"La sperimentazione animale non può confermare né confutare alcuna ipotesi che riguardi la fisiologia o le patologie umane; gli studi clinici sull’uomo sono l’unico strumento grazie al quale quale dette ipotesi possono essere verificate.
Qual è il valore della sperimentazione animale?
Il Comitato per il rinnovamento della ricerca medica (MRMC) ha preso i esame dieci modelli animali di malattie umane scelti a caso, constatando che essi non hanno dato alcun contributo di rilievo per la salute umana. (103) Anche se le patologie indotte artificialmente negli animali erano state battezzate con lo stesso nome delle malattie umane che intendevano simulare, di fatto ne differivano in modo sostanziale sia per quanto riguarda la causa sia per quanto riguarda il decorso clinico. La review del MRMC ha altresì messo in luce che trattamenti rivelatisi efficaci per gli animali tendevano a presentare scarsa efficacia o eccessivi effetti indesiderabili nei pazienti umani.(103) È quanto i medici del MRMC devono constatare ogni qualvolta valutano dei progetti di ricerca che utilizzano animali: regolarmente riscontrano che essi sono di scarsa o nessuna rilevanza per la comprensione e/o il trattamento delle malattie umane. (104-110)
Qual è il valore della sperimentazione animale?
Il Comitato per il rinnovamento della ricerca medica (MRMC) ha preso i esame dieci modelli animali di malattie umane scelti a caso, constatando che essi non hanno dato alcun contributo di rilievo per la salute umana. (103) Anche se le patologie indotte artificialmente negli animali erano state battezzate con lo stesso nome delle malattie umane che intendevano simulare, di fatto ne differivano in modo sostanziale sia per quanto riguarda la causa sia per quanto riguarda il decorso clinico. La review del MRMC ha altresì messo in luce che trattamenti rivelatisi efficaci per gli animali tendevano a presentare scarsa efficacia o eccessivi effetti indesiderabili nei pazienti umani.(103) È quanto i medici del MRMC devono constatare ogni qualvolta valutano dei progetti di ricerca che utilizzano animali: regolarmente riscontrano che essi sono di scarsa o nessuna rilevanza per la comprensione e/o il trattamento delle malattie umane. (104-110)
Un elemento importante messo in rilievo dagli studi del MRMC è che quando lavorano con modelli animali (che, come abbiamo visto, differiscono in modo sostanziale dalle malattie umane che intendono imitare), i ricercatori tendono a prendere in considerazione i fattori che accomunano il modello animale alla malattia umana, sottovalutando o non considerando affatto caratteristiche anatomiche, fisiologiche e patologiche che li differenziano in modo decisivo.
Poiché la maggior parte dei processi patologici ha effetti estesi a tutto l’organismo e coinvolge molti fattori interagenti, focalizzarsi su un unico aspetto della malattia significa ignorare l’effettiva complessità degli organismi biologici.
