans-dolphins
2) http://chn.ge/1pegof9
3) http://www.change.org/p/yahoo-stop-selling-dolphin-and-whale-meat
POST CORRELATO
FONTE
_______________________
1. Cattura di delfini in natura. A Taiji, dopo un'estenuante caccia devono anche assistere alla morte dei loro familiari "meno attraenti". Solo i delfini senza graffi, cicatrici, di una certa età e specie, vengono scelti per la prigionia
2. Devono essere contenuti in un ambiente artificiale
3. Devono digiunare in modo che finalmente si decidano a mangiare pesci morti (i delfini allo stato selvatico mangiano solo prede vive)
4. In attesa di vedere se sopravvivono al trauma ne vengono catturati di più, un rapporto di 1 a 3 (molti infatti muoiono per lo stress o rifiutandosi di mangiare)
5) Sono costretti ad imparare a mangiare pesci morti e poi ad esibirsi per poter essere nutriti (questo è il primo metodo di addestramento a cui ne seguono altri di ricompensa positiva o negativa)
6. Poiché il pesce è congelato questo è chiaramente disidratato. In natura, i delfini ottengono l’idratazione dal pesce vivo che consumano. In cattività, sono forzati a bere acqua tramite dei tubi infilati in gola
7. I delfini rimossi dai loro gruppi familiari naturali sono costretti a creare una nuova famiglia in un branco, artificiale. Questo significa che a volte possono non andar d'accordo con gli altri delfini e il risultato è la lotta e l'isolamento sociale
8. Molti delfini sembrano piangere. Si isolano socialmente e rimangono fermi in una posizione (un comportamento che non è naturale). Altri diventano così annoiati che adottano comportamenti simili agli elefanti negli zoo, dondolando da sinistra a destra. Talvolta se trovano un rifiuto in acqua cercano di giocarci oppure se vicini al mare cercano di stare in una posizione che affaccia su di esso
9. Una volta ottenuta la totale sottomissione, a causa della noia, il loro spirito selvaggio è piegato e sono sufficientemente affamati, svolgono gli spettacoli che siamo abituati a vedere. E 'così triste vedere un delfino, una volta selvaggio e libero eseguire giochi per assecondare l’addestratore, nella speranza che possa essere nutrito o coccolato
10. Dopo alcuni mesi, arriva l'acquirente. Una volta che la transazione finanziaria è stata completata, ha inizio il trasferimento. Vengono trasferiti tramite gru in contenitori molto piccoli e poi trasportati per diverse ore all'aeroporto più vicino. Possono volare verso tutte le destinazioni del mondo percorrendo migliaia e migliaia di chilometri. I contenitori in cui sono trasportati sono realizzati in acciaio e sono grandi solo come i delfini i quali rimangono chiusi in questa sorta di 'bare' senza nessuno stimolo per diversi giorni. Questa deve essere l'esperienza più terrificante di tutte
11. Molti sacrificano la propria vita al punto 10. Gli acquirenti intenzionalmente acquistano delfini aggiuntivi perché sanno che c'è una forte possibilità che il delfino muoia durante il viaggio
12. Arrivati a destinazione vengono siistemati in un altro contenitore artificiale dove devono di nuovo sforzarsi di stabilire rapporti con gli altri delfini
13. Si devono esibire per il resto della loro vita. Alcuni sono costretti a partecipare a programmi di allevamento in modo che i loro figli possono passare la loro vita ad intrattenere persone. Alcuni vivono in acquari molto piccoli. Alcuni in grandi acquari. Ma la loro vita non sarà più la stessa. Rimarrà solo il ricordo di quando vivevano liberi e selvatici negli oceani, con l’amore della propria famiglia
14. Molti muoiono ben prima del loro ciclo di vita naturale per infezioni causate dall’ambiente ristretto in cui sono costretti a vivere o dal contatto con l'uomo. Altri si suicidano chiudendo lo sfiatatoio da cui respirano aria presi dalla depressione
15. Il delfino non sorride. Quello che sembra un sorriso è soltanto la conformazione naturale del loro muso che nulla a che fare con il divertimento e la gioia.
Il famoso addestratore Ric O’Barry, oggi attivista che si batte per la fine della loro cattività, un giorno vide Kathy, il delfino femmina che addestrava per interpretare Flipper, inabissarsi davanti ai suoi occhi e smettere di respirare. Suicidio è la parola usata da O’Barry per raccontarlo: i delfini possono smettere volontariamente di respirare, e questo era ciò che aveva fatto l’animale che gli era stato affidato. Quando Kathy ha smesso di respirare è iniziata la nuova vita del suo addestratore. Ha compreso che catturare animali intelligenti e costringerli a eseguire sciocchi giochi per divertire la specie umana è sbagliato e immorale e da qui è cominciata la sua battaglia
Ogni persona che acquista un biglietto di un parco acquatico, acquario o delfinario sta sostenendo questo settore e questa crudeltà verso i delfini e gli altri animali marini imprigionati.
Se nessuno acquistasse i biglietti per visitare questi luoghi di prigionia tutto questo avrebbe immediatamente fine.
Partecipa all'evento per fermare il massacro!
https://www.facebook.com/events/669946799788029/
L'Altro con Sé"
"Come partecipante alla protesta internazionale denominata Japan Dolphin’s Day http://bit.ly/1sAQsYL organizzata da Japan Dolphin’s Project invito la vostra gentile redazione a scrivere un articolo su quanto sotto descritto:
IL 1° SETTEMBRE AVRA’ DI NUOVO INIZIO LA MATTANZA ANNUALE DI TAIJI
A gennaio 2014 la caccia ai delfini di Taiji, città di poche migliaia di persone affacciata sul Pacifico nella prefettura di Wakayama, nel Giappone occidentale, è saltata alla ribalta internazionale a causa della cattura di “Angel”, una piccola delfina albina strappata alla madre, uccisa, e all’Oceano per diventare un fenomeno da baraccone all’interno di un delfinario. In quei giorni furono catturati e per la maggior parte uccisi, circa 250 delfini. Numerose personalità internazionali, tra le quali anche l’ambasciatrice americana in Giappone Caroline Kennedy, espressero il loro totale disaccordo con questo metodo di caccia “disumano”.
Il film-documentario del 2009 "The Cove", vincitore di un Oscar, ha portato Taiji, all'attenzione mondiale, dopo aver mostrato la crudeltà con cui vengono uccisi decine di delfini intrappolati in quella che ormai viene definita “La Baia della Morte”.
Attivisti da tutto il mondo si uniscono ogni anno ai Cove Guardians di Sea Shepherd e al gruppo di Ric O’Barry’s Dolphin Project per testimoniare e diffonder le crudeli immagini della caccia e della cattura di delfini o piccole balene destinati al lucroso mercato dei delfinari.
Oltretutto bisogna rilevare che la modalità di uccisione dei delfini è molto crudele e non sarebbe mai giuridicamente accettata in un qualsiasi macello in tutto il mondo, Giappone incluso.
Si può vedere QUI il video che documenta il metodo di uccisione
Attraverso la recisione del midollo spinale, causato infilando una pesante asta di ferro in un punto situato subito dietro lo sfiatatoio, si porta il delfino ad una sofferenza lunga e dolorosa, che può durare anche 20 minuti fino alla morte liberatoria.
Nonostante la caccia venga difesa dal governo giapponese per l’uso alimentare della carne di delfino, cosa peraltro non vera dato che molti giapponesi non si nutrono di delfini dato l’alto contenuto di mercurio presente nelle loro carni, essa serve in realtà a catturare decine e decine di cetacei da vendere ai delfinari e parchi acquatici di tutto il mondo.
Ogni delfino o altro cetaceo addestrato può arrivare ad avere un valore di 250.000 dollari rendendo evidente la vera ragione della caccia e del massacro annuale.