A differenza di chi fa ricerche cliniche sull’uomo, chi sperimenta sugli animali interviene su fattori indotti artificialmente. Per giunta, il contesto radicalmente innaturale del laboratorio stressa gli animali, e lo stress influisce sull’intero organismo, alterando le pulsazioni, la pressione del sangue, il livello ormonale, l’attività immunologica e una miriade di altre funzioni.(111,112) Ne consegue che molte “scoperte” di laboratorio non sono altro che eventi “costruiti” in laboratorio (10, 113-119) basandosi sui quali i ricercatori vengono fuorviati. Basti per tutti l’esempio degli ictus indotti artificialmente negli animali. (117,120)
Uno studio di Macleod et al. ha confrontato oltre 4000 studi che dimostravano l’efficacia di più di 700 farmaci in modelli animali di ictus. (121) Ma i 150 e passa farmaci conseguentemente testati su pazienti umani nei trial clinici non hanno portato alcun beneficio.(122) Solo la somministrazione di rtPA (enzima glicoproteico capace di dissolvere i trombi) nel giro di tre ore dall’insorgere dell’ictus si è dimostrata benefica per la riduzione dei sintomi, ma associandosi a emorragie intracerebrali dieci volte più frequenti non ha comportato un aumento nella sopravvivenza dei malati. (123)
Nello studio di David Wiebers et al. si legge che: «non è possibile trovare risposta ai nostri interrogativi sulla fisiopatologia e sul trattamento degli ictus moltiplicando i tentativi di modellare le patologie umane in modo sempre più perfetto negli animali. La soluzione va cercata nello sviluppo di strumenti e tecniche di imaging che ci permettano di approfondire lo studio del metabolismo di base, della fisiologia e dei dettagli anatomici negli esseri umani». (117)
Dal 1990 in poi parecchie centinaia di terapie geniche coronate da successo negli studi su animali sono state testate su migliaia di pazienti in tutto il mondo. Ma solo una terapia genica per bambini affetti da immunodeficienza combinata grave (Scid) risulta aver avuto successo. Nel frattempo, tuttavia, tre dei dieci bambini trattati “con successo” si sono ammalati di leucemia e uno di essine è morto, un effetto indesiderato che la sperimentazione animale non aveva messo in luce e che ha spinto la U.S. Food andDrug Administration (FDA) a bloccare diversi test genici nel 2005.
(124,125)
(124,125)
Lo stesso vale per una terapia genica altamente pubblicizzata che era risultata benefica per i cani affetti da emofiliama fu sospesa nel 2004 a causa di «problemi di sicurezza emersi nel corso dei test su pazienti umani, problemi che non erano stati previsti dagli studi sugli animali», inclusi danni al fegato. (126,127)
Il fatto che un farmaco risulti sicuro ed efficace nei test animali non prova che lo sarà anche per gli umani. (128) Con il Milrinone, per esempio, si è riusciti ad aumentare la sopravvivenza dei ratti ai quali era stato indotto artificialmente un blocco cardiaco, ma i pazienti umani che hanno assunto il farmaco sono incorsi in un aumento della mortalità del 30%. (129) Il Fialuridine, che risultava sicuro nei test su animali, provocò il blocco del fegato a sette pazienti umani su quindici che avevano assunto il farmaco, cinque dei quali morirono e due dovettero sottoporsi a un trapianto di fegato.(130)
Gli studi su animali non consentirono di prevedere le pericolose anomalie della valvola cardiaca umana causata dai farmaci dimagranti Fenfluramine e Dexfenfluramine. (131) Ora si sa che la terapia ormonale sostitutiva aumenta nelle donne il rischio di malattie cardiache, di cancro al seno e ictus, ma la sperimentazione con topi, conigli, maiali e scimmie aveva previsto effetti opposti. (132)
Nei test animali, il farmaco per l’artrite Vioxx sembrava sicuro e addirittura benefico per il cuore, ma nel 2004 fu ritirato dal mercato dopo aver causato, si stima, 320.000 infarti, ictus e casi di malattie cardiache in tutto il mondo – con circa 140.000 decessi. (133) David Graham, 37femmine.(140) Ma l’anno successivo, uno studio epidemiologico del National Cancer Institute (NCI), che aveva coinvolto 340.045 uomini e 226.945 donne, presentato al convegno internazionale dell’American Association for Cancer Research, confutò i risultati relativi ai ratti. (141) Così, nonostante la saccarina provochi il cancro alla vescica nei ratti maschi e l’aspartame induca linfomi e leucemia nei ratti femmina, dal consumo di questi due dolcificanti non risultano rischi di cancro per gli esseri umani di entrambi i sessi (perchè nutrirsi di chimica?? evitiamolo!!! n.d.b.). Gli scienziati riconoscono che persino tra gli esseri umani, il genere, il gruppo etnico di appartenenza, l’età e la salute possono influenzare profondamente l’effetto di un farmaco. (142,143) L’esempio più eclatante di quanto appena detto ce lo fornisce il fatto che persino i gemelli monozigoti umani reagiscono in modo differente ai farmaci e che queste differenze crescono via via che i gemelli invecchiano.(144) Ovviamente, estrapolare dati da una specie all’altra è ancora più rischioso. E se vogliamo credere agli sconcertanti dati della FDA, il 92% dei farmaci dati per sicuri ed efficaci nei test animali falliscono la prova nei trial clinici sugli esseri umani perché risultano tossici oppure inefficaci, e di conseguenza non vengono approvati.(145-147) Come se non bastasse, più della metà dei farmaci approvati dalla FDA (ricordiamolo: solo l’8% di quelli che sono stati sviluppati) devono essere successivamente ritirati dal mercato o rietichettati a causa di gravi e inaspettati effetti indesiderati.(148)
Il Direttore Associato per la Scienza e la Medicina all’Office of Drug Safety dell’FDA (Ufficio per la sicurezza dei farmaci), ha bollato il Vioxx come «la più grande catastrofe farmacologica nella storia degli Stati Uniti se non del mondo». (134)
I test animali non sono stati in grado di prevedere i casi di cecità parziale o totale in cui sono incorsi alcuni uomini che avevano assunto il popolare farmaco per l’impotenza “Viagra”. (135, 136)
Nonostante i test estensivi e obbligatori su animali, le reazioni negative ai farmaci sono la quinta causa di morte negli Stati Uniti, vale a dire più di 100 mila morti ogni anno.(137)
Nel 2006, a Londra, l’anti-infiammatorio TGN412 causò reazioni fisiologiche devastanti nei sei volontari che partecipavano alla fase 1 dei trial clinici, compreso il blocco dei principali organi vitali. E questo malgrado i precedenti test con le scimmie - alle quali erano state somministrate dosi 500 volte maggiori – fossero risultati del tutto sicuri. Come segnalarono molti commentatori, i test sugli animali avevano dato ai ricercatori un falso senso di sicurezza e dopo quest’incidente si sono moltiplicate le richieste di rivedere radicalmente i test di sicurezza sui farmaci e il design delle prove cliniche. (138)
Nei test sui ratti per valutare l’eventuale effetto cancerogeno di un dolcificante artificiale, la saccarina, la dose giornaliera somministrata agli animali era pari a quella che un uomo consumerebbe bevendo 1.100 lattine di soda contenente saccarina. Una dose così massiccia può da sola provocare un cancro, indipendentemente dall’effettivo potere cancerogeno di una sostanza. (116) Estrapolare dati di questo tipo agli esseri umani è ulteriormente complicato dal fatto che il cancro alla vescica (nel caso della saccarina) insorse solo nei ratti maschi. Solo più tardi si scoprì che i ratti maschi posseggono in quantità maggiore delle femmine una proteina che interagisce con la saccarina, formando cristalli irritanti nella vescica e provocando di conseguenza il cancro; tale proteina manca negli esseri umani. Insomma, il fatto che alcuni ratti sviluppassero il cancro non servì a chiarire (né può farlo) se la saccarina è cancerogena per esseri umani.
Fonte: DOSSIER Medical Research Modernization Committee"
Fonte: DOSSIER Medical Research Modernization Committee"
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"Il testo qui copiaincollato dimostra quanto la vivisezione sia inutile e dannosa. I ricercatori sono pagati dalle multinazionali e se le loro ricerche non producono "qualcosa" di vendibile entro scadenze contrattuali, i loro laboratori potrebbero chiudere con il conseguente danno economico personale. Non ci si può certamente fidare di questo nutrito gruppo di delinquenti che usano animali come se fossero cose per i loro sporchi interessi economici velati da filantropia.
Rinnovo ancora un appello agli studenti che si apprestano ad iscriversi in facoltà dove si pratica vivisezione: l'obiezione di coscienza per rifiutarsi di prendere parte a ricerche su animali si può fare appellandosi alla legge 413 del 1993. Questa legge permette agli studenti, ai ricercatori, ai tecnici di laboratorio pubblico o privato, di rifiutarsi di praticare o collaborare ad esperimenti di vivisezione e prevede esplicitamente che chi si avvale di questa esenzione non possa «subire conseguenze sfavorevoli». G.B."
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