D’altronde, un regolamento interno stabilisce che non si possono catturare cetacei per la cattività se questi non vengono anche immessi nel mercato alimentare. Un magnifico stratagemma per crearsi un alibi e appare ovvio che qualche chilo di carne di delfino non può valere quanto un delfino addestrato e pronto a procurare lucrosi guadagni nei luoghi di sfruttamento di tutto il mondo.
Ritengo che questa pratica crudele debba avere fine al più presto e che gli animali marini debbano vivere liberi nel loro ambiente naturale. L’Oceano.
Ringraziandovi per la cortese attenzione, distintamente vi saluto
Nome e Cognome"
________________________
INDICAZIONI PER FAX E TEL BOMBINGRiteniamo sia altresì utile manifestare ai referenti nazionali giapponesi, ambasciate e consolati, il nostro pensiero.
Tel o fax
Via Quintino Sella 60, 00187 Roma
Tel: (+39) 06-487-991
Fax: (+39) 06-487-3316
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Consolato Generale del Giappone
Via Privata Cesare Mangili 2/4,
20121 Milano, Italia
Tel: (+39) 02-6241141
Fax: (+39) 02-6597201
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info@giapponeinitalia.org
Se telefonate usate toni contenuti che provochino empatia e comprensione. Non è detto che la persona all’altro capo del telefono sia d’accordo con il massacro quindi non trattatela come un nemico. Lasciate un breve messaggio dicendo “Sono addoloratat* che il primo settembre abbia di nuovo inizio a Taiji la terribile caccia ai delfini. Vi prego di voler rinunciare a questo terribile atto in nome del progresso e della civiltà” Oppure parole vostre ma educate.
Potete anche mandare un fax scrivendo quanto sopra.
Potete inoltre scaricare un disegno (basta cercare sul web disegni delfini) e farlo colorare ai vostri bambini scrivendo un breve messaggio del tipo “Il delfino è mio amico – Stop Taiji” “io amo i delfini vivi e liberi – Stop Taiji” o altro
Se mandate una mail usate questo testo o altro di vostro pugno mettendo un oggetto a piacere:
Please Stop the Senseless Murder and Captivity of Dolphins
Gentlemen,
I am writing in anticipation to plea that you stop the dolphins hunts to slaughter or selling to dolphinariums and aquariums worldwide, that is going to start in Taiji and Japan.
Sensible and intelligent people like Japan people should stop this cruel manner to consider dolphins and other cetaceans and leave them have their own lives in their natural home.The Ocean.
Dolphins are extremely intelligent, self aware, sentient mammals; Swim with Dolphins program are also bad for the Dolphins. They are being subjected to perform for humans or participate even if they are not in the mood to interact with the swimmers. They may also become ill by the contact with humans.
If I may, I suggest that Eco tourism - whale and dolphin watching - would be beneficial for the town and the people of Taiji and the rest of Japan.
Thanking you in anticipation of a response.
Sincerely,
Nome e cognome
__________________________
Firmiamo le Petizioni internazionali:
1) https://takeaction.takepart.com/actions/cove-help-save-japans-dolphins
2) http://chn.ge/1pegof9
3) http://www.change.org/p/yahoo-stop-selling-dolphin-and-whale-meat
POST CORRELATO
FONTE
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"Cosa si nasconde dietro la presenza dei delfini in un parco acquatico, acquario o delfinario?
1. Cattura di delfini in natura. A Taiji, dopo un'estenuante caccia devono anche assistere alla morte dei loro familiari "meno attraenti". Solo i delfini senza graffi, cicatrici, di una certa età e specie, vengono scelti per la prigionia
2. Devono essere contenuti in un ambiente artificiale
3. Devono digiunare in modo che finalmente si decidano a mangiare pesci morti (i delfini allo stato selvatico mangiano solo prede vive)
4. In attesa di vedere se sopravvivono al trauma ne vengono catturati di più, un rapporto di 1 a 3 (molti infatti muoiono per lo stress o rifiutandosi di mangiare)
5) Sono costretti ad imparare a mangiare pesci morti e poi ad esibirsi per poter essere nutriti (questo è il primo metodo di addestramento a cui ne seguono altri di ricompensa positiva o negativa)
6. Poiché il pesce è congelato questo è chiaramente disidratato. In natura, i delfini ottengono l’idratazione dal pesce vivo che consumano. In cattività, sono forzati a bere acqua tramite dei tubi infilati in gola
7. I delfini rimossi dai loro gruppi familiari naturali sono costretti a creare una nuova famiglia in un branco, artificiale. Questo significa che a volte possono non andar d'accordo con gli altri delfini e il risultato è la lotta e l'isolamento sociale
8. Molti delfini sembrano piangere. Si isolano socialmente e rimangono fermi in una posizione (un comportamento che non è naturale). Altri diventano così annoiati che adottano comportamenti simili agli elefanti negli zoo, dondolando da sinistra a destra. Talvolta se trovano un rifiuto in acqua cercano di giocarci oppure se vicini al mare cercano di stare in una posizione che affaccia su di esso
9. Una volta ottenuta la totale sottomissione, a causa della noia, il loro spirito selvaggio è piegato e sono sufficientemente affamati, svolgono gli spettacoli che siamo abituati a vedere. E 'così triste vedere un delfino, una volta selvaggio e libero eseguire giochi per assecondare l’addestratore, nella speranza che possa essere nutrito o coccolato
10. Dopo alcuni mesi, arriva l'acquirente. Una volta che la transazione finanziaria è stata completata, ha inizio il trasferimento. Vengono trasferiti tramite gru in contenitori molto piccoli e poi trasportati per diverse ore all'aeroporto più vicino. Possono volare verso tutte le destinazioni del mondo percorrendo migliaia e migliaia di chilometri. I contenitori in cui sono trasportati sono realizzati in acciaio e sono grandi solo come i delfini i quali rimangono chiusi in questa sorta di 'bare' senza nessuno stimolo per diversi giorni. Questa deve essere l'esperienza più terrificante di tutte
11. Molti sacrificano la propria vita al punto 10. Gli acquirenti intenzionalmente acquistano delfini aggiuntivi perché sanno che c'è una forte possibilità che il delfino muoia durante il viaggio
12. Arrivati a destinazione vengono siistemati in un altro contenitore artificiale dove devono di nuovo sforzarsi di stabilire rapporti con gli altri delfini
13. Si devono esibire per il resto della loro vita. Alcuni sono costretti a partecipare a programmi di allevamento in modo che i loro figli possono passare la loro vita ad intrattenere persone. Alcuni vivono in acquari molto piccoli. Alcuni in grandi acquari. Ma la loro vita non sarà più la stessa. Rimarrà solo il ricordo di quando vivevano liberi e selvatici negli oceani, con l’amore della propria famiglia
14. Molti muoiono ben prima del loro ciclo di vita naturale per infezioni causate dall’ambiente ristretto in cui sono costretti a vivere o dal contatto con l'uomo. Altri si suicidano chiudendo lo sfiatatoio da cui respirano aria presi dalla depressione
15. Il delfino non sorride. Quello che sembra un sorriso è soltanto la conformazione naturale del loro muso che nulla a che fare con il divertimento e la gioia.
Il famoso addestratore Ric O’Barry, oggi attivista che si batte per la fine della loro cattività, un giorno vide Kathy, il delfino femmina che addestrava per interpretare Flipper, inabissarsi davanti ai suoi occhi e smettere di respirare. Suicidio è la parola usata da O’Barry per raccontarlo: i delfini possono smettere volontariamente di respirare, e questo era ciò che aveva fatto l’animale che gli era stato affidato. Quando Kathy ha smesso di respirare è iniziata la nuova vita del suo addestratore. Ha compreso che catturare animali intelligenti e costringerli a eseguire sciocchi giochi per divertire la specie umana è sbagliato e immorale e da qui è cominciata la sua battaglia
Ogni persona che acquista un biglietto di un parco acquatico, acquario o delfinario sta sostenendo questo settore e questa crudeltà verso i delfini e gli altri animali marini imprigionati.
Se nessuno acquistasse i biglietti per visitare questi luoghi di prigionia tutto questo avrebbe immediatamente fine.
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